Covid: virus del comune raffreddore contrasta Sars-Cov2

(da AGI)   L’esposizione al rinovirus, la causa più frequente del comune raffreddore, può proteggere dall’infezione del virus che provoca il Covid-19. Lo hanno scoperto i ricercatori di Yale in uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Medicine. Secondo gli esperti, il virus respiratorio del raffreddore attiva i geni, stimolati dalla molecola dell’interferone che può fermare la replicazione del virus SARS-CoV-2 nelle vie aeree. “L’attivazione di queste difese, nella fase iniziale dell’infezione da Covid-19, permette di prevenire o curare l’infezione”, ha affermato Ellen Foxman, assistente professore di medicina di laboratorio e immunobiologia presso la Yale School of Medicine e autrice dello studio. Sarebbe utile quindi, somministrare ai pazienti farmaci a base di interferoni. “Ma tutto dipende dai tempi”, ha detto Foxman. Infatti, studi precedenti avevano evidenziato che, nelle fasi avanzate di infezione da Covid-19, alti livelli di interferone sono correlati a una malattia più grave e possono alimentare risposte immunitarie iperattive. In seguito, si è capito che i geni stimolati dall’interferone possono avere un’azione protettiva contro il Covid-19. Il progetto di ricerca di Yale è partito dall’osservazione che i comuni virus del raffreddore possono proteggere dall’influenza. I ricercatori hanno studiato se i rinovirus potevano avere lo stesso impatto positivo contro il virus Covid-19.

Smettere di fumare per migliorare le condizioni di salute mentale

(da MSD Salute e Popular Science)  È una credenza abbastanza comune, l’idea che fumare riduca lo stress. Molto spesso i fumatori in situazioni che provocano ansia sentono il bisogno di fumare una sigaretta. Nella realtà la nicotina agisce sull’organismo nel modo opposto: aumenta il battito cardiaco, la pressione arteriosa e restringe i vasi sanguigni.  Come se questo non bastasse, un nuovo studio pubblicato dalla Cochrane Library e condotto da Gemma Taylor del gruppo Addiction & Mental Health dell’Università di Bath, suggerisce che smettere di fumare possa ridurre l’ansia e la depressione in modo efficace, già dopo poche settimane.

Il lavoro è un’analisi di 102 studi osservazionali che hanno coinvolto quasi 170.000 persone. Il periodo di tempo in cui gli studi hanno seguito le persone variava da sei settimane a un massimo di sei anni.  Coloro che hanno smesso di fumare (che non hanno fumato per almeno sei settimane), si sentivano meno depresse, stressate e provavano meno ansia rispetto alle persone che hanno continuato a fumare. Smettere favoriva anche sentimenti più positivi e un migliore benessere psicologico e non aveva un impatto negativo sulle relazioni sociali.

“I fumatori spesso pensano che le sigarette siano la stampella di cui hanno bisogno quando si sentono giù, ma ci sono buone ragioni per pensare che il fumo li stia effettivamente facendo sentire peggio”. Molte persone passano per una fase di astinenza, ma alla fine di questo periodo si sperimentano importanti benefici per la salute mentale.  La ricerca è uscita proprio nel momento in cui la Public Health England pubblicava dati che mostrano come i fumatori sperimentino maggiori livelli di ansia e infelicità rispetto ai non fumatori, in particolare durante la pandemia.

In occasione del No Smoking Day, Deborah Arnott, Chief Executive of Action on Smoking and Health ha dichiarato: “dopo l’anno che abbiamo vissuto, alcuni fumatori potrebbero pensare che non sia il momento di smettere. È vero il contrario”. I sostituti della nicotina possono essere di supporto nel periodo dell’astinenza, che dura alcune settimane. Superate quello, commenta Arnott: “non solo sarete più sani e più ricchi ma anche più felici”.

Il Parlamento europeo approva il Certificato Covid UE

Dopo la ratifica del Consiglio entrerà in vigore il 1 luglio. Libertà di spostamento per chi è vaccinato o è guarito o con test negativo  Il Parlamento ha dato il via al ripristino della libera circolazione e a uno Schengen pienamente funzionale. Il certificato COVID digitale dell’UE garantirà viaggi sicuri e coordinati quest’estate. Gli Stati dell’UE sono incoraggiati ad astenersi dall’imporre ulteriori restrizioni, a meno che non siano strettamente necessarie e proporzionate”, ha detto il presidente della commissione per le libertà civili e relatore Juan Fernando López Aguilar.      Leggi L’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=96156&fr=n

Burocrazia, la misura è colma

(da M.D.Digital)  “Il pass verde  – chiosa Angelo Testa, presidente nazionale Snami – per potersi spostare tra regioni  di colore diverso, per i vaccinati e i guariti e di 48 ore per chi si sottoporrà a test antigenico o molecolare con esito negativo, non è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso della burocrazia già colm. Aumenteranno a dismisura, seppur in regime libero professionale, i tempi da dedicare alle incombenze non strettamente mediche della nostra giornata lavorativa, in un impegno che rischia di creare una eccessiva sovrapposizione con il lavoro prioritario della clinica e cura del paziente”.   “Il nostro quotidiano di professionisti sanitari – aggiunge Gianfranco Breccia, segretario nazionale Snami – si è allungato a dismisura anche per la pandemia Covid che continua a vederci impegnati in prima fila e per la gestione di tutte le altre patologie che un tempo, in parte, potevamo inviare in consulenza specialistica, all’oggi notevolmente ridotta. Al di là  del pass  verde per cui il medico e il farmacista dovranno accedere al sistema tessera sanitaria con le proprie credenziali per ottenere il certificato del paziente, abbiamo la netta  sensazione che sicuramente non sarà l’ultima incombenza burocratica a carico del nostro comparto, ormai diventato una sorta di coperchio per tutte le pentole’.   “Come Snami – conclude Angelo Testa –  potremmo proporre una sorta di  settimana della vergogna in cui la Medicina di Famiglia fa esclusivamente green pass, vaccini, tamponi, prenotazioni e le mille altre incombenze burocratiche, alcune stupide e inutili, e nulla più. Tanto, è il sentore di molti di Noi, secondo la parte pubblica non abbiamo altro da fare”.

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