Una dose di empatia aumenta l’efficacia delle cure

(da M.D.Digital)  Una ricerca pubblicata sul ‘Journal of the Royal Society of Medicine’ suggerisce che i messaggi empatici e positivi dei medici possono essere di beneficio per i pazienti che soffrono di dolori e migliorare la loro soddisfazione per le cure ricevute.  Lo studio, che ha valutato i dati di 28 studi clinici per un totale di oltre 6.000 pazienti, aggiunge peso all’argomento secondo cui i risultati terapeutici positivi possono essere aumentati se i medici migliorano il modo in cui esprimono empatia e creano aspettative positive di beneficio.

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Dormire a bocca aperta aumenta il pH acido con rischio erosione smalto

(da Odontoiatria33)  Russare o respirare a bocca aperta può far venire la carie. A ricordarlo è l’AIC (Accademia Italiana Conservativa) ridorando recenti studi scientifici che affermano che chi russa per buona parte della notte o respira a bocca aperta porta a un calo del pH del cavo orale che mette a rischio lo smalto e facilita la comparsa delle lesioni cariose. Gli esperti di AIC sottolineano che il rischio è consistente soprattutto in chi soffre della cosiddetta sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS), e che trascorre gran parte della notte respirando in modo incostante. Inoltre, il pericolo aumenta ancora di più se si parla dei bambini: il 15% dei più piccoli, di notte, passa l’80% del tempo respirando a bocca aperta per colpa di frequenti raffreddori e allergie.  “Il nostro organismo è strutturato in modo che la respirazione avvenga dal naso, quando non succede nell’ambiente del cavo orale si crea uno squilibrio pericoloso – spiega all’agenzia ANSA il prof. Lorenzo Breschi (nella foto), Presidente AIC e Professore Ordinario di Odontoiatria Conservativa presso l’Università di Bologna – Infatti, il fisiologico pH del cavo orale cala in modo significativo portando ad un netto aumento dell’acidità della bocca: un ambiente più acido e un pH basso favoriscono l’erosione e l’indebolimento dello smalto, anticamera dello sviluppo della carie”. Numerosi studi su adulti e bambini hanno confermato i rischi associati ad una scorretta respirazione in quanto lo squilibrio del pH intra orale dovuto alla ridotta capacità di neutralizzare un ambiente acido porta alla distruzione dei tessuti dentali esistenti così come dei materiali utilizzati per il loro restauro.   “Il rischio di sviluppo della patologia cariosa è aumentato di oltre il 37% rispetto ai soggetti che non soffrono di disturbi respiratori – aggiunge Breschi – Respirare a bocca aperta infatti “asciuga” il cavo orale. Il continuo passaggio di aria all’interno della bocca secca le mucose facendo evaporare il sottile strato protettivo di saliva che, grazie a enzimi antibatterici, anticorpi e sali minerali in essa contenuti assicura con il suo flusso regolare una buona detersione delle superfici dentali, il bilanciamento del pH e, di conseguenza, la rimineralizzazione dello smalto. La saliva inoltre ha il compito di contrastare i batteri che producono gli acidi: la secchezza orale quindi contribuisce a far salire i livelli di acidità e parallelamente altera la flora batterica orale, favorendo oltre alle carie anche la comparsa di irritazioni, stomatiti, afte e infiammazioni gengivali”.  La maggiore prevalenza di lesioni cariose e di infiammazione gengivale è stata riportata da diverse ricerche condotte sui bambini che mostrano come respirare male di notte, per esempio per colpa di allergie e asma, aumenta notevolmente la percentuale di esperienza di carie sui denti decidui. “Per evitare conseguenze sulla salute orale è perciò molto importante risolvere i disturbi che compromettono una buona respirazione durante il sonno sia negli adulti che nei bambini – sottolinea Breschi – Spesso, purtroppo, il 75-80% dei casi di patologie del sonno non viene diagnosticato, sarebbe invece essenziale riconoscere il problema per risolvere non solo i disturbi della respirazione e ridurre i rischi cardiovascolari ad essi correlati , ma anche per ridurre i rischi per la salute dei denti”.

