Assunzioni e incompatibilità dei medici specializzandi. Da Anaao Giovani e Als un vademecum per saperne di più

(da Quotidiano Sanità)   Questo vademecum, destinato non solo ai medici specializzandi, ma anche alle aziende sanitarie pubbliche e private, si è reso necessario a seguito delle modifiche introdotte dalla manovra economica 2025. Per semplificare la lettura il vademecum offre un excursus delle norme e una FAQ per risolvere possibili dubbi, oltre a un modello di richiesta che le aziende dovranno inviare ai ministeri competenti per procedere all’accreditamento delle strutture. Scarica il Vademecum a questo LINK.

Requisiti per la pensione Enpam 2025

(da Enpam.it)   Anno nuovo, ma le regole per andare in pensione con l’Enpam non cambiano. A inizio 2025 è utile ribadire i requisiti di età e anzianità contributiva, in una breve guida per chi progetta di andare in pensione nell’anno in corso.  Bisogna ricordare che il trattamento Enpam si compone prima di tutto di una pensione di base, di Quota A, che si matura con la contribuzione che versano tutti i medici e dentisti e che spetta quindi a tutti gli iscritti all’Ordine.  A questa, si aggiunge un’eventuale altra quota che è calcolata sui contributi versati in base all’attività professionale specifica svolta nel corso della carriera: medicina generale, specialistica ambulatoriale, specialistica esterna, libera professione.  È bene premettere che, requisiti specifici a parte, per ricevere una pensione Enpam è necessario essere in regola con il versamento dei contributi. PER TUTTI I MEDICI E DENTISTI Può fare domanda per il trattamento legato alla Quota A chi ha maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia o per quella anticipata.  La pensione di vecchiaia ha come requisito il raggiungimento dei 68 anni di età e condizione necessaria è avere almeno 5 anni di anzianità contributiva.    I requisiti per la pensione anticipata si maturano, invece, a 65 anni, per chi opta per il metodo di calcolo interamente contributivo, entro il mese del sessantacinquesimo compleanno. Occorre comunque essere ancora iscritti alla gestione e avere almeno 20 anni di contribuzione. PER I MEDICI CONVENZIONATI I medici convenzionati, oltre che alla Quota A, hanno versato i loro contributi al Fondo Enpam della medicina convenzionata e accreditata. Chi ha svolto attività come medico di famiglia, pediatra di libera scelta, specialista ambulatoriale o esterno, medico della medicina dei servizi, guardia medica, medico fiscale oppure medico convenzionato esterno Inps può scegliere tra tre modalità per andare in pensione, una volta cessata l’attività in convenzione.  A 68 anni per la pensione di vecchiaia oppure a 62 anni per il trattamento anticipato. Per quest’ultimo è necessario avere maturato almeno 35 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta e 30 anni di anzianità laurea.  Oppure, come terza opzione, è possibile andare in quiescenza indipendentemente dall’età, con 42 anni di contribuzione effettiva, riscattata e ricongiunta e 30 anni di anzianità laurea.  Per i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali è anche possibile andare in pensione con il sistema dell’App, l’Anticipo della prestazione previdenziale dell’Enpam. PER I LIBERI PROFESSIONISTI I medici e dentisti che nella loro carriera hanno svolto libera professione, versando contributi alla Quota B, maturano il trattamento pensionistico a 68 anni, purché abbiano almeno 5 anni di anzianità contributiva sulla Quota A.  In alternativa, è possibile optare per pensione anticipata di Quota B. I requisiti sono analoghi a quelli del Fondo della medicina convenzionata e cioè: 62 anni di età, almeno 35 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta, e 30 anni di anzianità laurea.   Anche in questo caso, possono chiedere la pensione senza il requisito dell’età minima gli iscritti che hanno maturato un’anzianità di laurea di 30 anni e 42 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta.

