110 mila medici e infermieri a scuola di autodifesa nel 2019…

(da Adnkronos Salute) – Medici e infermieri a scuola di autodifesa contro le aggressione. Nel 2019 sono stati in totale 110 mila i sanitari, medici e infermieri, che hanno seguito e superato il corso Care (Consapevolezza, ascolto, riconoscimento, empatia) promosso dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) e la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). “A oggi – spiega la Fnopi all’Adnkronos Salute – hanno superato il corso 79.430 infermieri su 94.403 partecipanti a cui si aggiungono 18 mila medici, per un totale di oltre 110mila sanitari”.   “Chi ha avuto modo di applicare ciò che ha imparato ha registrato un riscontro positivo con una riduzione dell’aggressività nel 25-30% dei casi”, prosegue la Fnopi. “L’aumento delle aggressioni verbali ci spaventa – racconta Claudia, infermiera di sala operatoria che lavora ad Arezzo e ha frequentato il corso – Io non sono stata vittima di violenze fisiche ma ho avuto colleghi che sono stati aggrediti. Il corso è stato molto interessante perché ti spiega come, attraverso specifiche tecniche verbali e di comportamento, è possibile evitare che situazioni incandescenti esplodano del tutto. Mi è capitato tempo fa – aggiunge – di metterle in atto nei confronti di un paziente che ha alzato la voce e ho subito notato che seguendo i consigli appresi al corso sono riuscita a farlo calmare senza che la situazione degenerasse. Mi auguro però – conclude – di non doversi trovare da sola a fronteggiare una possibile violenza fisica”.  Il corso è composto di 12 sezioni: per ognuna sono previste alcune attività obbligatorie; uno o più video relativi ad argomenti specifici; la consultazione dei testi dei video; un questionario di valutazione Ecm (la formazione obbligatoria per i medici e gli infermieri) con domande a risposta multipla che sondano le conoscenze acquisite. La filosofia del corso si basa sulla ‘de-escalation’, una serie di interventi basati sulla comunicazione verbale e non verbale, appunto, che hanno l’obiettivo di diminuire l’intensità della tensione e dell’aggressività nella relazione interpersonale.  “La persona che assume un atteggiamento aggressivo è un soggetto che non si sente compreso e attraverso il suo comportamento violento vuole esprimere questo disagio: il compito di ogni operatore è riconoscere queste particolari esigenze per evitare episodi di rabbia incontrollata e comprendere il suo stato d’animo e le sue emozioni. Parliamo – prosegue la Fnopi – in questo caso dell’utilizzo del ‘talk down’, un meccanismo da prendere in considerazione anche in presenza di elementi che possano ferire i soggetti presenti (martelli, coltelli, oggetti contundenti), ma in tal caso si dovrà pensare ad attuare un intervento mediato dalle Forze dell’ordine e allontanarsi”. “Contro le aggressioni occorre anche abbassare i toni della comunicazione in ambito sanitario e ricostruire un rapporto fiduciario tra professionista e paziente. Occorre far capire che quando si entra in un ospedale o si sale su un’ambulanza ci sono degli operatori qualificati e formati per prendersi cura delle persone. Se si accede al Pronto soccorso e viene assegnata una priorità lo si fa seguendo protocolli che hanno evidenze scientifiche”, spiega Giovanni Grasso, presidente dell’Ordine degli infermieri di Arezzo che ha realizzato la campagna #RispettaChiTiAiuta con uno spot che è diventato virale.

