La prescrizione ritardata di antibiotici è sicura ed efficace

(da M.D.Digital)   E’ improbabile che la prescrizione ritardata determini un aumento dei sintomi o della durata della malattia, tranne nei bambini piccoli. Rappresenta piuttosto una strategia sicura ed efficace per la maggior parte dei pazienti con infezioni del tratto respiratorio: lo dimostra un’analisi dei dati dei pazienti pubblicata sul ‘British Medical Journal’.   La prescrizione ritardata di antibiotici, applicabile là dove i pazienti accettano di pretendere immediatamente una terapia di questo tipo nell’attesa di vedere se i sintomi si risolvono, è una valida misura in gradi di ridurre l’uso di antibiotici. I risultati dello studio hanno mostrato che la prescrizione ritardata era associata a una durata dei sintomi simile a quella registrata in assenza di prescrizione di antibiotici: è considerato inoltre improbabile che questa prassi porti a un controllo dei sintomi più scarso rispetto a quanto si verificherebbe con prescrizione immediata di antibiotici. Solo nei bambini è stato documentato un leggero vantaggio a favore di una prescrizione immediata, ma questo non è risultato abbastanza importante da giustificarla completamente.  La maggior parte delle infezioni respiratorie guarisce senza trattamento, ma a dispetto di ciò gli antibiotici vengono ancora largamente prescritti per queste condizioni. Gli studi clinici hanno suggerito la validità in termini di efficacia e sicurezza di una prescrizione ritardata di antibiotici per le infezioni del tratto respiratorio, ma non sono stati in grado di esaminare diversi gruppi di pazienti o il sopravvenire di complicanze. Il tema è stato dunque affrontato dagli autori di questo studio che hanno analizzati i dati dei pazienti provenienti da nove studi randomizzati controllati e quattro studi osservazionali (per un totale di 55.682 soggetti, di età compresa tra 2.7 e 51.7 anni) per confrontare la gravità media dei sintomi tra prescrizione ritardata verso assenza di prescrizione e prescrizione ritardata verso immediata.   I ricercatori non hanno trovato differenze nella gravità dei sintomi in nessuna delle due comparazioni (ritardata vs assenza, ritardata vs immediata). La durata dei sintomi era leggermente più lunga in caso di prescrizione ritardata rispetto all’immediata (11.4 rispetto a 10.9 giorni), ma era simile nel confronto prescrizione ritardata vs assenza.    Le complicanze che hanno portato al ricovero ospedaliero o alla morte erano inferiori con prescrizione ritardata rispetto ad assente e ritardata vs immediata, ma nessuno dei due risultati era statisticamente significativo.   I bambini di età inferiore ai 5 anni presentavano una gravità dei sintomi leggermente superiore con la prescrizione di antibiotici ritardata rispetto a immediata, ma questo non è stato considerato clinicamente significativo e non è stata riscontrata alcuna maggiore gravità nei gruppi di età più avanzata.  Gli autori concludono affermando che la prescrizione ritardata di antibiotici “sembra essere una strategia sicura ed efficace per la maggior parte dei pazienti, compresi quelli nei sottogruppi a rischio più elevato”.

(Stuart B, et al. Delayed antibiotic prescribing for respiratory tract infections: individual patient data)

Come si calcola la Quota A (e quanto aumenta davvero)

(da enpam.it)   I contributi di Quota A sono parametrati con l’età degli iscritti, in modo da agevolare un ingresso graduale nella vita professionale. Anche se orientarsi in questo sistema sembra semplice, alcuni iscritti non trovano corrispondenza tra l’importo che devono versare e quello indicato nella pagina informativa sulla Quota A  (https://www.enpam.it/comefareper/pagare-i-contributi/contributi-di-quota-a/)   Il contributo è calcolato in base a quattro fasce anagrafiche con importi crescenti: fino ai 30 anni; dai 30 fino ai 35 anni; dai 35 fino ai 40 anni e dai 40 anni fino all’età del pensionamento di Quota A. I problemi sorgono talvolta per i neoiscritti all’Ordine – soprattutto per quelli diventati medici o dentisti nella seconda parte dell’anno – e quando si passa da una fascia d’età a quella successiva (cioè nel momento in cui si compiono 30 anni, 35 o 40).  Inoltre, non bisogna dimenticare che all’importo va sempre aggiunto il contributo di maternità, adozione e aborto, che tutti gli iscritti pagano per assicurare le tutele alle dottoresse mamme, incluse le studentesse. Vediamo alcuni esempi.

