Case di comunità, Schillaci: funzioneranno solo con Mmg al lavoro per 16-18 ore

(da Doctor33)     "I medici di medicina generale sono la prima barriera dei pazienti, bisogna dare nuovo lustro alla loro figura e fare sì che il corso di formazione regionale diventi una scuola di specializzazione. Non possiamo pensare di usare al meglio i fondi del Pnrr se i medici di medicina generale non passeranno un numero determinato di ore - tra le 16 e le 18 ore - nelle Case di comunità, per far sì che queste strutture, pensate non da noi e senza immaginare di metterci dentro il personale, non rimangano delle cattedrali nel deserto". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento ad Atreju al Circo Massimo a Roma all'evento “Più investimenti per il riscatto della sanità. La via italiana per la tutela della salute”.

Il ministro si è anche soffermato sul tema dei fondi per la sanità ribadendo che “dopo il Covid è tornata al centro del dibattito politico e il governo sin da subito le ha dato grande importanza. E' tra le prime preoccupazioni degli italiani e l'opposizione vi ha trovato un tema di interesse. Io ho subito chiesto come ministro più fondi, quindi non è un tema dell'opposizione. Ma oltre alle risorse ci vuole un progetto. Bisogna avere una idea della sanità del futuro” ha aggiunto “ma bisogna anche vedere da dove partiamo, e partiamo da una sanità a luci ed ombre, a macchia di leopardo e con grandi differenze, ma il cui punto forte sono i suoi operatori", ha concluso.

Società scientifiche: stop multe no vax scelta pericolosa e antiscientifica

(da ADNKronos)  "Come rappresentanti del mondo medico-scientifico, assolutamente non condividiamo la scelta di sanatoria delle multe ai no vax". Parla di "una scelta pericolosa e profondamente antiscientifica" Francesco Cognetti, presidente di Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi) e Fossc (Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, rappresentativo di 75 realtà attive nel nostro Paese), commentando la decisione del Governo con il decreto Milleproroghe. "E' necessario manifestare il nostro più fermo dissenso su questa iniziativa", afferma Cognetti in una nota. "Anzi - aggiunge l'oncologo - dobbiamo assolutamente ribadire che sono stati proprio i vaccini a liberarci dall'incubo del Covid-19 e a ridurre fortemente l'impatto della pandemia. Non possiamo dimenticare quante sofferenze e difficoltà il pericoloso virus ha creato, soprattutto tra il 2020 e il 2022. Non è accettabile invece condonare le multe di chi in quegli anni difficili ha avuto un comportamento estremamente pericoloso per il nostro Paese", un atteggiamento "nefasto". "Intendiamo infine ricordare che le scelte di salute pubblica dovrebbero essere sempre prese in base a evidenze scientifiche", ammonisce il presidente di Foce e Fossc. "Ricordiamo" invece "che l'Italia ha dichiarato la sua contrarietà all'Accordo tra i Paesi Oms sul trattato per il Piano pandemico per la riduzione dell'impatto delle pandemie sui cittadini, sui servizi sanitari-sociali e anche sulla salute del personale coinvolto". Infine, osserva Cognetti, "nel nostro Paese è ancora assente un Piano pandemico nazionale. La prevenzione di alcuni gravi malattie, tra cui quelle infettive - avverte - passa soprattutto dalle immunizzazioni e dai vaccini. Sono dei fondamentali presidi sanitari salvavita che andrebbero sempre e solo incentivati tra l'intera popolazione".