In Italia un terzo dei parti è ancora col cesareo. In Europa la media è di 1 su 4. Gi ultimi dati Eurostat

I dati sono relativi al 2017 e vedono al primo posto Cipro con il 54,8% di cesarei sul totale dei nati vivi. Ultima la Finlandia con il 16,5 per cento. Italia sesta con il 33,1% a fronte di una incidenza media europa del 25%. Rispetto al 2016 l’Italia registra comunque un calo di 10 mila cesarei cui corrisponde però anche un calo complessivo delle nascite, quindi la riduzione effettiva dell’incidenza dei cesarei sui parti naturali alla fine è di solo 1,8 punti percentuali in meno    Leggi l’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=79836&fr=n

Biotestamento. Dall’Omceo di Torino un modello per le Dat

Sul sito dell’Ordine dei medici una sezione dove approfondire le norme e scaricare il modello per la Dichiarazione anticipata di trattamento.“Scrivere una Dat è una scelta estremamente delicata. Abbiamo pensato di proporre una sorta di traccia”, spiega il presidente Omceo Guido Giustetto. Che evidenzia come nel processo siano “fondamentali il confronto con un medico di fiducia e l’acquisizione di tutti gli elementi utili sulle conseguenze delle proprie decisioni”.  Leggi l’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=79984&fr=n

Crediti ECM: importanti precisazioni emerse dal nostro corso di aggiornamento di Dicembre

Nel corso della serata “ECM Come, Quando e Perché?” organizzata presso la nostra Sala Convegni il 5 Dicembre scorso, il relatore Dott.Stefano Almini, Rappresentante dell’ Area Odontoiatri in Commissione ECM Regione Lombardia e Componente del Comitato Scientifico del Provider Ecm “Fnomceo-Omceo in Rete” ha chiarito che in cosa consiste “essere in regola” dal punto di vista dell’ aggiornamento ECM, alla luce delle ultime norme.   Il sistema ECM attuale incomincia a riconoscere un bonus di crediti in relazione al numero di crediti raggiunti durante un triennio formativo. Infatti dal raggiungimento di almeno 80 crediti di un triennio formativo, si attiva in automatico un riconoscimento di 15 crediti, a vantaggio del triennio successivo. Il relatore inoltre ha definito quando è possibile parlare di “Certificabilità” del triennio formativo (quando si è raggiunto il totale dei crediti corrispondenti al proprio obbligo formativo, quindi 150 crediti) e quando si parla di “Attestabilità” (quando l’Ordine attesta i crediti effettuati, che, nel caso di oltre gli 80 crediti, già indica di essere  in un range premiante).  Maggiormente premiante sarà superare i 120 crediti, con un bonus di 30 crediti, a vantaggio del triennio successivo, sgravando quindi il numero di crediti dell’obbligo standard (di 150 crediti).  Ai fini assicurativi e dei contratti di lavoro privati e pubblici, quindi, per ottenere la “Attestazione” di aggiornamento ECM dal proprio Ordine è sufficiente avere conseguito tra gli 80 e i 120 crediti nel triennio precedente.  Nel caso invece la società di assicurazione o il datore di lavoro richiedano la “Certificazione” di aggiornamento ECM, in questo caso l’iscritto deve avere ottenuto 150 crediti nel triennio precedente, che però possono essere scontati a 120 se ha aderito ad un dossier formativo di gruppo (Vedi LINK  https://www.ordinemedicifc.it/wp-content/uploads/Comunicazione_n._134_Attivazione_Dossier_di_gruppo_FNOMCeO-signed-3.pdf) o se ha compilato il suo Dossier Formativo Individuale sulla piattaforma Cogeaps

