Dalla Conferenza Stato-Regioni arrivano le nuove linee di indirizzo per l’attività fisica

(da DottNet)   Il lockdown e lo smart working, Dad e lo stop agli spostameti hanno limitato l’attività fisica di intere fasce della popolazione provocando un ulteriore incremento della sedentarietà tra gli anziani. In tale ottica è necessaria una riflessione su come poter rimettere in moto la popolazione nella fase post pandemica. È quanto si legge nelle nuove Linee d’indirizzo sull’attività fisica appena approvate dalla Conferenza Stato-Regioni 

Bambini: I bambini da 1 a 4 anni dovrebbero praticare almeno 180 minuti al giorno di attività fisica. Per quelli di 1 anni niente tv, tablet o smartphone mentre per quelli di 2-3-4 anni massimo 1 ora davanti allo schermo. Per quanto riguarda la fascia tra i 5 e i 17 anni dovrebbero raggiungere una media di 60 minuti al giorno di attività fisica di intensità moderata-vigorosa e esercizi di rafforzamento dell’apparato moscolo-scheletrico almeno 3 volte alla settimana. Consigliati sport aerobici.

Adulti. Nel corso della settimana le raccomandazioni parlano di almeno 150-300 minuti a settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata. In ogni caso come minimo la raccomandazione è di svolgere 30 minuti al giorno di attività fisica.
Anziani. Anche per loro standard dovrebbe essere tra i 150 e i 300 minuti a settimana. Il tutto senza esagerare con gli sforzi ma cercando al massimo di limitare la sedentarietà.

Gravidanza. Per le future mamme anche viene raccomandato uno stile di vita attivo attraverso la pratica (camminare, ginnastica dolce e in generale senza sforzi eccessivi) minima di 150 minuti a settimana.  Le linee d’indirizzo poi in ogni caso forniscono ulteriori indicazioni anche per chi ha specifiche patologie come diabete, malattie cardio-cerebrovascolari, neoplasie, malattie respiratorie.

Banca d’Italia ed Enpam in aiuto delle vittime del Covid

(da enpam.it)   Aderendo a un’iniziativa promossa dalla Banca d’Italia, l’Enpam, l’Ente previdenziale di medici e odontoiatri, ha istituito il “Fondo di solidarietà Covid-19 – Banca d’Italia / Fondazione Enpam” per finanziare borse di studio a beneficio dei figli di tutti i medici deceduti a causa del Covid-19. Oltre alle borse di studio, il fondo erogherà anche assegni di mantenimento per coniugi e figli in acclarato disagio economico o stato di bisogno.

L’iniziativa si iscrive nell’ambito dei contributi concessi dalla Banca d’Italia agli enti e alle strutture ospedaliere direttamente impegnati nella gestione dell’emergenza da Covid-19. Il Fondo di solidarietà è stato costituito con il contributo da parte dell’Istituto di Palazzo Koch e sarà gestito dall’Enpam.  “Ringraziamo Banca d’Italia per la sensibilità dimostrata. Sostenere chi resta è il miglior modo per onorare chi ha sacrificato la propria vita per curare gli altri”, dice il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti.

DALLA PRIMARIA ALL’UNIVERSITÀ    A oggi purtroppo sono 365 i camici bianchi deceduti dopo aver contratto il Covid-19. Banca d’Italia e Fondazione Enpam intendono onorare la memoria di tutti questi medici e dentisti, attraverso un gesto concreto di riconoscenza destinato alle loro famiglie per sostenerle nella formazione scolastica e universitaria dei figli. Il valore annuo lordo delle borse di studio sarà pari a: 500 euro per la scuola primaria, 700 per la secondaria inferiore, 1.000 per la secondaria superiore e 1.500 per università ed equiparate.  Le borse sono cumulabili con altre misure esistenti e accompagneranno lo studente fino a conclusione del ciclo di studi. La convenzione tra Enpam e Banca d’Italia infatti ha una durata di cinque anni ed è rinnovabile proprio nell’ottica di consentire il completamento del percorso formativo.   Nelle prossime settimane l’Enpam pubblicherà un bando di gara ufficiale nel quale sarà specificato che le borse di studio potranno essere richieste dai figli superstiti in età scolare e universitaria (fino a 26 anni) di medici e odontoiatri che hanno perso la vita dopo aver contratto il Covid-19 durante lo stato di emergenza.

