Fnomceo: “Con la pandemia è emersa inesorabile l’impossibilità per lo Stato di governare 21 sanità regionali”

L’Ordine dei medici torna sulla questione del titolo V della Costituzione. “È emersa la carenza di un centro unico di governance, ad esempio per la raccolta di dati e informazioni, che selezionasse le sperimentazioni più efficaci e standardizzasse velocemente la risposta in tutto il territorio, in modo coerente in tutto il Paese”. Leggi l’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=84086&fr=n

Coronavirus, linee guida Oms su mascherine. No a uso generalizzato

(da Doctor33)   «L’uso esteso di mascherine da parte di persone sane nell’ambiente della comunità non è supportato da prove e comporta incertezze e rischi. Non esistono al momento evidenze secondo cui indossare una mascherina (sia medica che di altro tipo) da parte di tutta la comunità possa impedire la trasmissione di infezione da virus respiratori, incluso Covid-19». Lo ribadisce l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un nuovo documento con linee guida e criteri per sostenere i Paesi nel prendere una decisione sull’utilizzo generalizzato delle mascherine da parte della popolazione.

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Impatto della pandemia Covid-19 sui Medici di Medicina Generale: stato attuale e nuove prospettive

Carissimi Colleghi,
la pandemia da Covid-19 ha cambiato in questi mesi la nostra vita e il nostro modo di lavorare. In particolare quello dei Medici di Medicina Generale, sin da subito si sono trovati in prima linea ad affrontare enormi difficolta cliniche e logistiche.
Abbiamo deciso di creare una survey(tempo di compilazione 5 minuti) con l’intento di avere una fotografia del modo di affrontare l’epidemia da parte dei Medici di Medicina Generale nelle diverse province italiane. Inoltre, vorremo interrogarvi sulle prospettive future: cosa ci porteremo dietro da questa epidemia? Ci sono insegnamenti che potranno rivelarsi utili in futuro?
Le risposte del questionario saranno registrate in forma rigorosamente anonima e saranno considerate per un’eventuale pubblicazione scientifica in un giornale peer-reviewed in modo da essere consultabili da tutti voi.
Termine ultimo compilazione Survey 30 Aprile 2020

Servizio gratuito di consulenza specialistica online e riabilitazione respiratoria a distanza rivolto a paziente con infezione COVID-19 ion silamento domiciliare e in post-degenza

I pazienti affetti da COVID-19 presentano danni talvolta molto gravi all’apparato respiratorio. I sintomi principali sono: febbre tosse, dispnea, affaticamento respiratorio fino all’insufficienza respiratoria acuta. Questa situazione determina una profonda sofferenza nel paziente e una costante sensazione di “fame d’aria” Questi sintomi alimentano un circolo vizioso che crea uno stato di profonda ansietà psicologica. Il supporto domiciliare e la riabilitazione polmonare  (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32125127/) possono migliorare la funzionalità respiratoria, alleviare la dispnea e lo stato ansioso depressivo di questi pazienti migliorandone la salute e il benessere complessivo.

Il servizio è GRATUITO ed è rivolto ai pazienti COVID-19 in isolamento domiciliare e in post-degenza. Il servizio consiste nell’assistenza domiciliare del paziente e in un programma di riabilitazione respiratoria a distanza.

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Coronavirus, a medici e infermieri morti in servizio stesso indennizzo poliziotti caduti

(da Adnkronos Salute) – “Tutti ci dicono che siamo eroi, ma intanto 107 medici sono morti, come pure 28 infermieri. Allora serve una proposta di legge che tratti gli operatori sanitari morti in servizio esattamente come i poliziotti morti sul campo, riconoscendo le stesse indennità”. A sollecitare la politica a intervenire è Antonio Rebuzzi, professore di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma e direttore della Terapia intensiva cardiologica del Policlinico Gemelli, che insieme all’Adnkronos Salute e al canale tv su Sky Doctor’s Life (seguito da circa 100 mila medici e farmacisti italiani) chiede con forza al mondo politico di intervenire “con una proposta di legge che dia a medici e infermieri morti mentre erano impegnati a contrastare Covid-19 le stesse indennità dei poliziotti uccisi in servizio”.  “Siamo eroi? Alcuni colleghi sono morti alla soglia della pensione, altri richiamati in servizio, altri ancora quando avevano tutta la vita davanti. Dunque lo Stato – insiste Rebuzzi – deve riservare a questi operatori sanitari e alle loro famiglie lo stesso trattamento dei poliziotti morti in servizio: una somma agli eredi di questi colleghi, medici e infermieri caduti perché stavano facendo il proprio dovere. Vorrei proprio sapere chi sarà contrario, e soprattutto perché”, conclude il cardiologo, prima di andare a ‘bardarsi’ per entrare in servizio come ogni giorno in ospedale.

