Test salivare della troponina cardiaca, grandi potenzialità

(da MSD Salute e Popular Science)   I risultati preliminari su un test point-of-care, sviluppato per valutare la troponina cardiaca I (cTn1) nella saliva anziché nel sangue, hanno dimostrato che la cTn1 può essere rilevata nella saliva dei pazienti con comprovati danni cardiaci.  Ciò emerge da un piccolo studio condotto su 41 pazienti da Roi Westreich della Soroka University di Beer Sheva, secondo cui i risultati del test possono essere ottenuti entro 10 minuti, a fronte di un’ora richiesta dal test standard. Sono comunque necessarie altre ricerche su un campione più ampio per accertare per quanto tempo la troponina rimane nella saliva dopo un attacco cardiaco, nonché quanti pazienti riceverebbero una diagnosi erronea di attacco cardiaco e quanti casi verrebbero mancati.

I ricercatori desiderano sviluppare un’opzione per la diagnosi iniziale e precoce al di fuori dell’ospedale, ossia negli studi medici comunitari, nei piccoli ospedali di provincia e nelle ambulanze, oppure nel domicilio del paziente.   In questi contesti l’elevata accuratezza del test di laboratorio della troponina ad alta sensibilità (hs-cTn1) non è indispensabile, ma piuttosto un elevato valore predittivo negativo ed una buona sensibilità sono parametri affidabili per valutare la performance dei test.   Come affermato da alcuni esperti, il presente studio è ristretto e limitato, ma è comunque molto importante alla luce della possibile efficacia che un test del genere potrebbe apportare nel miglioramento della salute del paziente.   Lo studio rivela soltanto la praticabilità del test e le eventuali possibilità per il futuro. Il test impiegato nello studio ha una soglia di rilevamento molto elevata, ma si tratta comunque di un’innovazione nel campo dei test per i biomarcatori cardiaci, ed in particolare negli approcci meno invasivi per il paziente.

Un test salivare rapido effettuato in ambulanza per identificare i pazienti che presentano infarti miocardici sostanziali potrebbe costituire un contributo utile all’assistenza al paziente facilitando il trasferimento diretto in centri cardiologici, posto che possa rivaleggiare con la performance dei test ematici point-of-care  più moderni per la troponina cardiaca. Un ECG dovrebbe sempre essere il test di prima linea in un paziente con dolore cardiaco acuto, allo scopo di stabilire se sia necessaria una riperfusione coronarica immediata.    Un test della troponina rapido, sensibile e point-of-care, in combinazione con un ECG a 12 derivazioni e con la valutazione clinica, potrebbe consentire di prendere decisioni dirette. Analogamente ai test di gravidanza domiciliari, l’analizzatore impiegato nel presente studio si basa sul test immune a flusso laterale, nel quale un campione liquido scorre lateralmente rispetto ad una membrana di nitrocellulosa: si formano due linee se la molecola target è presente nel campione, e solo una se essa non c’è.   E’ stato riscontrato che i pazienti che presentano livelli ematici di cTn1 non superiori a 100 ng/l tendono a risultare negativi al test salivare. In questo campo c’è comunque ancora molto da fare, e la validità del test, le sue implicazioni nell’accuratezza della diagnosi ed il suo impatto sugli esiti clinici sono ancora da determinarsi.

Anomec presenta pdl, per cittadini assicurati libertà scelta medico

(da Adnkronos Salute) – “Oggi circa un italiano su tre ha un’assicurazione sanitaria aziendale. Negli ultimi anni gli istituti assicurativi stanno praticando una politica che favorisce l’assistenza diretta presso centri convenzionati (in alcuni casi di loro proprietà) escludendo, per moltissime prestazioni, ogni possibilità di rimborso indiretto ovvero presso medici non convenzionati scelti dal paziente. In altri casi i rimborsi indiretti sono molto penalizzanti rispetto a quelli in forma diretta. Questo regime monopolistico di erogazione vincola dunque la libertà del paziente di scegliere il proprio medico e di conseguenza la terapia che ne consegue”. E’ quanto denuncia l’Anomec (Associazione nazionale medici e odontoiatri convenzionati), che sul tema ha presentato un esposto all’Antitrust ed ora una proposta di legge 

Questa tendenza – ricorda l’associazione per bocca della sua presidente Maria Rita Vannetti – “ha determinato numerosi esposti di associazioni di consumatori, dell’Ordine dei medici e di associazioni di categoria e non si contano i reclami all’Ivass”.  La proposta di legge (n. 2775) presentata da Anomec, con la consulenza del professor Pietro Ichino, “prevede un semplice principio: il paziente assicurato deve poter ottenere lo stesso rimborso per una data prestazione a prescindere dal regime, sia esso diretto o indiretto. Il paziente assicurato pertanto diviene libero di scegliere dove e come curarsi senza dover rinunciare ad un diritto sancito dalla legge italiana. Ciò chiaramente non determina alcun aumento di spesa per le assicurazioni, né ovviamente per i pazienti che possono anzi scegliere liberamente”, spiega la presidente Anomec.