SaluteMia, la sanità integrativa di medici e dentisti

(da Odontoiatria 33)   SaluteMia è la Società di Mutuo Soccorso dei Medici e degli Odontoiatri legata ad ENPAM e fornisce a medici e dentisti iscritti prestazioni sanitarie integrative complementari e sostitutive a quelle offerte dal SSN, in ottica di mutualità e senza scopo di lucro. In queste settimane è in corso la campagna di promozione al rinnovo ed all’iscrizione dei professionisti della salute.  “Le attività del biennio 2018-19 sono state caratterizzate da una azione che ha consentito un forte consolidamento della nostra realtà mutualistica, soprattutto in termini quali/quantitativi, come espressi dalle prestazioni erogate”, scrive agli iscritti il presidente di SaluteMia Gianfranco Prada.   Aderendo a SaluteMia si possono utilizzare i servizi previsti dal “piano base” con la copertura dai rischi che derivano da gravi eventi morbosi e che include i rimborsi per i grandi interventi chirurgici, anche per i neonati nei primi due anni di vita nel caso di correzione di malformazioni congenite, le prestazioni di alta diagnostica e l’assistenza alla maternità con ecografie, compresa la morfologica, le visite ostetrico ginecologiche e la visita successiva al parto. Per chi ha più di 34 anni sono inoltre incluse l’amniocentesi e la villocentesi. Tra le altre coperture le iniezioni intravitreali negli interventi ambulatoriali e la Long term care (Ltc) in caso di infortunio professionale (con l’erogazione una tantum di 50mila euro).  Queste coperture possono essere integrate con degli ulteriori “piani integrativi” specifici per ricoveri, specialistica, specialistica plus (con integrazioni per maternità ed oncologia) ed odontoiatria, oppure sostituite dal piano Optima Salus. “Nostro compito fondamentale è prima di tutto quello di rendere un servizio in una cornice di stabilità economica e di qualità nella offerta di prestazioni, secondo le esigenze manifestate dai medici”, continua Prada.  “Vogliamo gestire al meglio i contributi e le aspettative dei Soci, garantendo a SaluteMia un solido futuro, come fatto fino ad oggi, coprendo tutte le fasce di età e senza selezioni di accesso”.Ed i dati sembrano premiare l’attuale gestione vista la crescita degli iscritti ed il bilancio in salutenonostante aumenti il numero di prestazioni erogate.  Tra le novità per coloro che decideranno di rinnovare l’adesione per il prossimo biennio o che aderiranno per la prima volta, la copertura Critical Illness, che garantisce un sostegno economico “una tantum” per nucleo familiare di € 4.000 al manifestarsi di eventi morbosi gravi; tale sostegno potrà anche essere notevolmente aumentato con un eventuale ulteriore contributo volontario, sostenuto direttamente dall’Iscritto.    Per aderire ci si deve iscrivere entro il 30 giugno 2020 (info a  http://www.salutemia.net/)  il costo varia a seconda dell’età, gli under 29 pagano circa 300 euro all’anno gli over 66 meno di 800 euro Il costo della copertura sanitaria, fino a circa 1.300 euro, essendo versato ad una società di mutuo soccorso e non ad un’assicurazione privata, si può detrarre dalle tasse al 19 per cento.

