Enpam: ecco come proteggere i tuoi familiari con SaluteMia

C’è un modo per mettere al sicuro la tua salute e quella dei tuoi cari. Aderendo a SaluteMia garantisci a te stesso la serenità di poter accedere alle migliori opportunità di cura, in tempi ridotti. Le iscrizioni 2025 sono ancora aperte e, con la Mutua dei medici e degli odontoiatri, la tutela della salute gode della proprietà transitiva: stipuli Piani sanitari per te stesso, puoi sottoscriverli per i tuoi familiari (anche non conviventi), che a loro volta possono dotare di una copertura socio-sanitaria i loro congiunti. In un sistema che permette di essere esteso, fino a creare una “rete di protezione” ampia, che includa davvero tutta la famiglia. Un sistema su misura, che dà supporto nei momenti di necessità (visite specialistiche, esami diagnostici, ricoveri, prestazioni ospedaliere o extraospedaliere e molto altro) in Italia e all’estero. Ma che fornisce anche programmi per la prevenzione e il monitoraggio delle patologie croniche insorte durante il periodo di iscrizione e assiste nei momenti importanti e lieti della vita, come durante gli studi universitari, la gravidanza e quando si diventa genitori. Inoltre tutti gli iscritti a SaluteMia sono protetti da una copertura infortuni, valida per eventi sia in ambito lavorativo che extraprofessionale, in Italia o all’estero.   Un sistema perfetto per tutelare un figlio piccolo, oppure una figlia che si trasferisce in un’altra città per frequentare l’Università (o va in vacanza). Un sistema sicuro e affidabile, che permette a un giovane medico o dentista di assistere al meglio i genitori che diventano anziani.   Protezione per tutta la famiglia   Il regolamento di SaluteMia permette di includere i familiari (anche non conviventi) nel sistema di tutele offerte. Gli iscritti alla Mutua possono infatti stipulare Piani sanitari per i componenti del proprio nucleo. Vale a dire il coniuge o il convivente e i figli minorenni, quelli a carico fino ai 26 anni e i figli maggiorenni fiscalmente a carico che abbiano invalidità permanente non inferiore a due terzi. Gli iscritti a SaluteMia possono anche presentare alla Mutua i propri genitori, i figli over 26, fratelli e sorelle, che a loro volta potranno stipulare Piani sanitari per loro stessi e per i componenti dei loro nuclei familiari.   Per i figli in arrivo   SaluteMia pensa a tutelare genitori e figli già dal momento della gravidanza. Una serie di tutele nel periodo dell’attesa e dal momento di un nuovo arrivo in famiglia è già inclusa nel Piano Base, il Piano sanitario che SaluteMia proporne come fondamenta di una copertura socio-sanitaria. Sono previsti sistemi di assistenza alla maternità nella versione “base” ed “estensione”, per le visite diagnostiche, oltre al Servizio Mother care, che permette di avere, a domicilio o in modalità remota, il supporto di un consulente per l’allattamento, un nutrizionista per il bambino e per la mamma, un’ostetrica e uno psicologo.   Agevolazioni e prevenzione per i figli   Oltre all’assistenza alla maternità, il Piano Base offre una serie di agevolazioni e tutele aggiuntive per la protezione della salute dei figli. Sono garantiti screening preventivi in età pediatrica e un piano per la prevenzione dell’obesità infantile. Inoltre, è prevista la riduzione del 40% del costo contributivo per il secondo figlio sotto i 18 anni.   Proteggere anche i figli lontani   A un figlio o una figlia che partono per frequentare l’Università lontano da casa si desidera offrire tutta la protezione possibile contro gli imprevisti. Lontano dal nucleo familiare e dal medico di fiducia, grazie a SaluteMia possono essere tutelati per una vastissima serie di esigenze in campo socio-sanitario. Una protezione attiva anche durante un soggiorno all’estero che, ad esempio, copre in caso di necessità di esami diagnostici, ricoveri o cure odontoiatriche.   Tre piani dedicati ai futuri medici e dentisti   SaluteMia si prende cura dei colleghi medici e odontoiatri e delle loro famiglie, ma anche dei futuri “camici bianchi”. Anche gli universitari che studiano per diventare medici o dentisti possono, infatti, proteggersi grazie ai tre Piani sanitari a loro dedicati, offerti a prezzi contenuti. SaluteMia inoltre premia i laureati con 110 e lode con una borsa di studio da 500 euro, per agevolare loro l’ingresso nella categoria.   Tutelare i genitori   SaluteMia permette di tutelare i genitori che si avviano verso la delicata fase della terza età. Per aderire a SaluteMia non sono, infatti, previste barriere di età o salute e si può restare iscritti anche in caso di eventi gravi. Oltre che per esigenze diagnostiche, di prestazioni e di ricoveri, è bene ricordare che la Mutua garantisce la copertura “critical illness”, che dà un supporto economico dai 4.000 ai 9.000 euro in caso di patologie gravi. È inoltre possibile beneficiare di un sistema di monitoraggio delle patologie croniche insorte durante il periodo di iscrizione. Già il Piano Base dà un’ampia tutela contro la non autosufficienza: per l’assistenza è garantita una copertura fino a 17.000 euro l’anno.   Per iscrizioni e rinnovi   Chi non ha ancora rinnovato l’iscrizione ai Piani sanitari 2025 può farlo, entro il 31 marzo, con pochi clic direttamente dall’area riservata del sito www.salutemia.net. I nuovi iscritti possono, invece, aderire ai Piani sanitari direttamente dal sito web di SaluteMia o scrivere a adesioni@salutemia.net.   Per qualsiasi chiarimento, informazione e per le adesioni, il personale di SaluteMia è disponibile presso gli uffici di Roma, in via della Mercede 33 e telefonicamente al numero 06.21.011.350. Per avere informazioni si può anche scrivere alla email info@salutemia.net.  

