Ricerca medici di Pronto Soccorso e medici per servizi di Guardia interdivisionale

Si selezionano medici di Pronto Soccorso e medici per servizi di Guardia interdivisionale, in regime di libera professione, per incarichi nelle regioni: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche.

A tutti i nostri collaboratori garantiamo le migliori opportunità di crescita professionale ed economica, continuità di servizio e soluzioni logistiche ed organizzative efficienti e personalizzate. Chi fosse interessato può inviare il proprio CV a  turnistica@novamedica.it o contattare il numero 345 2672881

Dott. Giovanni Bodo Corona (iscritto all’OMCEO di Vercelli al n°2206)

La percezione del dolore è diversa nei due sessi, scoperto il meccanismo fisiologico

(da Univadis)   Nel ratto e nell’essere umano, BDNF, una proteina della famiglia delle neurotrofine, ha un ruolo chiave nella trasmissione sinaptica dei neuroni del midollo spinale di soggetti di sesso maschile, ma non di quelli di sesso femminile. Svelare i meccanismi coinvolti nell’elaborazione dei segnali dolorifici può favorire lo sviluppo di trattamenti per il dolore cronico diversificati e quindi più efficaci.  Uno studio condotto sul midollo spinale mostra che i segnali dolorifici sono elaborati in modo diverso nei due sessi. La ricerca, che ha visto la collaborazione di ricercatori canadesi (Carleton University, Ottawa Hospital) e statunitensi (Yale University), ha particolare valore in quanto condotta sia in un modello animale sia su cellule nervose umane. Questo tipo di informazioni può risultare utile per lo sviluppo di nuovi trattamenti per il dolore cronico, che si sa affliggere in modo particolare il sesso femminile.

“Nonostante manchino studi sui meccanismi neuronali del dolore patologico nel sesso femminile, ci sono evidenze di dimorfismi sessuali nelle funzioni neurofisiologiche dell’elaborazione del dolore nel corno dorsale – spiegano gli autori della ricerca – Abbiamo quindi investigato i meccanismi spinali sottostanti il dolore patologico in ratti adulti maschi e femmine usando un modello di dolore infiammatorio persistente”. Storicamente gli studi sul dolore sono sempre stati condotti nei maschi e ciò ha creato un gap di conoscenza. I ricercatori hanno osservato che, a differenza di quanto avveniva nei maschi, nelle femmine il fattore neurotrofico cerebrale (BDNF, brain-derived neurotrophic factor) non era in grado di potenziare le risposte sinaptiche del recettore del dell’N-metil-D-aspartato (NMDAR) nei neuroni delle corna posteriori.    L’assenza di modelli preclinici umani è un grosso ostacolo allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per il dolore. Per ovviare a questo problema gli autori dello studio avevano precedentemente sviluppato un modello umano ex vivo di dolore patologico usando tessuti donati da donatori deceduti. I risultati degli esperimenti condotti in questo modello hanno dimostrato che la differenza tra i sessi nell’elaborazione del dolore spinale era conservata tra roditori ed esseri umani.   “I nostri risultati evidenziano l’esigenza critica di studi basilari usando entrambi i sessi – concludono gli studiosi – così come l’importanza di usare modelli preclinici umani per favorire la traslazione dalla ricerca di base alla clinica medica nel campo dello studio del dolore e non solo”.

(Dedek A, Xu J, et al. Sexual dimorphism in a neuronal mechanism of spinal hyperexcitability across rodent and human models of pathological pain. Brain, 2022 Mar 23. doi: 10.1093/brain/awab40)

Infortuni: alle tutele dell’Enpam se ne aggiunge una in più

(da Enpam.it)  L’Enpam tutela già gli iscritti per un’ampia casistica di eventi imprevisti, che vanno dagli infortuni alla malattia, fino all’inabilità permanente.  Oltre alle tutele garantite dall’Enpam, per medici e dentisti che vogliano rafforzare la propria protezione, oggi c’è una strada in più.  L’opzione è la polizza Emapi per gli infortuni, che a fronte di una spesa contenuta prevede un risarcimento in caso di eventi in campo professionale ed extra professionale.

UNA TUTELA IN PIÙ    Una soluzione in più, sempre più attuale alla luce del periodo in corso, è la polizza infortuni proposta da Emapi (l’Ente di mutua assistenza per i professionisti italiani) tramite il partner assicurativo Reale Mutua, che ha costi a partire da 109 euro l’anno.  Tra le garanzie previste, a seconda della formula scelta, ci sono una diaria in caso di infortuni che richiedano un periodo di convalescenza, un risarcimento per gli infortuni che determinino una condizione di invalidità permanente e il rimborso delle spese mediche. Un risarcimento è previsto anche in caso di decesso dell’assicurato.  Nella copertura è possibile includere anche familiari e dipendenti dei medici e degli odontoiatri.