“La legge, semplice e simmetrica, in poche settimane – riferisce Vannetti – ha avuto già l’appoggio formale di Altroconsumo, di tutte le più importanti società scientifiche odontoiatriche (peraltro le più numerose nel panorama medico) e mediche (altre stanno valutando poiché gli statuti vietano interventi politici), e gode dell’appoggio della Commissione Albo Odontoiatri (Cao) dell’Ordini dei Medici e di molti sindacati ed associazioni di categoria”, conclude.

Vaccino: nessun medico si tiri indietro, chi lo rifiuta è indegno

(da DottNet)   Il messaggio, ripetuto come se fosse una sola voce, risuona forte e chiaro dal nord al sud della penisola, senza distinzioni: “massima fiducia e tranquillità nel vaccino anti-Covid”. Quella di oggi è una giornata speciale, “di attesa e speranza” perchè “segna l’inizio di un nuovo momento, che lentamente porterà a uscire dal tunnel della pandemia”. E’così che l’esercito di medici e infermieri, che per primi oggi hanno ricevuto il nuovo vaccino Pfizer-Biotench, raccontano le loro emozioni e sensazioni.  “Oggi comincia una nuova era – ha riassunto il presidente degli ordini dei medici, Filippo Anelli – l’era in cui noi possiamo dire che abbiamo uno strumento per porre fine a una pandemia. I vaccini hanno rappresentato questo nel corso della storia dell’umanità. Abbiamo addirittura eradicato una malattia, il vaiolo, tolto di mezzo un virus e ridotto quasi sino alla scomparsa altre malattie. Tra queste vorremmo che ci fosse un giorno anche il Covid”.

Impressioni che hanno trasmesso i medici e gli infermieri che si sono vaccinati per primi. “Nessuno si tiri indietro, il vaccino e’ sicuro, tutte le fasi sono state svolte con grande serietà rispettando i tempi necessari per le scelte migliori”, ha detto Rosaria Capobianchi, direttore laboratorio di virologia dello Spallanzani prima vaccinata in Italia, che spiega la sua adesione alla campagna. “Nessuno si tiri indietro. Questa scelta e’ sicura, di assoluto altruismo e amore per i nostri cari e per la comunità. I vantaggi sono enormi”. “Io spero di essere il primo a vaccinarmi appena inizierà la fase 1. Io sono un medico e i medici devono dare l’esempio. Un medico che rifiuta la vaccinazione non è degno di questo mestiere”, ha detto l’assessore alla Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, nella giornata di avvio della campagna di vaccinazioni contro il Covid nel Policlinico di Bari. Auspicando “che tutti gli operatori sanitari chiamati a vaccinarsi rispondano a questo appello”, Lopalco ha aggiunto che “dobbiamo porre questa muraglia contro il virus che si chiama vaccinazione”.

“C’era un’atmosfera di grande attesa, aspettativa e fiducia – racconta Michele Lisco, medici di famiglia e membro della task force rischio Covid della Asl di Brindisi – Il messaggio che vogliamo dare ai cittadini è che abbiamo la massima fiducia e tranquillità nei vaccini e anche loro devono averla. Lentamente arriveremo a vaccinare tutti e potremo tornare ad avere una vita normale, anche se ciò non significa che dobbiamo ridurre le misure di precauzione nel frattempo, che vanno comunque mantenute“. Anche per Carlo Vernelli, medico in servizio presso la clinica malattie infettive dell’azienda ospedaliera di Terni e uno dei primi a riceve il vaccino anti-Covid all’ospedale di Spoleto, quello di oggi “è un passo importante per il contrasto al Covid e non ho mai avuto alcun dubbio sul fatto di dovermi vaccinare. Nel vaccinarmi ho avvertito un po’ di emozione – ha aggiunto -, ma ho la certezza che questo sia il comportamento da adottare a tutti i livelli, dai più giovani agli anziani”. Per Fiorenzo Corti, vice segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), che ha ricevuto oggi il vaccino a Milano, “l’iniezione è stata tranquilla e indolore. Quella di oggi è una testimonianza che serve a tranquillizzare i cittadini che nutrono dubbi sul vaccino, sviluppato in tempi molto rapidi. Ci deve essere l’impegno a fare in modo che la maggioranza degli operatori sanitari si vaccini e noi medici di famiglia siamo disponibili a dare il nostro contributo, vaccinando, così come fatto con il vaccino antinfluenzale”.

