Ministero e Iss: la guida sui test, quali e quando

(da DottNet)    Ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno appena pubblicato una nuova guida che delinea le strategie ottimali per i tamponi e soprattutto quali fare. Tra le indicazioni quella che il Test molecolare è da preferire in presenza di un caso sospetto sintomatico mentre il test rapido può essere la prima scelta per un contatto stretto di caso confermato. Test invece non raccomandato per i contatti di contatti stretti di caso confermato.
I contenuti principali del documento 
Casi sospetti e casi positivi
– Il test è mirato alla ricerca del virus nel contesto delle indagini cliniche ed epidemiologiche di soggetti con sintomatologia compatibile con una infezione da SARS-CoV-2, inclusi i contatti stretti sintomatici, e ai test effettuati per definire la guarigione dei casi positivi.
Contatti stretti asintomatici
– I test devono essere limitati ai contatti stretti di un caso confermato sia che il test sia prescritto all’inizio che alla fine della quarantena di 10 giorni. A tal proposito si faccia riferimento alla circolare del Ministero della Salute n. 32850 del 12 ottobre 2020 “COVID-19: indicazioni per la durata ed il termine dell’isolamento e della quarantena”.
– Non è raccomandato prescrivere test diagnostici a contatti di contatti stretti di caso confermato; qualora essi vengano richiesti in autonomia, i soggetti non devono essere considerati sospetti né essere sottoposti ad alcuna misura di quarantena né segnalati al Dipartimento di Prevenzione tranne i positivi che vanno sempre comunicati.
– Se la richiesta dei test diagnostici, anche in ambito scolastico, per i contatti stretti, viene effettuata dal PLS/MMG, deve essere sempre accompagnata dalla segnalazione al Dipartimento di Prevenzione di competenza. Allo stesso tempo deve essere raccomandato al soggetto di rispettare l’isolamento domiciliare in attesa del risultato del test.
Indicazioni e considerazioni generali
– L’analisi diagnostica può essere effettuata solo presso laboratori, altamente specializzati, di riferimento reionali e laboratori aggiuntivi individuati dalle Regioni secondo le modalità e le procedure concordate con il Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità.
– I dati relativi ai test da qualsiasi soggetto vengano eseguiti devono essere riportati al Dipartimento di Prevenzione (DdP) per evitare ripetizioni di test e soprattutto un allineamento tra risultati dei test e azioni di sanità pubblica da parte del DdP.
– La persona in attesa del risultato del test deve essere posta in quarantena. Se il risultato del test è positivo il DdP prescriverà l’isolamento alla persona interessata e la quarantena ai contatti stretti. Sebbene i test molecolari siano quelli di riferimento per sensibilità e specificità, in molte circostanze si può ricorrere ai test antigenici rapidi che, oltre essere meno laboriosi e costosi, possono fornire i risultati in meno di mezz’ora e sono eseguibili anche in modo delocalizzato e consentono se c’è link epidemiologico di accelerare le misure previste; per maggiori dettagli si veda la tabella sinottica allegata
– Nei punti di esecuzione dei test (inclusi i drive-in) va definito un accesso prioritario per i test diagnostici prescritti ai soggetti sintomatici e ai contatti stretti asintomatici di un caso confermato e alle altre categorie previste. L’esecuzione di test non prioritari potrebbe essere organizzata in altri contesti separati e con altre modalità per evitare di allungare i tempi di prelievo (ad esempio presso laboratori accreditati) e di risposta del risultato essenziali per le successive indagini cliniche e per azioni di sanità pubblica.
– Nel caso di test antigenici rapidi si suggerisce un adeguato approvvigionamento di strumentazione per la lettura dei tamponi al fine di ottimizzare la capacità di fornire risultati in meno di 30 minuti direttamente sul luogo di prelievo. La strumentazione viene fornita insieme ai test per quelli che usano la fluorescenza (FIA) o altri sistemi strumentali mentre i test immunocromatografici non necessitano di lettori.
– Alla luce del previsto diffuso uso del test antigenici rapidi e della loro semplicità di esecuzione, è ipotizzabile attuare un coinvolgimento della rete dei pediatri di libera scelta e del medico di medicina generale per l’uso nei diversi contesti organizzativi, incluso quello delle indagini di comunità, fermo restando la necessità di garantire le misure organizzative, di prevenzione e protezione adeguate.
– Allo stato attuale i test rapidi salivari (antigenici o molecolari) sono in fase di valutazione anche in contesti territoriali. Le attuali esperienze pilota permetteranno raccogliere dati utili per definire le loro indicazioni di utilizzo nel prossimo futuro.
– Si rappresenta che la definizione di “caso confermato” dovrebbe essere aggiornata in relazione all’utilizzo dei test antigenici rapidi senza una conferma con test molecolari soprattutto in presenza di situazioni con link epidemiologico dove la positività del test rapido individua di per sé l’intervento come “caso”, per l’attivazione rapida delle azioni di controllo.  
 È importante la condivisione dei dati a livello locale/regionale/nazionale delle validazioni su vari tipi di test antigenici rapidi, inclusi quelli salivari, in commercio nel nostro paese per ottimizzare le strategie del loro uso
– Si sottolinea che l’evoluzione delle diverse tipologie dei test è continua e che ai fini della loro valutazione possono essere considerate affidabili le validazioni effettuate dalle agenzie regolatorie dei Paesi del G7.