DISAGIO ECONOMICO E SOCIALE     La Convenzione prevede interventi anche in caso di situazioni di difficoltà sociale ed economica con assegni di mantenimento destinati ai figli superstiti a carico del medico o dell’odontoiatra al momento del decesso e inabili al lavoro.  Lo stesso trattamento sarà inoltre previsto per coniugi o figli in situazione di disagio economico o stato di bisogno, con un Isee familiare inferiore a 25mila euro. In questi casi l’importo, lordo e annuale, sarà pari a 2.500 euro tanto per i figli superstiti inabili al lavoro che per i coniugi o figli in acclarato disagio economico o stato di bisogno.

ALTRI DONATORI     Il Fondo Covid-19 Banca d’Italia-Fondazione Enpam potrà anche accogliere le donazioni di altri soggetti che in futuro vorranno contribuire economicamente a quest’iniziativa di solidarietà.

Il caffè non provica tachiaritmia, anzi..

(da Univadis)    Uno studio di coorte prospettico basato sulla popolazione condotto negli Stati Uniti ha incluso 380.000 persone (età media di 56 anni) e, dopo un follow-up medio di 4,5 anni, ha stabilito che in caso di consumo moderato abituale, ciascuna tazza aggiuntiva di caffè è stata associata a una riduzione statisticamente significativa del 3% del rischio relativo (corretto per caratteristiche demografiche, condizioni di comorbilità e abitudini di stile di vita) delle tachiaritmie incidentali in generale, e in particolare della fibrillazione/flutter atriale o tachicardia sopraventricolare. L’associazione era indipendente dai profili genetici dei soggetti interessati.

(Coffee Consumption and Incident Tachyarrhythmias. Reported Behavior, Mendelian Randomization, and Their Interactions.  https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/2782015)

Emergenza climatica. Anche la sanità “inquina”. Ecco come diminuire il suo impatto negativo

Si calcola che il settore sanitario contribuisca per il 4-5% alle emissioni totali di gas serra in atmosfera. Un contributo non da poco, tanto che se fosse una Nazione occuperebbe il 5° posto (dopo Stati Uniti, Cina, Russia e India) nella classifica mondiale relativa alla quantità di CO2 immessa nell’ambiente. Senza un deciso cambio di rotta, le emissioni del settore sanitario continuerebbero ad aumentare, fino a raggiungere nel 2050 la fantastica cifra annuale di 6 miliardi di tonnellate di CO2    Leggi L’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=99385&fr=n

Dormire poco aumenta il rischio di demenza

(da Univadis)  Negli adulti di mezza età (da 50 a 60 anni), una durata del sonno generalmente breve (≤6 ore), rispetto a quella che è considerata una normale durata del sonno (7 ore), è associata a (molto) lungo termine a un rischio relativo indipendente di demenza che è maggiore del 30%  L’analisi di 8.000 partecipanti nello studio di coorte prospettico britannico Whitehall II, 521 dei quali con diagnosi di demenza nell’arco di un follow-up molto lungo (25 anni; età mediana alla diagnosi di 77 anni), ha riscontrato un aumento del 30% del rischio relativo di demenza, indipendentemente dalle caratteristiche sociodemografiche, cardiometaboliche e di salute mentale.

(Association of sleep duration in middle and old age with incidence of dementia  https://www.nature.com/articles/s41467-021-22354-2)

Comunicato ufficiale sui comportamenti antiscientifici e/o contrari all’obbligo vaccinale dei Professionisti Sanitari e sociosanitari rispetto alla pandemia da SARS-CoV-2

Le Federazioni Nazionali degli Ordini delle Professioni Sanitarie e il Consiglio nazionale degli ordini degli Assistenti sociali, riuniti in un tavolo interfederativo, hanno emanato un comunicato ufficiale nel quale stigmatizzano le violazioni deontologiche da parte degli iscritti e i comportamenti antiscientifici rispetto alla pandemia da SARS-CoV-2 ed al ruolo dei vaccini antivirali 

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