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini degli infermieri (Fnopi), tra i primi a ricevere stamattina il vaccino anti-Covid a Milano, ha sottolineato come vaccinarsi “per un infermiere è un dovere verso i cittadini, verso i colleghi e anche verso la scienza in cui crediamo”. In tutta Italia gli infermieri sono stati e sono pronti a vaccinare e farsi vaccinare, da Nord a Sud, rileva la Fnopi, e in molte Regioni le regole seguite hanno voluto proprio che fossero i presidenti degli Ordini di infermieri e medici i primi a cui somministrare il vaccino nel V-Day. Tra questi c’è stata Lucia Premoli, infermiera della Rianimazione dell’ospedale di Codogno tra gli operatori che hanno assistito il ‘paziente 1’ Mattia Maestri, la prima ad essere stata vaccinata contro il Covid nel presidio ospedaliero del Lodigiano simbolo della pandemia. L’infermiera ha ringraziato la sua azienda per “l’opportunità che mi ha offerto: essere di esempio per tutti i miei colleghi. Non abbiamo altra strada da percorrere – ha concluso – per tornare a una vita normale”.

Il calendario

Terminato il vaccino day si guarda già a domani e alle tappe che, soprattutto dalla primavera all’autunno, scandiranno la vera e propria vaccinazione di massa. Si punta a una copertura dell’80%. In totale l’Italia ha opzionato 202 milioni di dosi, il 13,4% dell’Ue, “dotazione sufficiente per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte”. Novità importanti arrivano dall’Inghilterra per il vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford: è “efficace al 95%”, come quelli già approvati di Pfizer e Moderna, “ed è in grado di eliminare al 100%” i sintomi gravi che portano ai ricoveri per Covid-19, dice al Sunday Times Pascal Soriot, ad di AstraZeneca. Secondo il domenicale, il via libera delle autorità britanniche al vaccino arriverà “entro giovedì” mentre la sua distribuzione dovrebbe avvenire a partire dal 4 gennaio.

    – VACCINO DAY: il 27 la data per il via ufficiale alla vaccinazione. Per questa giornata sono state previste 9.750 dosi di vaccino Pfizer-BioNTech in numero “simbolico”. La distribuzione vera e propria parte da domani 28 dicembre e all’Italia arriveranno circa 470mila dosi del siero Pfizer-BionTech ogni settimana.

– TEMPI E QUANTITÀ DI DOSI PFIZER, MODERNA E ASTRAZENECA – Del vaccino protagonista di questa prima fase italiana ed europea, quello di Pfizer-BioNTech, con il nome commerciale di Cominarty sono previste 27 milioni di dosi: 8,8 nel primo trimestre 2021, 8,1 nel secondo trimestre, 10,1 nel terzo. L’accelerazione dell’Ema in Ue per il vaccino dell’americana Moderna, il cui ok è previsto per il 6 gennaio, cui seguirà un evento pubblico dedicato ai cittadini l’8 gennaio, porterà 10,8 milioni di dosi: 1,4 nel primo trimestre, 4,7 nel secondo e altrettante nel terzo. Ai 38 milioni di vaccini certi Pfizer e Moderna bisogna aggiungere quelli ulteriormente opzionati che l’Ue sta negoziando con le stesse due case farmaceutiche, e poi gli altri che arriveranno in approvazione. Per AstraZeneca opzionate 40 milioni di dosi.

    – ALTRI VACCINI: alla fine dei processi autorizzativi l’Italia potrà contare, in caso vadano tutti a buon fine, anche su 26,92 milioni di dosi per il contratto con Johnson&Johnson; il contratto con Sanofi 40,38 milioni; il contratto con CureVac 30,28 milioni di dosi. In arrivo forse per l’estate anche il vaccino tutto italiano di Reithera in collaborazione con lo Spallanzani. Uno dei 65 vaccini in fase clinica che ha completato la fase 1.