Missione in Ucraina – richiesta di supporto per raccolta dispositivi sanitari

Pubblichiamo la richiesta accorata della Dott.ssa Guidi Vanessa nostra iscritta. Per qualunque informazione ulteriore si prega di scrivere alla seguente email: vanessa.guidi@studio.unibo.it   "Gentilissimi, sono Vanessa Guidi, medica in formazione specialistica in Medicina d'Emergenza-Urgenza a Bologna e iscritta all'Ordine di Forlì-Cesena, n. 5117. Vi contatto perché sono la vicepresidente e coordino l'area medico-sanitaria di un'associazione, Mediterranea, che dall'inizio della guerra si trova anche in Ucraina con un progetto appunto sanitario (e non solo). Abbiamo avuto un ambulatorio mobile a Leopoli per due anni, ora invece supportiamo i civili nei campi profughi attraverso la distribuzione di aiuti umanitari e attraverso un progetto di educazione alla salute e prevenzione. In questi tre anni abbiamo costruito contatti con diverse realtà e ospedali della città. Infatti, anche a Dicembre grazie all'AUSL di Bologna abbiamo donato farmaci antiepilettici ev all'Ospedale Pediatrico St Nicholas, che ne era totalmente sprovvisto (per un valore di quasi 7mila euro). Mi rivolgo a voi per quanto riguarda il progetto di prevenzione e educazione alla salute. A Marzo tornerò a Leopoli insieme ad altri 3 medici e a un gruppo di volontari dell'Emilia-Romagna, tra cui anche della nostra provincia. Il tema di questa missione sanitaria sarà l'ipertensione arteriosa. La popolazione civile ucraina ha scarsa fiducia nella figura del medico e non ha la cultura della terapia da assumere in cronico per prendersi cura della propria salute. Per questo, come step successivo all'ambulatorio, puntiamo alla prevenzione ed educazione alla salute. Vorremmo pertanto, con l'occasione, anche consegnare tanti dispositivi elettronici per la misurazione della pressione arteriosa. Vi chiedo pertanto se fosse possibile avere un supporto nel reperire quanti più dispositivi possibile, diffondendo a MMG e altri professionisti attraverso i contatti dell'Ordine. Oppure attraverso contatti diretti che l'Ordine ha e che potrebbero tornare utili a tale scopo. Perdonate la richiesta diretta, ma è sempre più difficile reperire questo tipo di aiuti per l'Ucraina. In ogni caso, io sono a disposizione per altre informazioni e anche ad un incontro di persona. Siamo anche alla ricerca di donazioni per finanziare la missione e acquistare i beni di prima necessità che porteremo nei campi profughi. Non so se l'Ordine può aiutare in questo. In attesa di un vostro riscontro, vi ringrazio, Cordiali saluti Vanessa Guidi"

I rischi della disinformazione sanitaria

(da M.D.Digital)  'The Lancet', in un recente editoriale (Volume 405, Issue 10474 p173 January 18, 2025) ha posto l'attenzione sulle ricadute che possono avere i contenuti fuorvianti dei social media su questioni cliniche, terapeutiche e sanitarie sottolineando che la cattiva informazione in questi campi rappresenta una vera e propria minaccia per la salute pubblica. "Il senso di ansia e urgenza, unito all’aumento dell’uso dei social media e alle interpretazioni politicamente cariche della pandemia - si legge nell'editoriale -  hanno favorito la diffusione di una serie di affermazioni fuorvianti sul virus e sulle contromisure mediche. La disinformazione sanitaria è stata utilizzata come arma di propaganda, sfruttando la paura, minando la fiducia del pubblico e ostacolando l’azione collettiva nei momenti critici". I contenuti fuorvianti dei social media che pervadono le informazioni sulla prevenzione e il trattamento di patologie importanti, come per esempio il cancro,  potrebbero portare i pazienti ad abbandonare trattamenti basati sull’evidenza in favore di alternative sostenute da influencer. Per The Lancet questa minaccia non è presa abbastanza sul serio dalle aziende tecnologiche come per esempio mostra  la recente decisione di Meta di porre fine al fact-checking che, sebbene non possa eliminare completamente il materiale inaccurato,  la sua rimozione aprirebbe le porte a contenuti dannosi. Ma per combattere la disinformazione sanitarie è necessario saper affrontare la manipolazione intenzionale e il modo in cui gli algoritmi dirigono l’attenzione delle persone, lasciando gli individui a navigare da soli in un complesso mix di scienza e finzione.  La lotta alla disinformazione andrebbe realizzata con un "approccio sistematico simile a quello di frenare la diffusione di agenti infettivi: trovare e contenere la fonte; identificare in modo proattivo i più vulnerabili ai suoi effetti; e immunizzare la popolazione contro le false affermazioni fornendo risorse educative chiare. Non può essere lasciato a sforzi individuali e volontari". Secondo The lancet  i governi e i comunicatori scientifici devono sforzarsi di garantire che i messaggi sulla salute pubblica siano rilevanti per l’individuo; non solo fornire informazioni accurate, ma anche promuovere un ambiente di fiducia e comprensione e riconoscere aree di incertezza e incognite. Anche la comunità medica ha un ruolo chiave. "La cattiva informazione e la disinformazione - si legge a conclusione dell'editoriale - non possono più essere viste semplicemente come un fastidio accademico, ma piuttosto come una minaccia per la società. Solo se riconosciamo questa minaccia e agiamo in modo proporzionato possiamo rispondere al pericolo e combattere l’ondata di disinformazione che ha il potenziale di minare seriamente la salute pubblica".