De Masi, il coronavirus è stato un grande test di sociologia

(da DottNet)   L’epidemia del coronavirus che sta mettendo sotto assedio la vita di tante persone è una vicenda inedita in questi anni connessi e digitali e pone non solo interrogativi medico-scientifici. “E’ anche un grande e prezioso esperimento sociologico. Ci fa capire che viviamo in un grande vicinato unico in cui le cose risuonano in modo rapido. Il modello per il futuro ha come pilastri la globalizzazione e la tecnologia”: è questo il parere di Domenico De Masi, professore emerito di sociologia del lavoro all’Università La Sapienza di Roma, a ‘Coronavirus – il punto’ dell’ANSA.  “Sotto la pressione di fatti imprevisti e di forte rilevanza – aggiunge il sociologo – scopriamo una serie di cose che avremmo potuto capire per conto nostro e con l’agio del tempo a disposizione. Penso alla dimensione globale – osserva – proprio mentre si parlava da più parte di una crisi della globalizzazione, la globalizzazione è esplosa in tutta la sua forza. Stiamo capendo che una cosa che avviene in una remota regione della Cina risuona da noi e rimbalza altrove. Ma penso anche all’importanza di lavorare da casa quando il lavoro lo consente – sottolinea De Masi – Si risparmia tempo e denaro, si può programmare la giornata e la vita e c’è meno inquinamento in città. In altri paesi il 10-15% dei lavoratori fa smart working, in Italia solo 500mila lavoratori su 23 milioni, una percentuale irrisoria dovuta ad una serie di motivi di carattere culturale”.    “Oggi le tecnologie ci consentono di interagire e le vedo in maniera ottimistica per le relazioni sociali, anche tra i ragazzi, non favoriscono l’isolamento. E nel caso del coronavirus sono fondamentali – riflette De Masi – Mentre si sta in quarantena con il corpo imbrigliato in quattro mura, la mente può spaziare dovunque interagendo. Abbiamo la fortuna, nella sfortuna, che questa situazione è capitata quando c’è Internet”. Un’esperienza ansiogena e globale come quella che stiamo vivendo può modificare la nostra società?     “Quello che sta avvenendo in questi giorni è un prezioso esperimento sociologico. E’ un passaggio ulteriore in una società post-industriale che rispetto a quelle precedenti non ha un modello teorico e vive un disorientamento totale – spiega il sociologo – Di certo stiamo capendo che il modello per il futuro ha come pilastri la tecnologia e la globalizzazione e abbiamo il beneficio di capire che siamo in un grande vicinato unico in cui le cose risuonano in modo rapido. E’ stato anche interessante vedere come gli italiani, che prima sono stati drastici con i cinesi, ora si lamentano perché all’estero fanno cose analoghe con noi. Così come è stato interessante notare un eccesso di allarmismo anche in una città razionale come Milano che si è presentata come un modello assoluto di convivenza, non ci si sarebbe aspettato un infantilismo di questo genere. Questo – conclude De Masi – è anche dovuto al fatto che non si è creata una regia centrale che obbligasse le regioni a fare le regioni. In un momento di urgenza, il comando centrale spetta allo Stato che prende decisioni per tutti, senza che tutti parlino, anche di fatti medici di cui non sanno nulla”.

CORONAVIRUS: GRAZIE AGLI OPERATORI DEI NOSTRI OSPEDALI E SERVIZI SANITARI!

La Presidenza della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Romagna, certa di interpretare tutti i romagnoli, vuole ringraziare dirigenti, medici, infermieri e tecnici, dipendenti e convenzionati, che operano nei nostri ospedali e nei servizi sanitari per il lavoro svolto in questi giorni di difficoltà, e per la professionalità e il senso di responsabilità dimostrati ancora una volta.

La nostra riconoscenza si estende ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Libera Scelta, alle Forze dell’Ordine, ai gruppi Volontari e a tutti coloro che in questi giorni stanno facendo fronte, anche solo veicolando corrette informazioni, a questa difficile situazione.