    – CATEGORIE PRIORITARIE. VACCINAZIONI NEI 4 TRIMESTRI: la prima tranche di circa 10 milioni di dosi nel primo trimestre 2021 (8,749 milioni di dosi Pfizer e 1.346.000 di dosi Moderna appena ci sarà in via libera Ema) servirà a vaccinare le categorie individuate come prioritarie nelle fase iniziale della campagna di immunizzazione. Tra queste, figurano gli operatori e lavoratori sanitari e socio-sanitari (1.404.037 persone), il personale e gli ospiti dei presidi residenziali per anziani (570.287) e gli anziani over 80 (4.442.048).  Nelle fasi immediatamente successive a queste prime vaccinazioni le persone dai 60 e 79 anni (pari a 13.432.005) e la popolazione con almeno una comorbilità cronica (7.403.578). Tra il secondo e il terzo trimestre insegnanti e personale scolastico, e le altre categorie di popolazione appartenenti ai servizi essenziali come Forze dell’ordine, personale delle carceri e dei luoghi di comunità. Nel quarto trimestre tutti gli altri.

    – GRATUITÀ: l’acquisto del vaccino e’ centralizzato, non obbligatorio e verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani in strutture pubbliche e successivamente con l’aiuto dei medici di base.

    – LOGISTICA: per i vaccini con catena del freddo standard si adotta un modello di distribuzione con un sito nazionale di stoccaggio e una serie di siti territoriali. I vaccini che invece necessitano di una catena del freddo estrema verranno consegnati direttamente dall’azienda produttrice presso 300 punti vaccinali sul territorio. Per la distribuzione saranno coinvolte le Forze armate.

    – PERSONALE: “Sono circa 19.400 medici e altri sanitari” che si sono candidati per il reclutamento della campagna vaccinale, “un risultato davvero confortante, speriamo di iniziare presto le selezioni” ,ha riferito il commissario Domenico Arcuri lo scorso 23 dicembre.

    – FARMACOSORVEGLIANZA: L’Aifa lavorera’ per assicurare il massimo livello di sicurezza nel corso della campagna di vaccinazione. L’obiettivo è quello di predisporre una sorveglianza aggiuntiva sulla sicurezza dei vaccini stessi, monitorando gli eventuali eventi avversi ai nuovi vaccini Covid.
    Sempre l’Aifa, inoltre, avviera’ studi indipendenti e si è dotata di un comitato scientifico specifico per tutto il periodo della campagna vaccinale.

La ricerca

Prosegue senza sosta la ricerca per trovare cure e vaccini contro il Sars-Cov-2. A livello internazionale, sono 2.345 i trial clinici registrati sul database ClinicalTrials.gov. Mentre 135 sono le sperimentazioni in corso sui 59 candidati vaccini disponibili, di cui 4 sono già stati approvati in alcuni paesi. A fare il punto sulla ricca produzione di evidenze scientifiche che sta accompagnando la pandemia Covid-19 è la nuova infografica realizzata dal Gruppo di lavoro “Trial Clinici” dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), con dati aggiornati al 18 dicembre.  Mentre in Italia e nel resto d’Europa, inizia la somministrazione delle prime dosi del vaccino Pfizer/Biontech, prosegue senza sosta la ricerca in quest’area: 135 sono i trial in corso nel mondo per un totale di 641.164 volontari arruolati.

Il 19% di questi studi è già in fase 3, ovvero in sperimentazioni su un numero molto largo di pazienti. E’ la Cina a contarne il maggior numero, ben 43 studi in corso su vaccini, seguita dagli Stati Uniti con 21 e dalla Gran Bretagna con 12. A essere studiate sono tutte le tecnologie disponibili: Rna, Dna, vettore virale, virus inattivato, particelle pseudovirus (Virus-Like-Particle) e subunità proteica. Grande è anche la varietà della somministrazione: inframuscolare, sottopelle, intranasale, venosa, orale.   Sono 4, al 21 dicembre, i vaccini approvati nel mondo: quello di Pfizer, sviluppato da Stati Uniti e Germania, ha avuto il via libera in Unione Europea, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Arabia Saudita, Bahrain; Sinopharm sviluppato dalla Cina, costituito dal SARS-CoV-2 inattivato e approvato in Emirati Arabi, Cina e Bahrain; lo Sputnik V, sviluppato e approvato in Russia e che utilizza come vettore virale un adenovirus. Infine il vaccino a mRna dell’azienda Moderna sviluppato insieme al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIH) statunitense, è stato approvato negli Usa e, dal 23 dicembre, anche in Canada, ma la richiesta per l’immissione in commercio in Europa è in corso e potrebbe essere conclusa in una riunione straordinaria dell’Agenzia Europea dei Medicinali in programma il 6 gennaio 2021. 

