Dormire a bocca aperta aumenta il pH acido con rischio erosione smalto
(da Odontoiatria33) Russare o respirare a bocca aperta può far venire la carie. A ricordarlo è l’AIC (Accademia Italiana Conservativa) ridorando recenti studi scientifici che affermano che chi russa per buona parte della notte o respira a bocca aperta porta a un calo del pH del cavo orale che mette a rischio lo smalto e facilita la comparsa delle lesioni cariose. Gli esperti di AIC sottolineano che il rischio è consistente soprattutto in chi soffre della cosiddetta sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS), e che trascorre gran parte della notte respirando in modo incostante. Inoltre, il pericolo aumenta ancora di più se si parla dei bambini: il 15% dei più piccoli, di notte, passa l’80% del tempo respirando a bocca aperta per colpa di frequenti raffreddori e allergie. “Il nostro organismo è strutturato in modo che la respirazione avvenga dal naso, quando non succede nell’ambiente del cavo orale si crea uno squilibrio pericoloso – spiega all’agenzia ANSA il prof. Lorenzo Breschi (nella foto), Presidente AIC e Professore Ordinario di Odontoiatria Conservativa presso l’Università di Bologna – Infatti, il fisiologico pH del cavo orale cala in modo significativo portando ad un netto aumento dell’acidità della bocca: un ambiente più acido e un pH basso favoriscono l’erosione e l’indebolimento dello smalto, anticamera dello sviluppo della carie”. Numerosi studi su adulti e bambini hanno confermato i rischi associati ad una scorretta respirazione in quanto lo squilibrio del pH intra orale dovuto alla ridotta capacità di neutralizzare un ambiente acido porta alla distruzione dei tessuti dentali esistenti così come dei materiali utilizzati per il loro restauro. “Il rischio di sviluppo della patologia cariosa è aumentato di oltre il 37% rispetto ai soggetti che non soffrono di disturbi respiratori – aggiunge Breschi – Respirare a bocca aperta infatti “asciuga” il cavo orale. Il continuo passaggio di aria all’interno della bocca secca le mucose facendo evaporare il sottile strato protettivo di saliva che, grazie a enzimi antibatterici, anticorpi e sali minerali in essa contenuti assicura con il suo flusso regolare una buona detersione delle superfici dentali, il bilanciamento del pH e, di conseguenza, la rimineralizzazione dello smalto. La saliva inoltre ha il compito di contrastare i batteri che producono gli acidi: la secchezza orale quindi contribuisce a far salire i livelli di acidità e parallelamente altera la flora batterica orale, favorendo oltre alle carie anche la comparsa di irritazioni, stomatiti, afte e infiammazioni gengivali”. La maggiore prevalenza di lesioni cariose e di infiammazione gengivale è stata riportata da diverse ricerche condotte sui bambini che mostrano come respirare male di notte, per esempio per colpa di allergie e asma, aumenta notevolmente la percentuale di esperienza di carie sui denti decidui. “Per evitare conseguenze sulla salute orale è perciò molto importante risolvere i disturbi che compromettono una buona respirazione durante il sonno sia negli adulti che nei bambini – sottolinea Breschi – Spesso, purtroppo, il 75-80% dei casi di patologie del sonno non viene diagnosticato, sarebbe invece essenziale riconoscere il problema per risolvere non solo i disturbi della respirazione e ridurre i rischi cardiovascolari ad essi correlati , ma anche per ridurre i rischi per la salute dei denti”.
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Mantenere i capelli del paziente è una cura
(da Oncologia33) I dispositivi per raffreddare il cuoio capelluto durante la somministrazione della chemioterapia hanno dimostrato di essere efficaci nel prevenire l'alopecia in una quota di pazienti e con alcuni farmaci chemioterapici. Il loro uso dovrebbe quindi diffondersi. E' questo il messaggio contenuto in una revisione accompagnata da un editoriale di commento pubblicata sul 'Journal of Oncology Practice', nella quale si fa il punto sugli studi controllati condotti negli ultimi anni e, in particolare, su tre di essi, che hanno coinvolto un totale di circa 400, tra pazienti trattate e controlli. In tutti e tre lo schema è stato simile: il casco è stato applicato a donne con carcinoma mammario metastatico 90 minuti prima della terapia, tenuto durante la somministrazione del farmaco e poi successivamente per 90 - 120 minuti e alla fine l'effetto protettivo si è visto soprattutto nelle donne sottoposte a taxani.
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Nuove linee guida per le emorroidi, un problema molto frequente e di non facile gestione
(da Doctor33) L'American Society of Colon and Rectal Surgeons (ASCRS) ha pubblicato su Diseases of the Colon & Rectum le linee guida aggiornate sulla gestione delle emorroidi. Ogni anno, si indica nel documento, oltre 2,2 milioni di pazienti negli Stati Uniti si sottopongono a valutazioni per i sintomi di questo problema. «Di conseguenza, è importante identificare le emorroidi sintomatiche come la fonte alla base del sintomo anorettale e avere una chiara comprensione della valutazione e della gestione di questo processo patologico» dice Bradley Davis, del Carolinas Medical Center di Charlotte, USA, a capo del comitato che ha curato il documento. Le linee guida raccomandano la valutazione delle emorroidi sulla base di una storia specifica della malattia, che enfatizza il grado e la durata dei sintomi e identifica i fattori di rischio. Gli autori indicano i segni da ricercare per definire le emorroidi interne, ovvero sanguinamento indolore con i movimenti intestinali e protrusione intermittente, sottolineando anche che i pazienti devono essere valutati per incontinenza fecale. Inoltre, viene indicata la necessità di una completa valutazione endoscopica del colon per i pazienti che presentano emorroidi sintomatiche e sanguinamento rettale. Il documento analizza nel dettaglio la gestione delle emorroidi, che può comprendere procedure mediche o interventi chirurgici. Secondo quanto indicato, la maggior parte dei pazienti con emorroidi di I e II grado e pazienti selezionati con malattia di III grado che non traggono beneficio dal trattamento medico può essere efficacemente trattata con procedure ambulatoriali, come bendaggio, scleroterapia e coagulazione a infrarossi, anche se questo trattamento è talvolta più lento e meno definitivo di quello chirurgico. Le opzioni chirurgiche descritte nelle raccomandazioni includono l'emorroidectomia, l'emorroidopessi e l'emorroidectomia guidata con Doppler. L'emorroidectomia è risultata il trattamento più efficace per i pazienti con emorroidi di III grado, anche se associata a maggiori livelli di dolore e complicanze. Questa terapia viene particolarmente raccomandata anche per il trattamento di pazienti con prolasso con emorroidi esterne o una combinazione di emorroidi interne ed esterne. (Dis Colon Rectum. 2018. doi: 10.1097/DCR.0000000000001030 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29420423)