Coronavirus, a medici e infermieri morti in servizio stesso indennizzo poliziotti caduti

(da Adnkronos Salute) – “Tutti ci dicono che siamo eroi, ma intanto 107 medici sono morti, come pure 28 infermieri. Allora serve una proposta di legge che tratti gli operatori sanitari morti in servizio esattamente come i poliziotti morti sul campo, riconoscendo le stesse indennità”. A sollecitare la politica a intervenire è Antonio Rebuzzi, professore di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma e direttore della Terapia intensiva cardiologica del Policlinico Gemelli, che insieme all’Adnkronos Salute e al canale tv su Sky Doctor’s Life (seguito da circa 100 mila medici e farmacisti italiani) chiede con forza al mondo politico di intervenire “con una proposta di legge che dia a medici e infermieri morti mentre erano impegnati a contrastare Covid-19 le stesse indennità dei poliziotti uccisi in servizio”.  “Siamo eroi? Alcuni colleghi sono morti alla soglia della pensione, altri richiamati in servizio, altri ancora quando avevano tutta la vita davanti. Dunque lo Stato – insiste Rebuzzi – deve riservare a questi operatori sanitari e alle loro famiglie lo stesso trattamento dei poliziotti morti in servizio: una somma agli eredi di questi colleghi, medici e infermieri caduti perché stavano facendo il proprio dovere. Vorrei proprio sapere chi sarà contrario, e soprattutto perché”, conclude il cardiologo, prima di andare a ‘bardarsi’ per entrare in servizio come ogni giorno in ospedale.

Mascherine, come aumentare la loro durata di utilizzo

(da M.D.Digital)  A causa della carenza di mascherine chirurgiche un gruppo di ricercatori si è attivato per trovare sistemi che ne possano aumentare la durata di utilizzo. In condizioni normali infatti una maschera chirurgica ha un ciclo di vita di circa 4 ore. Uno dei fattori che limita la durata utile effettiva della maschera chirurgica è l’elevata umidità dell’aria espirata dell’utilizzatore e l’emissione di goccioline di saliva che determinano un aumento dell’umidità nelle maschere. Con una duplice conseguenza, una crescita batterica e una irritazione cutanea. Una soluzione semplice ma a quanto pare estremamente pratica è quella di fare ricorso ai semplici tovaglioli di carta, di larghissima diffusione nella quotidianità di tutti, con un alto potere di assorbimento e un prezzo popolare. Corredare la mascherina chirurgica con un tovagliolo di carta riduce in modo significativo la quantità di vapore acqueo e lo assorbe insieme alle goccioline di saliva emesse dall’utilizzatore. Il tovagliolo di carta va opportunamente piegato a metà, formando un rettangolo che andrà quindi posizionato all’interno e al centro della mascherina che potrà quindi essere indossata.  La sostituzione del tovagliolo ripiegato va fatto ogni 30 minuti o quando si inizia ad avvertire disagio.  In questo modo è possibile aumentare la resistenza della mascherina chirurgica all’umidità e attenuare le irritazioni cutanee che derivano da un suo uso costante. Scaricando il pdf del lavoro è possibile vedere le figure che illustrano le modalità dell’uso di tovaglioli di carta con le mascherine chirurgiche.

(Yu N, et al. One more paper towel, longer protection. J Am Acad Dermatol 2020; doi: https://doi.org/10.1016/j.jaad.2020.03.064)  

RIAPERTURA STUDI E ATTIVITA’ LIBERO PROFESSIONALI

Facendo seguito a diversi interpelli di colleghi esercenti la libera professione, questo Ordine rende noto che gli studi dovrebbero essere ancora chiusi al pubblico fino a tutto il 3 Maggio, in accordo con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna n. 61 dell’11.4.2020, che ha sospeso qualunque erogazione di prestazioni sanitarie programmabili e non urgenti.

Ai sensi del vigente protocollo del 14 marzo sulle cautele igienico-sanitarie sui luoghi di lavoro, al momento della riapertura si consiglia la pulizia e la sanificazione degli ambienti.

La pulizia deve esser quotidiana, la sanificazione più assidua possibile anche se nel protocollo allegato non viene prevista una periodicità precisa (si veda il punto 4).

Prima comunque di fare accedere chiunque allo studio, si prevede che il titolare dello studio o un suo

collaboratore esegua un attento ‘triage’ anamnestico, anche telefonico, per accertarsi condizioni di salute del/della paziente.

La persona che deve farsi visitare non deve avere sintomi febbrili o tosse, o di malattia delle prime vie respiratorie in atto e nemmeno deve avere sofferto di sintomi simili nelle ultime due settimane. Inoltre non deve avere avuto contatti con persone contagiate da coronavirus.

All’atto della anamnesi, la stessa va appuntata su cartella di visita, anche elettronica, e si potrebbe (ma non è obbligatorio e nemmeno troviamo citato l’obbligo in qualche normativa) fare sottoscrivere alla persona una sorta di autocertificazione al momento del suo accesso in studio.

È chiaro che fino a che permarrà la situazione di “emergenza Covid” ogni accesso in studio professionale va limitato ai soli casi di urgenza e indifferibilità della prestazione.

Nello svolgimento della visita si richiede uso di DPI “reciproco” cioè paziente con almeno mascherina chirurgica (se non l’ha con sé, questa dovrebbe essere fornita dal professionista che lo visita) e professionista con mascherina FFP2 o equipollenti e guanti monouso.

L’accesso dei pazienti deve avvenire in sala di attesa in modo contingentato, senza affollamento e nel caso mantenendo distanziamento tra le persone presenti.

Va comunque garantita inoltre una corretta areazione e la pulizia degli ambienti fra una visita e l’altra.

 

Protocollo-condiviso-SICUREZZA-LUOGHI-LAVORO-docx

ordinanza_11_aprile2020

 

 

 

Dott. Michele Gaudio                                                                    Avv. Francesco Farolfi

Presidente OMCeO Forlì-Cesena                                         Consulente Legale OMCeO Forlì-Cesena

 

 

 

 

 

Decreto Liquidità: come e chi può ottenere il credito previsto

(da Odontoiatria33)    Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Liquidità approvato dal Consiglio dei Ministri, diventano operative le misure a supporto di imprese, artigiani, autonomi e professionisti. Per capire come, analizziamo le norme che in questa fase di emergenza dovrebbero consentire ad imprese e liberi professionisti, se necessitano, di avere più liquidità.

Abbiamo posto alcune domande ad Alessandro Terzuolo, dottore commercialista dello studio Terzuolo Brunero & Associati di Torino e Milano, consulenti fiscali AIO.

Cosa ne pensa del D.L. liquidità appena approvato? Sarà d’aiuto al settore dentale?

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La sanità torni allo Stato

Naturalmente non credo che la proposta di riforma del Titolo V dei 5 Stelle, cui fanno eco anche le parole di Orlando (PD), avrà vita facile. Ma questa volta è diverso, tutti coloro che si opporranno dovranno stare molto molto attenti perché lo scontro politico su chi deve comandare sulla sanità, su come la sanità dovrà essere governata e organizzata come sistema, con il Coronavirus non avverrà più nel chiuso dei palazzi.  Leggi l’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=83534&fr=n

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