RIDUZIONE DELLA TASSA DI ISCRIZIONE ALL’ORDINE  PER GENITORIALITA’

Il Consiglio Direttivo,

vista la delibera n. 25 del 18.04.2023;

–           valutata l’opportunità di concedere una riduzione dell’importo della tassa in favore di quegli iscritti che siano diventati genitori (naturali o adottivi) nell’anno 2024, con esenzione dal pagamento della quota destinata all’Ordine della tassa di iscrizione per l’anno 2025, limitandosi il pagamento alla sola quota FNOMCeO pari ad € 23,00;

–           ritenuta l’opportunità di limitare la riduzione della quota solo ad uno dei genitori, nel caso siano entrambi iscritti all’Ordine,

DELIBERA

di stabilire, anche per l’anno 2025, che l’iscritto che autocertifichi di essere diventato genitore nel corso del 2024, possa fruire di una riduzione della tassa di iscrizione all’Ordine versando il solo importo di € 23,00 (quota FNOMCeO);

di prevedere che la riduzione della tassa di iscrizione possa essere goduta solo da uno dei due genitori, nel caso in cui gli stessi siano entrambi iscritti all’Ordine.

Per usufruire della agevolazione, è sufficiente la compilazione del modulo e l’invio all’Ordine.

Il “Dry January” prende piede in Francia, dopo UK e Scandinavia

(da DottNet)  Torna il “Dry January”, il mese di detox dall’alcol nel mese che segue il Capodanno. In Francia si ripete per il quinto annno consecutivo ed a invitare a non bere alcol per un mese sono una sessantina di organizzazioni che tuttavia lamentano la persistente assenza di sostegno da parte dello stato francese, in questa iniziativa che si ispira a precedenti esperienze nel mondo anglosassone e in Scandinavia.   

La pausa dal bere alcolici arriva a gennaio, periodo appropriato dopo gli eccessi delle ricorrenze di fine anno. “Questo tipo di campagna – secondo i promotori – sta dimostrando sempre più il suo valore in termini di salute pubblica. Invece di enfatizzare i rischi rappresentati da una sostanza – in questo caso l’alcol – enfatizziamo i vantaggi di rallentarne il consumo.

I partecipanti sono stimolati anche da una sfida che riunisce più persone contemporaneamente”. Ma l’obiettivo, sottolineano gli organizzatori, non è soltanto mettere a riposo il proprio corpo, ma anche di toccare con mano l’esperienza di una vita quotidiana senza assunzione di alcolici. Lo stesso principio della campagna “Un mese senza fumo”, proposta a novembre. La differenza è che il Dry January non è ufficialmente sostenuto dalle autorità sanitaria d’oltralpe, lamentano ricordando che l’abuso di alcol è la prima causa di ricovero ospedaliero e la seconda causa (dopo il tabacco) di mortalità evitabile in Francia, con circa 45mila decessi l’anno.

Intelligenza Artificiale evidenzia segnali nascosti di fibrillazione atriale

(da MSD Salute)  I ricercatori dello Smidt Heart Institute del Cedars-Sinai Medical Centre (USA) hanno messo a punto un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale che è in grado di rilevare anomalie del ritmo cardiaco nelle persone asintomatiche, identificando segnali che sfuggono agli esami diagnostici e permettendo così di prevenire meglio ictus e altre complicanze cardiovascolari nei pazienti con fibrillazione atriale, il disturbo cardiaco più comune. Inoltre, l’algoritmo funziona in contesti e popolazioni di pazienti differenti. 

Secondo gli esperti, circa una persona su tre con fibrillazione atriale non sa di soffrire della patologia. Nella fibrillazione i segnali elettrici del cuore che regolano il pompaggio del sangue non sono regolari e questo può causare ristagno di sangue e formazione di coaguli all’interno delle camere cardiache; coaguli che possono arrivare al cervello e provocare un ictus ischemico.

Per mettere a punto l’algoritmo i ricercatori hanno programmato uno strumento basato sull’intelligenza artificiale che è stato ‘addestrato’ su quasi un milione di ECG, ricavati da due reti ospedaliere dei Veterans Affairs.  L’algoritmo ha previsto con precisione i casi di fibrillazione atriale che si sono verificati entro 31 giorni dall’osservazione. Applicando il metodo in modo retrospettivo sulle cartelle cliniche, il metodo ha mostrato lo stesso livello di performance.

“Questa ricerca consente una migliore identificazione di una malattia nascosta e fornisce indicazioni sul modo migliore per sviluppare algoritmi generalizzabili a tutti i pazienti”, conclude David Ouyang, autore senior della ricerca.

(https://jamanetwork.com/journals/jamacardiology/article-abstract/2810388)

L’obesità fa male al cuore, il peso ‘ruba’ 6 anni di vita

(da AGI – riproduzione parziale)  Si stima che entro il 2035 metà della popolazione mondiale sarà in sovrappeso o obesa raggiungendo i 3,36 miliardi. L”obesità è una malattia che provoca importanti patologie cardiovascolari. Sono almeno 400.000 gli italiani con obesità e scompenso cardiaco, due patologie legate a doppio filo ed entrambe in continua crescita nel nostro Paese, dove gli obesi sono circa 6 milioni e i pazienti con insufficienza cardiaca oltre 1 milione. I chili di troppo sono spesso il primo passo sulla strada che porta allo scompenso e si stima che fino all”80% dei pazienti con scompenso cardiaco e frazione di eiezione preservata, pari alla metà dei casi, sia anche obeso. La combinazione è molto pericolosa, perché può aumentare fino all”85% il rischio di eventi cardiovascolari fatali, “rubando” almeno 6 anni di aspettativa di vita. Lo ricordano gli esperti in occasione dell”84esimo congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC), a Roma fino al 17 dicembre, sottolineando che l”aspettativa di vita e quella di salute dei pazienti obesi sono più basse rispetto a chi è normopeso.

Il paradosso è nato perché l”indice di massa corporea non è l”indicatore più adeguato della reale obesità che si misura meglio con un metro: il girovita deve essere meno di 88 cm nelle donne e 102 cm negli uomini, ma soprattutto deve misurare meno di metà dell”altezza, per la salute del cuore e non solo. Il 2023 è stato però l”anno della svolta per le terapie: è ora possibile trattare i pazienti con scompenso cardiaco con un farmaco specifico anti-obesità, semaglutide, ottenendo un miglioramento dei sintomi e della funzionalità oltre che una riduzione significativa del peso corporeo. “Scompenso cardiaco e obesità sono due epidemie in rapidissima crescita: l”insufficienza cardiaca oggi colpisce oltre un milione di italiani e si stima un incremento del 30% dei casi entro il 2030?, osserva Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC e direttore della scuola di specializzazione in malattie dell”apparato cardiovascolare dell”Università Federico II di Napoli. “L”aumento dei casi è trainato in parte dall”incremento dell”aspettativa di vita, perché la prevalenza della patologia raddoppia a ogni decade di età e dopo gli 80 anni lo scompenso colpisce il 20% della popolazione. Tuttavia l”insufficienza cardiaca – continua – ha anche l”obesità fra le sue cause principali perché i chili in eccesso comportano, fra le altre cose, un incremento dell”infiammazione generale, un maggiore stress su metabolismo e sistema cardiovascolare e un aumento del grasso viscerale anche a livello cardiaco”.

1 7 8 9 10 11 211