Dai social media parte l’offensiva contro le fake news sulla salute

(da DottNet)  Da Facebook a Instagram: l’offensiva contro le fake news e per un’informazione affidabile nel campo della salute passa anche per i social network. L’ultima iniziativa in ordine di tempo riguarda proprio Facebook, che mette da qualche giorno in guardia coloro che accedono a gruppi cosiddetti no-vax o free-vax, in cui si esprimono posizioni critiche sulle vaccinazioni, spiegando che sul tema dei vaccini e della salute c’è bisogno di informazioni verificate e aggiornate, rimandando anche con un link al sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.  “Questo gruppo parla di vaccini – si legge infatti nell’avviso di Facebook, che compare quando si cercano gruppi no-vax -. Quando si tratta di salute, tutti desideriamo informazioni affidabili e aggiornate. Prima di iscriverti a questo gruppo, scopri perché l’Organizzazione mondiale della Sanità consiglia i vaccini per ostacolare molte malattie”. Non si tratta di una censura di questi gruppi, comunque accessibili, piuttosto l’obiettivo è invitare alla riflessione. A favore dell’iniziativa il virologo Roberto Burioni, in prima linea a favore delle vaccinazioni. “Un plauso a Facebook Italia, che senza operare alcuna censura, ricorda a chi vuole iscriversi a un gruppo antivaccinista che la salute è una cosa importante e che è bene informarsi da fonti affidabili”, scrive infatti sul proprio profilo Burioni Sulla stessa scia, quella di dichiarare guerra alla disinformazione (come già qualche mese fa il social network aveva annunciato di voler fare, rendendo meno visibili le bufale sui vaccini), Facebook ha vietato negli Usa diversi gruppi che promuovono la ‘Cansema salve nero’, un trattamento del cancro della pelle pericoloso e non provato. Un unguento, una pasta a base di radice di sanguinaria canadensis (pianta da fiore erbacea perenne) e cloruro di zinco che è così caustica da corrodere la pelle. La comunità medica mette fortemente in guardia contro il suo utilizzo, negli Usa l’Fda, l’ente regolatorio per gli alimenti e i medicinali, non ne consente la vendita, ma un piccolo gruppo di persone ritiene che possa curare il tumore della pelle ‘eliminando’ solo le cellule cancerose.  La segnalazione è arrivata da un report del portale BuzzFeed News e anche YouTube ha rimosso dei video su questo unguento, mentre Amazon un libro. Con Facebook anche Instagram, poi, non resta a guardare quando si tratta di salute. I due social network proibiranno infatti anche agli influencer di pubblicizzare prodotti del tabacco e sigarette elettroniche oltre che armi. Il giro di vite, riporta la Cnn, dovrebbe prendere il via nelle prossime settimane, mentre altri prodotti come alcol e integratori alimentari avranno comunque delle restrizioni parziali.

Le nuove malattie dell’infanzia: obesità, asma e bullismo

(da DottNet)   Obesità, asma, diabete, tumori, atti di bullismo e psicosi. Cambia il tipo di malattie con cui i pediatri si trovano a far fronte e aumentano quelle croniche che necessitano di cure particolari. Ma a fronte di un aumento della complessità dei loro compiti i medici dei bambini sono sempre di meno. Questa la fotografia che emerge dal Libro Bianco, che per la prima volta descrive lo stato dell’assistenza pediatrica in Italia. E, a puntare l’attenzione sulla salute dei più piccoli, è anche il ministro della salute Roberto Speranza, che ricorda come “in età che pediatrica esplodono disuguaglianze, che diventano poi insuperabili”.   Come testimoniano i bassissimi dati sulla mortalità neonatale e infantile, la pediatria italiana è tra le migliori al mondo, ma alle prese con problemi nuovi e carenza di personale. Di qui a quattro anni, a fronte dei 5.289 pediatri che andranno in pensione, arriveranno solo 2.900 nuovi specialisti, ovvero ne mancheranno all’appello ben 2.389. Già oggi, in alcune zone del Paese e soprattutto in alcune aree, come ortopedia e chirurgia, spiega il presidente della Federazione Italiana delle Associazioni e Società Scientifiche dell’Area Pediatrica (Fiarped), Renato Cutrera, “il bambino viene valutato in prima istanza dal medico dell’adulto, spesso non avvezzo alla specificità pediatrica” e “non mancano i ricoveri in reparti per adulti, non adatti ad accogliere il bimbo”.     A fronte di un’assistenza migliorata nelle cure ma costante nell’organizzazione, a cambiare negli ultimi 40 anni è stata invece l’epidemiologia. “Prima i bimbi morivano di malattie infettive, oggi le principali cause di morte sono i tumori e i traumi da incidente stradale. Inoltre – spiega Giovanni Corsello, past president Fiarped – facciamo i conti con nuove emergenze. Abbiamo malattie croniche come asma e diabete in crescita esponenziale”. Ci sono poi, prosegue, “malattie genetiche rare, come la fibrosi cistica, che prima non avevano cure, mentre oggi sono curabili, ma richiedono centri specialistici di altissimo livello, che devono coordinarsi con il territorio”. E, ancora, “grazie a cure neonatali migliori, riusciamo a far sopravvivere i nati prematuri, ma possono riportare danni permanenti”. Sono infatti un milione, nel nostro Paese, i bambini con bisogni assistenziali speciali, di cui 10.000 necessitano di dispositivi, come respiratore o nutrizione artificiale. A crescere sono però soprattutto disturbi dell’attenzione, dell’alimentazione e del comportamento.    “Mancano dati nazionali – sottolinea Antonella Costantino, presidente Società Italiana di Neuropsichiatria infantile – ma in Lombardia, in 2 anni, sono aumentati del 20% gli accessi al pronto soccorso per problemi psichiatrici” che si manifestano con atti di autolesionismo ed esplosioni di rabbia. “Ma solo un bambino o adolescente su due viene preso in carico dai servizi pubblici”. A fronte di questo quadro, dal ministro Speranza arriva “un impegno a rafforzare la tutela della salute nei primi anni di vita”, perché “sono gli anni in cui la persona è più fragile, quindi è ancor più necessario il sostegno delle Istituzioni”.