Giornata contro le aggressioni al personale sanitario, numeri in aumento

(da Doctor33)   Le aggressioni ai danni di medici e operatori sanitari sono in preoccupante aumento. Nel 2024 si è registrato un incremento del 33% degli episodi di violenza rispetto all’anno precedente, con una media di 116 casi all’anno per ogni Asl. I numeri emergono da diverse indagini condotte da Fiaso, Simeu e sindacati di categoria e sono al centro della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari. Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), gli ospedali stanno passando da “santuari del bene a luoghi della paura”, con medici e infermieri sempre più timorosi di svolgere il proprio lavoro. “Gli episodi non sono diminuiti, ma l’arresto in flagranza differita, previsto dalla legge 171/2024, sta cominciando a funzionare”, spiega Anelli. Tuttavia, servono ulteriori misure: “Ancora oggi chiunque può entrare in ospedale con un’arma, e questo è un problema che va risolto”. Anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha ribadito la gravità del fenomeno durante un evento a Pisa organizzato da Fiaso e dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza (Simeu): “La violenza contro chi si prende cura della collettività è inaccettabile e mina le basi del Servizio sanitario”. Il Governo ha introdotto misure più severe e annuncia ora la firma di un protocollo d’intesa con Fiaso e Federsanità per potenziare prevenzione e formazione. Per Giovanni Migliore, presidente di Fiaso, il problema non si risolve solo con l’inasprimento delle pene. “Le aggressioni sono il sintomo di una sanità sotto pressione: pronto soccorso sovraffollati, carenza di personale e una narrazione della sanità pubblica incentrata solo sulle criticità creano un clima di ostilità che esaspera i pazienti”, spiega. Attualmente, sette pronto soccorso su 10 dispongono di sistemi di videosorveglianza, ma secondo Migliore il problema riguarda anche la medicina del territorio, dove avviene la metà delle aggressioni. “Dobbiamo rafforzare la sanità territoriale e rivedere il sistema della continuità assistenziale, perché la guardia medica non risponde più alle esigenze attuali”, aggiunge. Per la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), la prevenzione passa anche attraverso un’educazione dei cittadini. “Accanto alle misure repressive, occorre costruire un percorso di sensibilizzazione per far comprendere il corretto utilizzo delle strutture sanitarie”, afferma la Federazione. L’impatto della violenza è devastante anche sulla tenuta del Servizio sanitario nazionale. Secondo il sindacato Nursing Up, il 51% degli operatori sanitari ha subito almeno un’aggressione in carriera e le violenze rappresentano la seconda causa di disagio mentale tra i professionisti. “Il 25% degli infermieri e il 22% dei medici soffrono di burnout – denuncia Antonio De Palma, presidente di Nursing Up – e oltre 20mila infermieri hanno lasciato il servizio pubblico nei primi 9 mesi del 2024. Senza sicurezza, il rischio è che sempre più professionisti fuggano verso il settore privato, aggravando la carenza di personale nel Servizio sanitario nazionale”.