Influenza: vaccinare i bambini per proteggere anziani

(da AGI)  Una vaccinazione più completa si conferma un’arma troppo preziosa per essere sottovalutata, soprattutto dopo le nuove evidenze sull’efficacia del vaccino quadrivalente, in particolare nella popolazione pediatrica tra 6 e 35 mesi. Un’analisi di InfluNet evidenzia che i bambini da 0 a 5 anni, infatti, si ammalano d’influenza circa 10 volte di più rispetto all’anziano e circa 5 volte di più rispetto all’adulto. Una copertura vaccinale più ampia, con l’utilizzo di un vaccino quadrivalente, potrebbe proteggere in maniera efficace e sicura questa categoria così delicata, ma anche indurre un risparmio economico per il Ssn come emerge da una recente valutazione di Health Technology Assessment (HTA) dell’università degli Studi di Firenze dell’università degli Studi di Genova e dell’università Tor Vergata di Roma. “Il report di HTA sull’influenza nella fascia di eta’ dai 6 mesi ai 6 anni, dichiara Paolo Bonanni, professore di Igiene presso l’università degli Studi di Firenze, nasce dall’evidenza che l’influenza è una malattia molto importante sia dal punto di vista diretto della salute del bambino, (infatti è una malattia grave che può generare ospedalizzazioni), sia perchè il bambino è il principale responsabile della trasmissione dell’infezione alla popolazione adulta e anziana. Quindi, prevenire l’influenza nel bambino significa ridurre anche l’incidenza negli adulti e negli anziani, fascia di età nella quale le coperture non sono ottimali. “La valutazione HTA, ha aggiunto Francesco Saverio Mennini, professore di Economia Sanitaria università Tor Vergata di Roma, della vaccinazione universale in età pediatrica 0-6 anni ha dimostrato i rilevanti benefici (sia sanitari che economici) legati all’uso del vaccino quadrivalente rispetto alla non vaccinazione e al vaccino trivalente. Nello studio si e’ osservato che vaccinando il 40% di tutti i bambini italiani tra 0 e 6 anni con il quadrivalente, rispetto al trivalente, si preverrebbero 16mila casi di influenza addizionali all’anno.” Nel report si conclude pertanto che l’immunizzazione universale dei bambini, con il vaccino quadrivalente, risulta la scelta migliore di sanita’ pubblica per garantire la protezione diretta nei bambini e indiretta di tutta la popolazione

Mantenere i capelli del paziente è una cura

(da Oncologia33) I dispositivi per raffreddare il cuoio capelluto durante la somministrazione della chemioterapia hanno dimostrato di essere efficaci nel prevenire l’alopecia in una quota di pazienti e con alcuni farmaci chemioterapici. Il loro uso dovrebbe quindi diffondersi. E’ questo il messaggio contenuto in una revisione  accompagnata da un editoriale di commento pubblicata sul ‘Journal of Oncology Practice’, nella quale si fa il punto sugli studi controllati condotti negli ultimi anni e, in particolare, su tre di essi, che hanno coinvolto un totale di circa 400, tra pazienti trattate e controlli. In tutti e tre lo schema è stato simile: il casco è stato applicato a donne con carcinoma mammario metastatico 90 minuti prima della terapia, tenuto durante la somministrazione del farmaco e poi successivamente per 90 – 120 minuti e alla fine l’effetto protettivo si è visto soprattutto nelle donne sottoposte a taxani.

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Nuovo cibo da alimenti di scarto. In Olanda supermercato avvia vendita

(da Quotidiano Sanità e Thomson Reuters Foundation)  Aprile 2018  Birra da pane raffermo, zuppe da verdure che nessuno comprerebbe, sidro di mele imperfette e saponi da bucce d’arancia pronte a essere buttate nella spazzatura. Sono alcuni dei prodotti realizzati nell’ambito del progetto ‘Lo spreco è delizioso’, che riutilizza gli scarti alimentari, realizzato in un supermercato olandese in collaborazione con l’Università di Wageningen.
E le vendite registrate nella prima settimana sono state più alte del previsto. “Abbiamo venduto circa 700 articoli in una settimana, il doppio di quello che vendiamo con i prodotti biologici”, ha dichiarato George Verberne, che gestisce la filiale di Wageningen del supermercato Jumbo, una delle più grandi catene di supermarket olandesi. “Sono orgoglioso e molto felice di essere uno tra i primi a realizzare questo progetto”, afferma.  Dopo la corsia del supermercato senza plastica, l’Olanda trova così un’altra soluzione innovativa nella lotta contro sprechi e inquinamento. Con questo metodo di riutilizzo degli scarti alimentari, il governo olandese punta a dimezzare la quantità di cibo sprecato e diventare il primo paese europeo a raggiungere questo obiettivo entro il 2030. Secondo la FAO, l’organizzazione che si occupa di cibi e agricoltura per conto delle Nazioni Unite, infatti, nel mondo, un terzo di tutto il cibo prodotto, del valore di quasi un trilione di dollari, viene buttato ogni anno.  E secondo Chantal Engelen, co-fondatrice di Kromkommer, una delle 18 aziende che partecipano al progetto, circa il 30% delle carote viene rifiutato perché ha due gambe, è troppo grande o troppo storta. “Compriamo i prodotti di scarto direttamente dal coltivatore a un prezzo equo e li trasformiamo in cibo sano”, ha dichiarato l’esperta, aggiungendo che il loro scopo è cambiare il comportamento dei consumatori in modo che anche le carote di scarto vengano vendute nei negozi. Il progetto vorrebbe ora espandersi in altri tre supermercati nei prossimi mesi, mentre i ricercatori dell’università olandese controlleranno le vendite per sei mesi per capire come espandere meglio questo mercato.

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