Ai medici e dentisti finanziamenti con garanzia Cdp ed Enpam

(da www.enpam.it)   Dal 2020 i medici e gli odontoiatri potranno accedere a finanziamenti con la garanzia offerta da Enpam tramite Cassa depositi e prestiti.  Per gli iscritti all’ente previdenziale questo significherà poter chiedere un mutuo o un finanziamento legato alla propria attività professionale per un importo fino al 90 per cento della somma necessaria per acquistare o prendere in leasing il proprio studio, i beni strumentali, ecc.   In pratica il professionista si rivolgerà a una banca, un confidi o un intermediario finanziario convenzionato con il Fondo pubblico di garanzia
per le piccole e medie imprese, e chiederà l’applicazione delle condizioni migliorative riservate ai medici e ai dentisti.  A rendere possibile questa formula di accesso agevolato al credito è un protocollo d’intesa siglato il 13 dicembre 2019 da Cdp e Adepp, l’associazione degli enti di previdenza privati.  “Quest’accordo, in cui Cdp e le Casse uniscono le forze, consentirà ai professionisti di ottenere finanziamenti a condizioni migliori rispetto al mercato – ha detto Alberto Oliveti, Presidente di AdEPP –. Ci auguriamo che questo spinga i nostri iscritti a investire sulle proprie attività libero professionali, che sono un motore formidabile di crescita per l’economia italiana”.  Per la quota di finanziamento coperta dal Fondo Pmi non saranno necessarie altre garanzie. Inoltre, così facendo, i medici e dentisti potranno ottenere tassi di interesse ridotti, finanziamenti di importo maggiore e una riduzione dei tempi di concessione del credito.  “Con l’accordo sottoscritto, Cdp rafforza gli strumenti a supporto dell’accesso al credito di categorie professionali precedentemente non servite ed estende le proprie competenze a servizio del Paese”, ha commentato l’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo.  L’opportunità diventerà concretamente operativa quando Enpam e Cassa depositi e prestiti firmeranno il contratto definitivo.

Speranza, i tetti della spesa farmaceutica vanno rivisti

(da DottNet)     Occorre rivedere i tetti della spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale. Questa l’intenzione del ministro della Salute Roberto Speranza. Da anni, in base ai monitoraggi effettuati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), la spesa farmaceutica ospedaliera, ovvero per i medicinali di fascia H acquistati da parte delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, supera ampiamente il tetto previsto per legge. “La mia opinione – ha precisato il ministro – è che bisogna metterci mano, perché così non funziona. Penso che sia ragionevole lavorare al riequilibrio dei tetti della spesa farmaceutica”.   Quanto alle modalità, ovvero se inserire la modifica in manovra o nel nuovo Patto per la Salute, Speranza ha risposto: “sarebbe necessaria una norma specifica”.

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