Ci preme esprimere pubblicamente la nostra gratitudine perché, con il vostro lavoro e i servizi che ogni giorno assicurate alle nostre comunità, siete garanzia per tutti i cittadini, ai quali, assumendo tutte le precauzioni del caso, state consentendo di fare una vita quasi normale.

Attraverso il coordinamento della Regione Emilia – Romagna, rispondendo ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con il lavoro efficiente e pronto dell’ASL Romagna, le Istituzioni romagnole hanno dimostrato di sapere collaborare, per questo ringraziamo anche le Prefetture che si sono fatte tramite del coordinamento necessario e indispensabile in casi come questo.

Ancora dobbiamo fare attenzione e tenere alta la guardia, per questo saranno decisive responsabilità e collaborazione non solo del Servizio Sanitario e delle Istituzioni, ma di tutti i concittadini e le concittadine, nel rispetto delle indicazioni di comportamento e delle limitazioni che anche per i prossimi giorni ci saranno date.

Siamo fiduciosi.

La Presidenza della CTSS della Romagna

Coronavirus e anamnesi del paziente: le limitazioni per la privacy

(da Odontoiatria33)     L’emergenza COVI-19 e le tutele di salute pubblica si devono raccordare anche con quelle della tutela della privacy, almeno secondo quanto indicato dal Garante che attraverso una comunicazione  (https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9282117) pubblicata il 3 marzo 2020, si esprime sulle attività di raccolta di dati in merito alla presenza di sintomi da nuovo Coronavirus e degli ultimi spostamenti dei lavoratori.  L’Autorità sottolinea che “i datori di lavoro devono astenersi dal raccogliere, anche attraverso specifiche richieste al singolo lavoratore o indagini non consentite, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi influenzali del lavoratore e dei suoi contatti più stretti o comunque rientranti nella sfera extra lavorativa. La finalità di prevenzione dalla diffusione del Coronavirus deve infatti essere svolta da soggetti che istituzionalmente esercitano queste funzioni in modo qualificato”.
E per i pazienti che si recano nello studio odontoiatrico?
“Premetto che mi trovo solo parzialmente d’accordo con la posizione assunta dal Garante, essendo questa una situazione eccezionale in cui, a parer mio, la salvaguardia della tutela dei terzi e gli obblighi del 2087 cc giustificano modalità di trattamento dei dati diversi rispetto all’ordinario”, ci dice l’avvocato Silvia Stefanelli che ha curato parte dei contenuti della sezione dedicata al nuovo regolamento europeo sulla privacy a disposizione degli abbonati ad Odontoiatria33 a questo link. http://www.odontoiatria33.it/news/   Se da una parte il Garante sottolinea l’obbligo, da parte dei dipendenti, di segnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, come ci si deve comportare con i pazienti che si rivolgono allo studio odontoiatrico?
“Consiglio di apporre in sala d’attesa una informativa in cui viene chiesto al paziente di informare il personale  o l’odontoiatra se si sono recati di recente in zone in cui sono presenti focolai del virus o se hanno i sintomi, elencandoli, magari motivando il cartello con il fatto che questi pazienti potranno richiedere al personale una mascherina di protezione”, consiglia l’avvocato Stefanelli che ricorda.
“Già per tutte quelle patologie o situazioni cliniche, come ad esempio l’Aids, il dentista non può richiedere al paziente di indicare se ne è affetto o meno, quindi anche per il Coronavirus ci si dovrà comportare allo stesso modo. D’altronde lo studio odontoiatrico già mette in atto, per tutti i pazienti, tutte quelle procedure previste per evitare la diffusione di infezioni ben più gravi”.
Nella comunicazione il Garante invita a rispettare le misure di prevenzione generale alle quali ciascun titolare della protezione dei dati personali dovrà attenersi per assicurare l’accesso dei visitatori a tutti i locali aperti al pubblico nel rispetto delle disposizioni d’urgenza indicate dal Ministero della Salute.
Garante che invita tutti i titolari del trattamento dei dati personali “ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della salute e dalle istituzioni competenti per la prevenzione della diffusione del Coronavirus, senza effettuare iniziative autonome che prevedano la raccolta di dati anche sulla salute di utenti e lavoratori che non siano normativamente previste o disposte dagli organi competenti”.