Terapia intensiva, documento Fnomceo-Siaarti per consentire trattamenti in condizioni eccezionali

(da Doctor33)    Durante la prima fase della pandemia di Covid-19 i medici si sono trovati a dover scegliere quali pazienti ammettere in Terapia Intensiva. Problema che rischia di succedere di nuovo. Né il medico né la persona malata devono essere lasciati soli. Da questi assunti si è reso necessario un documento congiunto elaborato dalla Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, e dalla Siaarti, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, per stabilire dei criteri, coerenti con i principi etici e con quelli professionali, che possano supportare il medico, qualora si trovi di fronte a scelte tragiche, dovute allo squilibrio tra necessità e risorse disponibili. E che possano garantire comunque al paziente i suoi diritti: dargli la certezza che non sarà abbandonato, ma sarà preso in carico con gli strumenti possibili, appropriati e proporzionati. Il documento è stato recepito dal Comitato Centrale – l’organo di governo – della Fnomceo. «La pandemia da SARS-COV-2 ha portato a un costante aumento del numero di pazienti con necessità di un supporto vitale respiratorio prolungato per insufficienza respiratoria acuta da polmonite interstiziale – scrivono Fnomceo e Siaarti nel Documento congiunto oggi approvato -. Infatti, nonostante le misure adottate per garantire a chiunque un trattamento adeguato (aumento massimale di tutte le risorse intensive e creazione di reti per il trasferimento inter-ospedaliero di pazienti), nelle aree più colpite si è reso necessario procedere a una allocazione delle risorse attraverso criteri di triage basati sul principio etico di giustizia distributiva».

«I criteri d’accesso ai trattamenti intensivi e sub-intensivi che si basano prioritariamente su principi di appropriatezza clinica e proporzionalità delle cure verso il singolo paziente, devono rispondere anche ad esigenze di giustizia distributiva e di equa allocazione delle risorse sanitarie disponibili – premettono ancora i medici -.L’accesso alle cure, indipendentemente dalle risorse e dalla garanzia dell’appropriatezza clinica, deve fondarsi sul ragionamento che è alla base del giudizio clinico, sulla proporzionalità e sulla adeguatezza delle cure secondo il Codice deontologico, in relazione al bilancio fra costi/benefici di ogni pratica clinica, commisurata agli esiti prevedibili di salute». Nelle situazioni emergenziali «il medico finalizza l’uso ottimale delle risorse alla salvaguardia della sicurezza, dell’efficacia e dell’umanizzazione delle cure evitando ogni discriminazione. Il medico deve altresì espletare ogni azione possibile per ottenere le necessarie risorse aggiuntive soprattutto in relazione ai trattamenti intensivi e sub intensivi – puntualizzano – Nel caso in cui lo squilibrio tra necessità e risorse disponibili persista, è data precedenza per l’accesso ai trattamenti intensivi a chi potrà ottenere grazie ad essi un concreto, accettabile e duraturo beneficio. A tale fine si applicano criteri rigorosi, espliciti, concorrenti e integrati, valutati sempre caso per caso, quali: la gravità del quadro clinico, le comorbilità, lo stato funzionale pregresso, l’impatto sulla persona dei potenziali effetti collaterali delle cure intensive, la conoscenza di espressioni di volontà precedenti nonché la stessa età biologica, la quale non può mai assumere carattere prevalente».