L’igiene orale comincia dalla culla, dopo ogni poppata

(da DotttNet - riproduzione modificata)  Le buone abitudini per la salute orale cominciano dalla culla. Già dopo ogni poppata bisognerebbe infatti pulire le mucose e le gengive al neonato con una garza leggermente inumidita da acqua o da soluzione fisiologica. "Si tratta di un modo efficace per far abituare i neonati al fatto che, dopo la poppata e in generale dopo essersi alimentati, bisogna pulire il cavo orale - spiega Stefano Scavia, odontoiatra, ricercatore, già docente all'Università Statale Bicocca di Milano-. E' un meccanismo mentale che abitua alle manovre per il mantenimento di una buona igiene personale, simile a quello che ci viene insegnato quando ci sporchiamo le mani, quando si rientra in casa o prima di toccare del cibo: bisogna lavarle". Igiene che andrebbe poi mantenuta nell'infanzia e rafforzata nell'adolescenza. "Non lavarsi i denti ha come prima conseguenza l'insorgere di carie, una problematica che incide per il 22% nei bambini fino a quattro anni e per il 44% in quelli fino a dodici anni - continua-. Batteri, zuccheri e residui di cibo concorrono alla formazione della placca, una sorta di biofilm, che aderisce tenacemente allo smalto dei denti. Eppure, una recente indagine rivela che più di un bambino su cinque non lavi i denti due volte al giorno." Una tendenza che, per la verità, riguarda anche gli adulti, il 50% dei quali ha dichiarato di non farlo regolarmente per pigrizia". L'attenzione alla cura e alla pulizia dei denti da latte è importante perché, "per quanto siano destinati a essere sostituiti, se non puliti adeguatamente, possono alterare l'eruzione dei denti permanenti e compromettere la salute della bocca. Il bambino con carie ha insomma una carica batterica patogena più elevata che, se il problema non viene risolto, è destinata a mantenersi, danneggiando potenzialmente anche la salute dei denti permanenti". Per questo è importante rimuovere la placca quotidianamente in modo meccanico, cioè con lo spazzolino. Il fluoro contenuto nel dentifricio, inoltre, è una molecola efficace per prevenire i problemi odontoiatrici. Il modo corretto per far sì che il fluoro protegga i nostri denti è utilizzare ogni giorno il giusto dentifricio: il fluoro in esso contenuto viene disciolto nella saliva, venendo così a contatto con le superfici dei nostri denti, rinforzandoli.

Necessità di presenza medica alle manifestazioni sportive in ambito scolastico provinciale

Per il 2025, l'Ufficio Scolastico Provinciale ci ha segnalato la necessità di reperire uno o più medici che presenzino alle manifestazioni sportive scolastiche. Non è possibile alcuna forma di convenzione, ma se ci fossero colleghi interessati pubblichiamo il comunicato pervenuto a noi nella sua forma integrale: sono Gabriele Obino, referente per educazione fisica e motoria dell'Ufficio Scolastico Provinciale (ex Provveditorato agli studi) di Forlì.   Vorrei chiedere informazioni sulla possibilità di stipulare una convenzione con il Vostro Ordine al fine di poter garantire adeguata assistenza sanitaria per tutte le manifestazioni sportive che questo Ufficio organizza durante l'anno scolastico per le Competizioni Sportive Scolastiche (indicativamente tra i 25 e 30 eventi ogni anno).  Lascio anche recapiti telefonici. Ufficio: 0543.451351. Personale: 338.6055690.  

Consulta: ridurre le altre spese prima di tagliare quelle sanitarie

(da IlSole 24ore)   Il taglio della spesa per la sanità può intervenire solo come ultima, inevitabile scelta, quando sono già state ridotte «prioritariamente» tutte le altre voci; perché l'impegno finanziario pubblico per la sanità «si connota come funzionale a garantire il fondamentale diritto alla salute di cui all'articolo 32 della Costituzione, che chiama in causa imprescindibili esigenze di tutela anche delle fasce più deboli della popolazione, non in grado di accedere alla spesa sostenuta direttamente dal cittadino, cosiddetta out of pocket». Lo spiega la Corte costituzionale nella sentenza 195/2024 depositata nei giorni scorsi (redattore Luca Antonini); fissando con parole chiare una clausola di garanzia su uno dei capitoli più delicati del bilancio pubblico, come dimostrano anche i dibattiti delle ultime settimane intorno alla manovra. Il principio indicato dalla sentenza è insomma cruciale in linea generale, e supera di molto i confini della norma di dettaglio da cui è stata originata l'analisi dei giudici delle leggi. Sul loro tavolo, per impulso della Regione Campania, è finito infatti il comma 527 della manovra dello scorso anno (legge 213 del 2023), che disciplina il contributo alla finanza pubblica chiesto alle Regioni, per 350 milioni all'anno dal 2024 al 2028 (per il primo anno il conto è stato successivamente ridotto a 305 milioni). La distribuzione del conto, prosegue la regola, deve avvenire con un'intesa in Conferenza Stato-Regioni, evitando però di includere nella base di calcolo le missioni 12 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia) e 13 (Tutela della salute). Ma in assenza di accordo il Governo procede autonomamente azionando le forbici con un'intensità proporzionale alla spesa corrente indicata in ogni rendiconto regionale. Un meccanismo di questo tipo assume però un «carattere intrinsecamente contraddittorio», avverte la Corte.