NEOISCRITTO ALL’ALBO    La dottoressa Bianchi di 26 anni, iscritta all’Ordine a ottobre 2020, che non ha ancora pagato la Quota A del 2020, quest’anno troverà nell’importo complessivo da versare sia il contributo annuale per il 2021 (234,11 euro), sia la parte relativa a quei mesi di iscrizione successivi all’iscrizione all’Ordine, cioè novembre e dicembre.  Essendosi iscritta a ottobre, per il 2020 dovrà pagare solamente due mesi cioè 38,4 euro, che corrispondono a due dodicesimi dell’importo relativo a quell’anno (230,65 euro).   Due mesi che da subito danno garanzie previdenziali e assistenziali, permettono di beneficiare di tutte le tutele per la Quota A e accedere alle convenzioni dedicate ai medici e ai dentisti.   Anche il contributo di maternità per il 2020 è proporzionale ai mesi di iscrizione all’Albo nell’anno di riferimento.  Dato che il contributo di maternità per il 2020 era di 45 euro, alla Quota A del 2020 la dottoressa Bianchi dovrà aggiungere 7,5 euro (che corrispondono a due dodicesimi di 45 euro).  Facendo quindi un’addizione, la neoiscritta dovrà versare 234,11 euro (Quota A 2021) + 44,55 euro (contributo maternità 2021) + 38,4 euro (Quota A 2020) + 7,5 euro (contributo maternità 2020), per un totale di 324,56 euro.

COMPLEANNO A CAVALLO TRA UNA FASCIA D’ETÀ E L’ALTRA   Un altro caso tipico è quello che riguarda gli iscritti che compiono gli anni a cavallo tra una fascia anagrafica e l’altra, passando quindi nel corso dell’anno a una contribuzione maggiore.  Facciamo l’esempio del dottor Verdi che compie 35 anni a settembre 2021.  Nel suo caso il suo contributo di Quota A 2021 sarà composto da nove dodicesimi della Quota A per la fascia d’età 30-35 anni a cui si aggiungono tre dodicesimi del contributo per quelli di 35-40 anni.  Il calcolo sarà quindi 340,8 euro (nove dodicesimi della Quota A per la fascia 30-35 anni) + 196,7 euro (tre dodicesimi della Quota A per la fascia 35-40 anni), per un totale di 537,5 euro.

AUMENTO ANNUALE   Un ultimo dettaglio riguarda l’aumento annuale dell’importo della Quota A.  Il contributo viene adeguato ogni anno della stessa percentuale con cui si rivaluta il Tfr dei dipendenti, cresce cioè del 75 per cento dell’indice Istat sul costo della vita (se positivo) più l’1,5 per cento. Nell’ultimo anno l’indice di rivalutazione annuale del Tfr è stato, appunto, dell’1,5%.  L’aumento della Quota A dal 2020 al 2021 è stato quindi compreso tra 1,7 e 23 euro a seconda delle fasce d’età.  È possibile leggere un approfondimento sui vantaggi di versare il contributo della Quota A asl link mentre tutte le informazioni su come pagare i contributi si trovano a https://www.enpam.it/comefareper/pagare-i-contributi/contributi-di-quota-a/

Vaccino Covid: da Russia e Cina forte campagna di disinformazione

(da AGI)  Russia e Cina negli ultimi mesi hanno concentrato la loro “campagna di disinformazione” sui vaccini, “facendo propaganda dei propri e screditando quelli occidentali”. E’ quanto risulta da un rapporto elaborato dal Servizio di azione esterna dell’Ue sulla disinformazione legata alla pandemia di Covid-19.  “La disinformazione relativa ai vaccini è aumentata e ha contribuito a diffondere paura e sfiducia in qualsiasi tipo di vaccino”, si legge nel rapporto. “I vaccini stessi sono diventati una merce nella diplomazia pubblica globale e la promozione nazionale dei vaccini prodotti localmente ha subito un’accelerazione. Dall’inizio del 2021 anche la disinformazione sponsorizzata dallo stato si è intensificata, prendendo di mira in particolare i vaccini sviluppati in Occidente. La ‘diplomazia dei vaccini’ ha completamente sostituito la ‘diplomazia delle mascherine'”, analizza il servizio dell’Unione.

La parodontite aumenta il rischio di batteri nel sangue donato

(da  Dental Tribune International)  Una recente ricerca dell’Università di Copenaghen e del Næstved Hospital in Danimarca ha dimostrato che la parodontite aumenta il rischio di contaminazione batterica del sangue del donatore. I risultati dello studio indicano che i batteri originati dalla cavità orale sfuggono ai sistemi rutinari di screening comunemente usati dalle banche del sangue. Nonostante ciò, i ricercatori hanno sottolineato la sicurezza delle donazioni di sangue.  Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno vengono raccolte circa 120 milioni di donazioni di sangue in tutto il mondo. In media, da sei a 68 persone ogni 1.000 abitanti donano sangue in Europa: la Danimarca è il paese con il più alto tasso di donazioni di sangue. Per evitare l’infezione da sangue donato nei riceventi, l’OMS raccomanda che tutte le donazioni di sangue siano sottoposte a screening per infezioni come l’HIV, l’epatite B, l’epatite C e la sifilide. Secondo l’Università di Copenaghen, tutto il sangue dei donatori in Danimarca viene sottoposto a screening per l’epatite e l’HIV per ridurre il rischio di infezione trasfusionale.  Un numero considerevole della popolazione mondiale soffre di parodontite e gli studi hanno sempre più collegato questa malattia ad altre malattie sistemiche. Pertanto, i ricercatori miravano a determinare se la parodontite, che spesso causa batteriemia transitoria, possa essere associata a batteri vitali nelle donazioni di sangue standard.