TUTELE A MISURA DI CAMICE     La polizza proposta da Emapi presenta anche una serie di opzioni aggiuntive, che ad esempio prevedono un risarcimento in caso di contagio da Hiv ed epatite.  Oppure, solo per medici e dentisti è previsto un risarcimento a seguito di infortunio che impedisca in via permanete l’esercizio della professione, come la perdita di una mano o della vista.

COME ADERIRE     La copertura è rivolta agli iscritti Enpam attivi e ai pensionati e decorre dal 1° marzo di ogni anno. È quindi possibile, sia per i rinnovi che per le nuove adesioni, attivare la copertura per l’intera annualità assicurativa entro 31 marzo. Ma è anche possibile aderire nel corso dell’anno.  Per maggiori informazioni https://www.enpam.it/convenzioni-enpam/emapi-copertura-per-infortuni-professionali-ed-extraprofessionali/ Per aderire è necessario collegarsi al sito www.Emapi.it e seguire le istruzioni.

SOTTO L’OMBRELLO DELL’ENPAM   Dalle indennità ai sostegni specifici, dall’assistenza domiciliare ai sussidi per le case di riposo, l’Enpam garantisce già a tutte le categorie di iscritti ampie tutele sia in caso di malattia e infortunio, indennizzando sia la sospensione temporanea dell’attività professionale sia la non autosufficienza.  In tempi di Covid, la Fondazione ha anche incrementato gli strumenti di supporto ai medici e ai dentisti colpiti dagli effetti dalla pandemia. Migliaia di iscritti hanno, ad esempio, beneficiato del sussidio Enpam per i contagiati Covid da 600 a 5mila euro, che continua a essere un aiuto concreto per i camici bianchi.   Per mettersi al riparo dalle spese delle prestazioni mediche, ospedaliere ed extra ospedaliere, medici e dentisti possono invece accedere ai piani sanitari di SaluteMia, l’associazione di mutuo soccorso di categoria che da quest’anno ha aperto le porte anche ai familiari non conviventi degli iscritti.  Enpam, inoltre, ha stipulato per tutti i contribuenti di quota A un’assicurazione ‘long term care’ per il rischio non autosufficienza che, in aggiunta alla pensione, garantisce un assegno di 1.200 euro al mese esentasse vita natural durante.

Rapporto Oasi Cergas: sanità pubblica, una lenta agonia

(da Fimmg.org e “il fatto Quotidiano”)   L’Italia, fra i Paesi avanzati e con sistemi sanitari universalistici, è uno di quelli con i più bassi livelli di spesa sanitaria, pubblica e privata, pro-capite, sia in termini assoluti che in relazione al Pil. All’interno di questi macro-dati, è interessante fare un’analisi puntuale, che metta in luce non solo come sia mutato il concetto stesso di “assistenza sanitaria”, ma anche l’andamento del rapporto pubblico-privato nel tempo. Sono state pubblicate le Schede di dimissione ospedaliera (Sdo) del 2018 (sono dati che richiedono tempi lunghi di verifica) che confermano il drastico decremento dei ricoveri negli ultimi dieci anni.  Pur non disconoscendo il ruolo dell’innovazione tecnologica nel ridurre i tempi dei ricoveri, tra il 2008 e il 2018 ci sono stati 3 milioni e mezzo di ricoveri in meno, segno del calo dell’offerta pubblica in posti letto e figure sanitarie. In un decennio sono stati cancellati 40.000 (18%) letti di degenza nel pubblico, chiusi 200 ospedali e 1.000 presidi di specialistica ambulatoriale e sono venuti a mancare circa 70.000 sanitari tra medici, infermieri e altri addetti alla sanità.   Secondo i dati forniti dal Rapporto Oasi del Cergas, in termini percentuali sul Pil la spesa sanitaria pubblica è passata, dal 6,9% nel 2010 al 6,7% nel 2019, mentre in percentuale sulla spesa pubblica totale è diminuita dal 14,1% nel 2010 al 13,4% nel 2017. Ci si ammala meno? No. In Italia vivono quasi 51 milioni di persone con più di 18 anni di età e, secondo i dati dell’Iss, si può stimare che oltre 14 milioni di persone convivano con una patologia cronica, e di questi 8,4 milioni siano ultra 65enni.    C’è stato uno slittamento tra l’assistenza ospedaliera verso altre strutture assistenziali e anche verso l’assistenza domiciliare, tutte private. La componente privata ha raggiunto il 23-25% con un’offerta di degenza fino al 48% del totale. Oltre ai continui tagli della spesa sanitaria, bisogna tener conto che pesano altri fattori, quali la continua fuga di figure sanitarie dal pubblico a causa di trattamenti economici non adeguati e il conseguente allungamento delle liste d’attesa delle prestazioni sanitarie, che spingono i pazienti a rivolgersi sempre più frequentemente al privato. direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano. 

1 53 54 55 56 57 212