Radiazioni in ambito medico raddoppiate in 30 anni: cresce il rischio per i professionisti sanitari

(da Doctor33)     Negli ultimi tre decenni, l'esposizione alle radiazioni di origine medica è più che raddoppiata, arrivando a rappresentare circa il 50% del totale delle radiazioni a cui è sottoposta la popolazione, rispetto al 15% registrato negli anni Ottanta. A evidenziarlo l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Milano (OmceoMi), che richiama l’attenzione sul crescente utilizzo di procedure diagnostiche e terapeutiche con radiazioni ionizzanti, come TAC e radiografie, e sull’aumento del rischio per i professionisti sanitari più esposti.

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In Italia aumentano consumi e uso improprio antibiotici, picchi del 40%.

(da ADNKronos)  In Italia si consumano troppi antibiotici e in modo improprio. Con picchi anche del 40% nei mesi invernali che fanno presumere un loro uso sbagliato contro virus influenzali e parainfluenzali, rispetto ai quali sono inefficaci. Quasi la metà della popolazione geriatrica che ne fa uso almeno una volta l''anno con punte di oltre il 60% al Sud. E' il quadro che emerge dal Rapporto sull'uso degli antibiotici in Italia curato dall'Aifa e presentato oggi a Roma nella sede dell'Agenzia italiana del farmaco. "Consumi in aumento anche in ambito ospedaliero, dove più che altrove circolano i batteri resistenti alle terapie antimicrobiche - precisa l'Aiga - L'Italia ha il record europeo di consumi degli antiacidi dello stomaco che alterando la flora batterica intestinale possono favorire la selezione di germi resistenti. E così il Drug Resistence Index (Dra), che combina in un''unica misura il consumo di antibiotici e la resistenza ai farmaci, aumenta nella maggior parte delle regioni per alcuni importanti microorganismi come Escherichia coli, Streptococcus pneumoniae ed Enterococcus faecium., minacciando di mietere ancora più vittime rispetto ai 12mila decessi stimati in Italia dall''Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie". Nel 2023 "il consumo complessivo di antibiotici per uso sistemico, pubblico e privato, è stato pari a 22,4 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, con un aumento del 5,4% rispetto al 2022 e una variazione ancor più elevata se si considerano solo gli antibiotici dispensati a livello territoriale (+6,3%). Un andamento in controtendenza - sottolinea il report dell'Aifa - rispetto al decremento dei consumi in assistenza convenzionata del 14,4% osservato nel periodo 2013-19, al -23,6% nel biennio 2019-20 e al calo del 4% nel 2021. Anche il consumo di antibiotici per uso non sistemico, ossia locale, che è stato pari a 28 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, ha registrato un aumento del 4,3% rispetto al 2022".