Tutto questo va di pari passo con gli studi sui farmaci anti Covid. Dei 72 in corso in Italia, 50 sono stati autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa): 24 appartengono alla categoria degli immunomodulanti (cercano di mitigare la risposta infiammatoria generata nell’organismo dall’infezione), 10 studi si basano sull’uso di plasma iperimmune dei convalescenti, 10 su antitrombotici, 7 su antimalarici, 6 sugli antivirali. Inoltre, il 73% sono randomizzati, ovvero assegnano in modo casuale ai volontari il farmaco o il placebo, e il 77% di questi studi coinvolgono più centri di ricerca, aspetto qualificante perché permette di osservare i risultati in contesti clinici diversificati. Pochi giorni fa inoltre, Aifa ha annunciato anche l’intenzione di valutare l’avvio di una sperimentazione sugli anticorpi monoclonali, gli stessi usati anche da Donald Trump e già autorizzati in via di emergenza in alcuni paesi, tra cui Stati Uniti e Canada.

Le nuove maxi Asl dopo le fusioni. Meglio o peggio? Lo studio di Fiaso

Il lavoro presentato al Forum Risk Management 2020. Ripa di Meana: “Molte realtà sono state sottoposte a uno stress test da fusione, al quale si è poi aggiunto quello imposto dell’emergenza pandemica, nel corso della quale molte Aziende hanno tenuto proprio perché i loro DG sono stati in grado di “esserci”.   Leggi L’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=90992&fr=n

Aifa, efficacia e sicurezza della vaccinazione: vantaggi e reazioni

(da DottNet)  Il vaccino contro il Covid, che inizierà a essere somministrato il 27 dicembre in Italia, non provoca la malattia né alterazioni del Dna e solo in casi rarissimi può dare reazioni allergiche gravi. I rischi arrivano invece da altro dall’acquisto privato del vaccino su internet o attraverso canali alternativi alla somministrazione autorizzata, che sarà gratuita e su chiamata. A fare chiarezza è l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che ha pubblicato online un documento  (https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccino-covid-19-comirnaty ) che risponde alle 35 domande più frequenti sul vaccino di Pfizer/Biontech.   Il vaccino, dal nome Comirnaty contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) e “non introduce nelle cellule il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike”.   Quanto al dubbio se la vaccinazione possa “provocare il Covid o altre alterazioni genetiche”, Aifa risponde: “nel vaccino non sono coinvolti virus interi o vivi, perciò non può causare malattie. L’mRNA del vaccino come tutti gli mRNA prodotti dalle cellule si degrada naturalmente dopo pochi giorni” e “non resta nell’organismo“. Gli studi condotti fino a oggi mostrano che, con l’iniezione di due dosi, protegge con un’efficacia del 95% dalla malattia Covid ed è “plausibile” che impedisca anche di infettarsi e trasmettere ad altri la malattia, ma in attesa di conferme, i vaccinati “devono continuare ad adottare le misure di protezione anti Covid”.  Rispetto alla durata della protezione, per ora il periodo di osservazione è stato di pochi mesi ma “è probabile, sulla base di studi su altri coronavirus, che duri 9-12 mesi”.

Sicurezza vaccini. Aifa: “Su 23 milioni di vaccinazioni, solo 6.757 segnalazioni di sospette reazioni avverse (lo 0,02%), 19 i decessi ma nessuno correlato al vaccino”

Le reazioni più comuni sono state febbre, reazioni cutanee nel sito di inoculo, irritabilità e iperpiressia. Segnalati anche 19 decessi ma nessuno di questi è risultato correlato alla vaccinazione. Il maggior numero delle segnalazioni per il antimeningococco B, anti Rotavirus e antimeningococco C. Magrini: “I dati del 2019 confermano l’ottimo profilo di sicurezza dei vaccini che, nonostante l’alto numero di dosi somministrate, presentano un numero limitato di reazioni avverse, soprattutto non gravi e con risoluzione spontanea e completa”   Leggi L’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=91007&fr=n
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