Coronavirus, da ENPAM e Governo misure d’emergenza per dentisti in zona rossa

(da Odontoiatria33)   L’ENPAM ha approntato misure d’emergenza per i medici e gli odontoiatri che lavorano o abitano nella zona rossa del Covid-19.In una nota informa che ai medici e ai dentisti che svolgono esclusivamente la libera professione e che in questo periodo non possono lavorare, l’Ente erogherà un sussidio sostitutivo del reddito come previsto nei casi di calamità naturale.   “Il diritto –viene spiegato- scatterà per i liberi professionisti della zona rossa o, se posti in quarantena dall’autorità sanitaria, anche fuori da tale perimetro”.“Nel caso si ammalassero e la patologia si protraesse nel tempo –spiegano da ENPAM- dal trentunesimo giorno scatterà l’assegno per malattia, recentemente introdotto dall’Ente, pari all’80 per cento del reddito”.  Tra le agevolazioni approvate anche la sospensione dei contributi previdenziali. L’ENPAM, si legge nella nota, “applicherà le norme di legge emergenziali che saranno previste dallo Stato. L’ente dei medici e dei dentisti in questo momento sta seguendo l’iter per assicurare una reazione tempestiva”.   Intanto anche il Governo ha approvato delle prime misure economiche a sostegno delle attività presenti nelle “zone rosse”, la sospensione dei versamenti delle imposte, delle ritenute e degli adempimenti tributari, che dovranno essere effettuati in unica soluzione entro il mese successivo al termine del periodo. La sospensione riguarda anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi. I sostituti di imposta aventi sede legale o operativa in tali comuni non operano le ritenute alla fonte per lo stesso periodo di sospensione. Infine, va ricordato che il Governo ha concordato con l’Abi la sospensione temporanea delle rate dei mutui e dal Mef si prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro.

Covid-19, Enpam pagherà oneri a medici in quarantena.

I medici di famiglia e i pediatri di libera scelta affetti dal coronavirus o in quarantena riceveranno dall’Enpam il ristoro degli oneri sostenuti per essere sostituiti. Il ministro del lavoro Nunzia Catalfo ha lasciato agli enti di previdenza dei professionisti la facoltà di agire nell’emergenza. Enpam ristorerà inoltre i mancati redditi dei medici di continuità assistenziale e 118 non in condizione di lavorare.
L’annuncio è stato dato dal presidente della Fondazione Alberto Oliveti, che è anche presidente dell’Adepp, associazione degli enti di previdenza privati. Oliveti risponde così anche a una lettera scritta dai presidenti d’Ordine di Lodi Massimo Vaiani e Milano Roberto Carlo Rossi i quali avevano chiesto ad Enpam la richiesta di sospendere i contributi previdenziali in quota A ai medici sostituiti nelle zone “rosse” e di sostenere i colleghi in “quarantena” ed anche i medici fiscali per i quali nelle regioni del Nord Inps ha sospeso le visite di controllo domiciliare, abbattendone lo stipendio. Per i medici fiscali a ieri sera era in corso una riunione in Enpam. Ai medici e ai dentisti liberi professionisti puri la Fondazione invece erogherà un sussidio sostitutivo del reddito e in caso di malattia dal 31° giorno scatterà l’assegno pari all’80 % del reddito. Sulla sospensione dei contributi previdenziali, «Enpam applicherà le norme di legge emergenziali che saranno previste dallo Stato».

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