Il segretario della Fnomceo Roberto Monaco spiga: «Prima di ogni altra considerazione, dunque, dobbiamo fare di tutto perché il medico non sia costretto a queste scelte – continua – Dobbiamo aumentare i posti letto, i respiratori; dobbiamo aumentare il personale per gestirli, partendo dalla formazione. Se poi scelta deve esserci, abbiamo fatto in modo che non sia una scelta dettata dal momento ma condivisa, supportata dai principi del Codice deontologico, della Costituzione, e rispettosa del malato e della Professione medica. Il Codice Deontologico, infatti, è il faro che i professionisti seguono sempre, nel mare calmo come nella tempesta. E non è statico, ma dinamico, materia viva, così da poter accendere la sua luce laddove ce ne sia bisogno». La presidente Siaarti Flavia Petrini puntualizza: «Ci siamo impegnati per rendere espliciti e trasparenti i nostri processi decisionali, ancorando le nostre decisioni a solidi criteri di appropriatezza clinica e a principi etici ampiamente condivisi. Come peraltro affermato congiuntamente nel documento Fnomceo – Siaarti, auspichiamo, che attraverso una adeguata e rapida modifica del Codice di Deontologia, che riteniamo ormai inderogabile, si realizzi quanto prima quel concreto e utile supporto necessario ad affrontare, con le adeguate garanzie, il difficile compito che siamo chiamati di nuovo ad affrontare».

Mmg a rischio di implosione

(da M.D.Digital)   Potenziali infetti da testare, isolamenti da gestire, campagna vaccinale antinfluenzale e un rapporto con un sistema territoriale che continua a mostrare i propri limiti in moltissime realtà del nostro Paese stanno mettendo a dura prova la resistenza dei medici di famiglia. A testimoniarlo sono le continue denuncie che si levano da Nord a Sud del nostro Paese. Di recente la Fimmg di Pisa, in una nota stampa ha sottolineato l’insostenibile situazione determinatasi a seguito dell’aumento esponenziale dei contagi e delle procedure connesse.  “I medici di famiglia, in collaborazione con la continuità assistenziale e con le Usca, stanno operando oltre ogni limite per fronteggiare sul territorio l’emergenza sanitaria. Oltre a tutte le abituali patologie – precisa la nota –  i medici del territorio stanno curando casi di Covid-19 in numero dieci volte superiore a quelli ricoverati. Questo sforzo straordinario mantiene in vita la rete ospedaliera, ma non può sopportare anche il peso di richieste incongrue che causano perdite di tempo ed inutili discussioni”.

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Tamponi, Mmg obbligati e senza standard di sicurezza. Le ragioni di chi dice no

(da Doctor33)    Non ci saranno firme tecniche sull’accordo dei tamponi. Anche se ai sindacati il no dovesse costare l’esclusione da tutte le trattative regionali. Angelo Testa, presidente Snami spiega che «sulla volontarietà abbiamo mantenuto ferma la nostra pregiudiziale. Non eÌ possibile che ci sia una costrizione mentre il comparto vive un aumento esponenziale dei carichi di lavoro e la maggior parte degli studi è inidonea all’effettuazione di una prestazione laboratoristica a rischio». Salvatore Santacroce tesoriere Snami parte dall’esclusione dei sindacati del “no” dai tavoli per gli accordi regionali che indicheranno chi deve vaccinare e chi può. «È incostituzionale, sancisce la dittatura assoluta della Fimmg e la impugneremo».    

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Tamponi da Mmg, Fimmg e Intesa sindacale dicono sì. Accordi validi per tutti. Ecco quali sono

(da Doctor33)   I medici di famiglia eseguiranno i tamponi sui pazienti sospetti Covid, obbligati se hanno camici, guanti, visiere e mascherine. Saranno pagati 12 euro negli uffici del distretto o comunque se agiscono fuori dai propri studi, 18 se nel proprio studio. Si sbloccheranno intanto i fondi per fare diagnosi in studio. L’accordo è stato firmato prima da Fimmg e poi da Intesa sindacale (che raggruppa Cisl Medici, Fismu e Sumai) e a questo punto rappresenta quasi il 70% delle 37 mila deleghe di medici di famiglia iscritti a sindacati. Non hanno firmato Snami e Smi che, per come è congegnato il testo dell’intesa, rischiano di non essere ammessi alle trattative regionali preposte a valutare le modalità dell’esecuzione dei tamponi e della consegna degli apparecchi diagnostici.

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