Mascherine, come aumentare la loro durata di utilizzo

(da M.D.Digital)  A causa della carenza di mascherine chirurgiche un gruppo di ricercatori si è attivato per trovare sistemi che ne possano aumentare la durata di utilizzo. In condizioni normali infatti una maschera chirurgica ha un ciclo di vita di circa 4 ore. Uno dei fattori che limita la durata utile effettiva della maschera chirurgica è l’elevata umidità dell’aria espirata dell’utilizzatore e l’emissione di goccioline di saliva che determinano un aumento dell’umidità nelle maschere. Con una duplice conseguenza, una crescita batterica e una irritazione cutanea. Una soluzione semplice ma a quanto pare estremamente pratica è quella di fare ricorso ai semplici tovaglioli di carta, di larghissima diffusione nella quotidianità di tutti, con un alto potere di assorbimento e un prezzo popolare. Corredare la mascherina chirurgica con un tovagliolo di carta riduce in modo significativo la quantità di vapore acqueo e lo assorbe insieme alle goccioline di saliva emesse dall’utilizzatore. Il tovagliolo di carta va opportunamente piegato a metà, formando un rettangolo che andrà quindi posizionato all’interno e al centro della mascherina che potrà quindi essere indossata.  La sostituzione del tovagliolo ripiegato va fatto ogni 30 minuti o quando si inizia ad avvertire disagio.  In questo modo è possibile aumentare la resistenza della mascherina chirurgica all’umidità e attenuare le irritazioni cutanee che derivano da un suo uso costante. Scaricando il pdf del lavoro è possibile vedere le figure che illustrano le modalità dell’uso di tovaglioli di carta con le mascherine chirurgiche.

(Yu N, et al. One more paper towel, longer protection. J Am Acad Dermatol 2020; doi: https://doi.org/10.1016/j.jaad.2020.03.064)  

RIAPERTURA STUDI E ATTIVITA’ LIBERO PROFESSIONALI

Facendo seguito a diversi interpelli di colleghi esercenti la libera professione, questo Ordine rende noto che gli studi dovrebbero essere ancora chiusi al pubblico fino a tutto il 3 Maggio, in accordo con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna n. 61 dell’11.4.2020, che ha sospeso qualunque erogazione di prestazioni sanitarie programmabili e non urgenti.

Ai sensi del vigente protocollo del 14 marzo sulle cautele igienico-sanitarie sui luoghi di lavoro, al momento della riapertura si consiglia la pulizia e la sanificazione degli ambienti.

La pulizia deve esser quotidiana, la sanificazione più assidua possibile anche se nel protocollo allegato non viene prevista una periodicità precisa (si veda il punto 4).

Prima comunque di fare accedere chiunque allo studio, si prevede che il titolare dello studio o un suo

collaboratore esegua un attento ‘triage’ anamnestico, anche telefonico, per accertarsi condizioni di salute del/della paziente.

La persona che deve farsi visitare non deve avere sintomi febbrili o tosse, o di malattia delle prime vie respiratorie in atto e nemmeno deve avere sofferto di sintomi simili nelle ultime due settimane. Inoltre non deve avere avuto contatti con persone contagiate da coronavirus.

All’atto della anamnesi, la stessa va appuntata su cartella di visita, anche elettronica, e si potrebbe (ma non è obbligatorio e nemmeno troviamo citato l’obbligo in qualche normativa) fare sottoscrivere alla persona una sorta di autocertificazione al momento del suo accesso in studio.

È chiaro che fino a che permarrà la situazione di “emergenza Covid” ogni accesso in studio professionale va limitato ai soli casi di urgenza e indifferibilità della prestazione.

Nello svolgimento della visita si richiede uso di DPI “reciproco” cioè paziente con almeno mascherina chirurgica (se non l’ha con sé, questa dovrebbe essere fornita dal professionista che lo visita) e professionista con mascherina FFP2 o equipollenti e guanti monouso.

L’accesso dei pazienti deve avvenire in sala di attesa in modo contingentato, senza affollamento e nel caso mantenendo distanziamento tra le persone presenti.

Va comunque garantita inoltre una corretta areazione e la pulizia degli ambienti fra una visita e l’altra.

 

Protocollo-condiviso-SICUREZZA-LUOGHI-LAVORO-docx

ordinanza_11_aprile2020

 

 

 

Dott. Michele Gaudio                                                                    Avv. Francesco Farolfi

Presidente OMCeO Forlì-Cesena                                         Consulente Legale OMCeO Forlì-Cesena

 

 

 

 

 

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