Poiché il rischio di sviluppare la parodontite aumenta con l’età, il team di ricerca ha analizzato campioni di sangue di 60 donatori di età superiore ai 50 anni, il 62% dei quali aveva la parodontite. I ricercatori hanno testato campioni di sangue di donatori utilizzando metodi diversi, incluso lo stesso metodo delle banche del sangue (incubazione ricca di ossigeno). Hanno anche isolato i globuli rossi e studiato la crescita in condizioni prive di ossigeno.  In un comunicato stampa dell’università, l’autore principale, il dott. Christian Damgaard, professore associato presso il Dipartimento di Odontoiatria dell’Università di Copenhagen, ha spiegato che il team aveva fatto un’importante osservazione: «Nessuno dei campioni studiati con il consueto metodo di screening ha mostrato contaminazione batterica; quindi, questi prodotti sarebbero stati approvati per la trasfusione. Al contrario, quando abbiamo studiato gli stessi campioni utilizzando il nostro metodo più avanzato, abbiamo effettivamente trovato batteri vitali nel sangue».  “ll punto più importante è assicurarsi che tutti vedano la bocca come parte del nostro organismo”  – Dr Susanne Gjørup Sækmose, consulente presso il Næstved Hospital

I ricercatori hanno anche scoperto che il rischio di contaminazione batterica aumenta se i donatori soffrono di parodontite. «I nostri risultati mostrano una prevalenza 6,4 volte maggiore di batteri vitali nel sangue donato da donatori affetti da parodontite rispetto ai donatori non affetti da parodontite. Questa è una differenza molto significativa», ha detto Damgaard.   Il sangue del donatore è ancora considerato sicuro   Il presente studio è un importante contributo al controllo della qualità del sangue del donatore. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che al momento non è noto se la contaminazione batterica osservata abbia conseguenze cliniche. Secondo la coautrice, la dott.ssa Susanne Gjørup Sækmose, consulente presso il Dipartimento di Immunologia Clinica del Næstved Hospital, l’esperienza clinica mostra che ricevere il sangue di un donatore è generalmente sicuro.  Ha commentato: «I pazienti possono ricevere trasfusioni di sangue in sicurezza. In Danimarca, effettuiamo circa 360.000 trasfusioni di sangue all’anno e le infezioni dovute a trasfusioni di sangue sono estremamente rare, in media meno di una all’anno. Inoltre, abbiamo un sistema nazionale per il monitoraggio degli effetti collaterali».

È importante identificare i fattori di rischio come la parodontite che possono portare a contaminazione batterica. Anche se i donatori segnalano eventuali malattie che potrebbero influire sulla qualità del sangue al meglio delle loro conoscenze, pochi considerano la parodontite una malattia rilevante e quindi potrebbero non informare la banca del sangue al riguardo, ha detto Sækmose.  Ha aggiunto: «Il nostro studio suggerisce che potremmo dover sviluppare nuovi metodi per uno screening efficiente del sangue di donatori in futuro. Ma in realtà, il punto più importante è assicurarsi che tutti vedano la bocca come parte del nostro organismo. Fondamentalmente, le malattie della bocca possono influire sul nostro stato di salute generale».  Lo studio, intitolato “Periodontitis increases risk of viable bacteria in freshly drawn blood donations”, è stato pubblicato online il 2 febbraio 2021 in Blood Transfusion, prima dell’inclusione in un numero.vvvv

ENPAM: BOLLETTINI DI QUOTA A E POSSIBILE ESONERO CONTRIBUTIVO

Gentile Dottore/essa, la Fondazione Enpam ha rinviato di un mese il termine per pagare la Quota A 2021. La decisione è stata presa per dare tempo a tutti i medici e i dentisti, che ritengono di averne diritto, di fare domanda per l’esonero dei contributi previdenziali previsto dallo Stato con la legge di Bilancio. Per sapere se rientra tra i beneficiari e per informarsi come fare domanda consulti la pagina a questo link: https://www.enpam.it/comefareper/covid-19/richiesta-di-esonero-contributivo/ Le nuove scadenze per la Quota A 2021 saranno: 31 maggio (prima rata o rata unica per chi paga in unica soluzione); 31 luglio (seconda rata); 30 settembre (terza rata); 30 novembre (quarta rata).   Se presenta domanda di esonero, non dovrà pagare la Quota A fino a nuova comunicazione legata alla pubblicazione del relativo decreto attuativo. Appena saranno disponibili ulteriori dettagli sull’esonero contributivo, la Fondazione ne darà notizia nell’edizione settimanale del Giornale della previdenza e sul sito www.enpam.it Se non fa richiesta di esonero, dovrà versare la Quota A con i bollettini Mav che può scaricare già da ora dalla sua area riservata. La Fondazione infatti quest’anno non spedirà i MAV per posta, con l’ulteriore vantaggio, oltre alla semplificazione della procedura, di ridurre i costi di riscossione a suo carico.
Se non riesce a entrare nell’area riservata, potrà chiedere i duplicati dei Mav alla Banca Popolare di Sondrio chiamando il numero verde 800.24.84.64.
Cordiali saluti
La Fondazione
1 97 98 99 100 101 218