Covid-19, in aumento le segnalazioni di focolai Delta. La circolare del ministero: tracciare e vaccinare

(da Doctor33)  Aumentano le segnalazioni sul territorio nazionale di casi associati a varianti Kappa e Delta, in particolare di focolai dovuti alla variante Delta. E’ quanto si legge nella Circolare del ministero della Salute con l’aggiornamento della classificazione delle nuove varianti Sars-CoV-2 che raccomanda di rafforzare il tracciamento. La variante Delta è del 40-60% più trasmissibile rispetto alla Alpha e può essere associata a un rischio più alto di ricoveri. Meno protetti solo la prima dose di un vaccino, con la seconda dose c’è una protezione contro la Delta quasi equivalente a quella osservata contro la Alpha. (ANSA).
La Circolare raccomanda di “continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus SARS-CoV-2, applicare tempestivamente e scrupolosamente sia le misure di contenimento della trasmissione previste, che le misure di isolamento e quarantena in caso di VOC Delta sospetta o confermata”. Il documento spiega inoltre: “Vi sono evidenze che quanti hanno ricevuto solo la prima dose di una vaccinazione che prevede la somministrazione di due dosi per il completamento del ciclo vaccinale, sono meno protetti contro l’infezione con la variante Delta rispetto all’infezione da altre varianti, indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato. Il completamento del ciclo vaccinale fornisce invece una protezione contro la variante Delta quasi equivalente a quella osservata contro la variante Alpha”.

Ecco come le varianti del virus si fanno gioco della risposta immunitaria

(da M.D.Digital)   Il virus utilizza la proteina spike per riconoscere ed entrare nella cellula ospite e le varianti di SARS-CoV-2 individuate presentano mutazioni, in un sito chiave sulla proteina spike chiamata sito di legame del recettore (RBS). Alcune di queste mutazioni rendono meno efficace l’attività degli anticorpi prodotti in risposta al contatto con i ceppi virali precedenti e ciò consente alle varianti di sfuggire, almeno parzialmente, alla risposta immunitaria che si è sviluppata in risposta a vaccinazione o a precedente infezione. Desta preoccupazione il fatto che nuove varianti potrebbero rendere i vaccini esistenti meno efficaci ad eliminare la pandemia.

Un team di ricercatori dello Scripps Research Institute (La Jolla, California) ha esaminato come e perché determinate mutazioni proteggono il virus. Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) del NIH ha sostenuto la ricerca, che è stata pubblicata su Science.  Le proteine quelle dello spike virale sono costituite da lunghe catene di amminoacidi che si piegano in una forma specifica. Una mutazione nel genoma virale con sostituzione di un amminoacido con un altro può, a sua volta, alterare la struttura e la funzione della proteina. Le varianti identificate per la prima volta in Sud Africa e Brasile condividono mutazioni in tre sedi della RBS: 417, 484 e 501.  Il team di ricerca ha testato quanto efficacemente gli anticorpi dei pazienti Covid-19 siano in grado di legarsi ai virus con queste mutazioni. Scoprendo che le mutazioni nelle posizioni 417 e 484 hanno impedito il legame degli anticorpi. La mutazione della posizione 417 ha anche indebolito il legame del virus con le cellule ospiti. Ma la mutazione in posizione 501 ha compensato questo effetto migliorando il legame delle cellule ospiti.

I ricercatori hanno studiato il motivo per cui queste mutazioni impediscono il legame e la neutralizzazione da parte degli anticorpi. Hanno analizzato le strutture molecolari di oltre 50 anticorpi umani legati alla proteina spike SARS-CoV-2. Gli anticorpi delle due classi principali interagiscono quasi sempre con l’amminoacido in posizione 417 o 484 quando si legano all’RBS. La modifica di entrambi gli amminoacidi interromperebbe queste interazioni e interferirebbe con il legame dell’anticorpo.  Questi dati forniscono una spiegazione strutturale del motivo per cui gli anticorpi prodotti in seguito all’inoculazione di vaccini Covid-19 o all’infezione naturale dal ceppo pandemico originale sono spesso inefficaci contro queste varianti.

I ricercatori hanno anche testato gli anticorpi che si legano a parti della proteina spike al di fuori dell’RBS. Questi anticorpi potrebbero ancora legare e neutralizzare efficacemente il virus anche in presenza delle mutazioni di interesse. In particolare, questi anticorpi sono efficaci contro molti coronavirus correlati. Pertanto, i vaccini e gli anticorpi mirati a siti al di fuori dell’RBS potrebbero proteggere da una serie di varianti del virus. Una protezione così ampia sarà particolarmente importante se SARS-CoV-2 non verrà completamente eliminato.  Nella progettazione di vaccini e terapie anticorpali di nuova generazione, sottolineano gli autori, dovremmo considerare di aumentare l’attenzione su altri siti vulnerabili del virus che tendono a non essere influenzati dalle mutazioni riscontrate nelle varianti di preoccupazione.

(Yuan M, et al. Structural and functional ramifications of antigenic drift in recent SARS-CoV-2 variants. Science 2021. DOI: 10.1126/science.abh1139 )

Comunicazione n. 137: Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le
Province autonome di Trento e Bolzano – Intesa 20 maggio 2021 recante “Intesa,
ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni del 5 dicembre 2013, Rep. Atti n. 164/CSR,
sull’ipotesi di Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con gli
specialisti ambulatoriali interni, veterinari ed altre professionalità sanitarie
(biologi, chimici, psicologi) ambulatoriali, ai sensi dell’art. 8 del d.lgs. n. 502 del
1992 e successive modificazioni ed integrazioni – Triennio 2016-2018 (Rep. Atti n.
60/CSR 20 maggio 2021)

Regione Emilia Romagna: trasmissione nota Min Sal. prot. 0027471-18/06/2021-DGPRE-DGPRE-P di
aggiornamento relativa al completamento del ciclo vaccinale per coloro che
hanno ricevuto come 1° dose Vaxzevria e di età inferiore a 60 anni,
chiarimenti su vaccino Janssen e aggiornamento modulistica.

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Sarà la Piattaforma nazionale digital green certificate a validare il rilascio dei certificati che consentiranno gli spostamenti dei cittadini a livello nazionale e all’interno dell’Unione Europea, oltre a facilitare la partecipazione ad eventi pubblici e l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (Rsa). In alternativa alla versione digitale, i documenti potranno essere richiesti al proprio medico di base, al pediatra o in farmacia, utilizzando la propria tessera sanitaria. Si potranno ottenere tramite avvenuta vaccinazione, guarigione dal Covid o esecuzione di un test rapido o molecolare

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