Giornata mondiale obesità, oltre metà degli adulti in sovrappeso o obesi entro il 2050

(da Doctor33)    Se le tendenze osservate negli ultimi 30 anni continueranno, entro il 2050 più della metà della popolazione adulta e un terzo dei bambini e adolescenti nel mondo saranno in sovrappeso o obesi. È lo scenario previsto da una nuova analisi del Global Burden of Disease Study Bmi Collaborators, pubblicata su The Lancet in occasione della Giornata mondiale dell’obesità. Questa prospettiva, secondo gli esperti, rappresenta "una minaccia senza precedenti di malattie premature e morte a livello locale, nazionale e globale". Le analisi, condotte su 204 Paesi, stimano che entro il 2050 il numero di adulti (sopra i 25 anni) con sovrappeso (IMC 25-29,9) o obesità (IMC ≥30) raggiungerà i 3,8 miliardi, superando la metà della popolazione mondiale. Inoltre, si prevede che 356 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni e 390 milioni di adolescenti e giovani adulti tra i 15 e i 24 anni saranno in sovrappeso o obesi.  I ricercatori sottolineano come questa "policrisi" rappresenti una delle più grandi minacce alla salute pubblica nei prossimi decenni, con un impatto devastante sullo sviluppo di patologie croniche come diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari. Dal 1990 al 2021, il tasso di obesità è aumentato del 155% negli uomini, del 105% nelle donne e del 244% nei bambini e adolescenti. La stretta correlazione tra obesità infantile e adulta indica che il problema non farà che peggiorare nei prossimi decenni, con un aumento stimato del 121% tra i più giovani entro il 2050.  Otto Paesi concentrano oltre la metà della popolazione adulta con sovrappeso e obesità: Cina, India, Stati Uniti, Brasile, Russia, Messico, Indonesia ed Egitto. In particolare, gli Stati Uniti presentano una prevalenza di obesità molto elevata (41,5% tra gli uomini e 45,6% tra le donne), destinata ad aumentare ulteriormente. Le regioni con il maggiore aumento di obesità tra gli adulti dal 1990 al 2021 sono state il Nord Africa e il Medio Oriente, mentre la crescita più marcata nei prossimi decenni si prevede in Africa subsahariana (+254,8%). Tra i bambini e adolescenti, l’incremento più rapido è stato osservato in Nord Africa, Medio Oriente, America Latina e Caraibi, con una tendenza che non mostra segni di stabilizzazione.  Gli esperti sottolineano la necessità di strategie sanitarie pubbliche urgenti e integrate. Sebbene i nuovi farmaci anti-obesità offrano prospettive promettenti, l’intervento deve essere sistemico, coinvolgendo settori diversi per affrontare le cause profonde dell’aumento di peso a livello individuale e collettivo. Thorkild I. A. Sørensen, dell’Università di Copenaghen, evidenzia che la gestione clinica dell’obesità può essere efficace solo per una piccola parte della popolazione con accesso ai servizi sanitari. La sfida principale rimane quella di implementare interventi di salute pubblica fattibili ed efficaci su larga scala. Secondo Emmanuela Gakidou, dell’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle, i governi devono sfruttare le proiezioni epidemiologiche per identificare le popolazioni più vulnerabili e intervenire con programmi mirati, sia per la prevenzione che per il trattamento dell’obesità.  Anche sul fronte europeo si evidenzia la necessità di intervenire presto: "I nuovi dati allarmanti pubblicati su The Lancet rappresentano una sfida per i politici - commenta in una nota Volkan Yumuk, presidente dell'Easo (European Association for the Study of Obesity - Questa emergenza sanitaria pubblica senza precedenti richiederà un'azione politica coordinata in tutta Europa. Le vecchie strategie non hanno avuto successo". Ma "vediamo un'opportunità qui. Le società scientifiche di settore, spiega Yumuk, "si rendono conto che" finora "l'obesità è stata ampiamente descritta in modo errato. La nostra comprensione in evoluzione" di una patologia "che ha complesse basi genetiche, neurobiologiche, ormonali e metaboliche mostra che tutte le persone e i gruppi particolarmente vulnerabili nella società sono ora predisposti a sviluppare obesità nei nostri ambienti moderni. Dobbiamo sostenere chi già convive con la malattia, nonché sviluppare strumenti per sostenere la prevenzione". E "basarsi su questa comprensione scientifica piuttosto che su paradigmi obsoleti che stigmatizzano e colpevolizzano".