Stop bufale sulla salute: al via portale dell’ISS

(da Ansa,it)   Dall’ambiente all’alimentazione, dai vaccini agli screening, è online https://www.issalute.it/ il primo portale web istituzionale di notizie sulla salute, forte già di 150 fake news smascherate e oltre 1700 schede sulle principali malattie. Realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), è una vera e propria enciclopedia ‘antibufale’ con notizie scientifiche scritte in modo semplice e comprensibile. L’obiettivo, spiega Ricciardi, «è spiegare ai cittadini il valore della ricerca e della conoscenza prodotta dall’intera comunità scientifica, per renderla fruibile al maggior numero di persone possibile, senza discriminazioni», spiega Walter Ricciardi, presidente Iss. Quotidianamente aggiornato, il nuovo ‘Portale della Conoscenzà offre una bussola per orientarsi nel mare del web, strumento a cui, secondo il Censis, almeno un italiano su 3 si affida per ottenere informazioni sulla salute. Ma, sempre più spesso, questi contenuti così delicati sono contaminati da fake news. «Santoni che propongono soluzioni impensabili a problemi di salute, come curare il cancro con l’ossigeno, o canali di disinformazione che pongono falsi problemi, come i rischi derivanti dai vaccini. Il web – osserva il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – è una giungla in cui è difficile districarsi». Per questo, a «Bufale e falsi miti» è dedicata un’apposita sezione del portale, dove ogni informazione ingannevole è corredata dalle spiegazioni scientifiche che ne evidenziano l’infondatezza. Un’altra sezione dedicata alle «News» viene aggiornata dall’agenzia Ansa, con notizie pubblicate su riviste scientifiche, ma tradotte in un linguaggio adatto a tutti. I contenuti pubblicati sono stati realizzati e vagliati da esperti. Testimonial del progetto è Piero Angela, giornalista che ha contributo a far accedere milioni di persone a informazioni scientifiche certificabili. «Oggi col web -osserva – la disinformazione circola rapidamente ed è pieno di pifferai magici a cui è facile credere. Da anni cerco di raccontare la scienza in modo corretto al grande pubblico. Saputo di questa iniziativa mi sono rallegrato perché finalmente le istituzioni entrano in un campo importante». Tra i temi più bersagliati dalla disinformazione online ci sono i vaccini. Per spiegarne l’importanza è stata inaugurata oggi, all’Iss la mostra ‘Mondovaccinì, che verrà ospitata nei prossimi mesi in diverse città italiane. Obiettivo è raccontare, attraverso quiz, foto, video e pannelli informativi, il valore di questi farmaci che hanno salvato milioni di vite.

Genitori e adolescenti – Agitare bene prima dell’uso 2.

Riceviamo e volentieri divulghiamo questo calendario di incontri organizzati dalla L’U.O.C. Dipendenze patologiche di Forlì in tema di prevenzione, trattamento e cura dei disturbi da uso o abuso di sostanze psicotrope (legali o illegali) o dei comportamenti compulsivi (gioco d’azzardo patologico, dipendenza da videogiochi, shopping compulsivo…)  Il Calendario degli incontri, che possono essere di grande interesse per medici di medicina generale e pediatri, è a questo link

Dieta vegetariana e vegana sono inadeguate per i bambini

(da DottNet)    “Vitamina B12, ferro e omega 3 devono trovare posto a tavola per il corretto sviluppo dei bimbi”  Non è da escludere a priori il vegetarianesimo, ma rischia di essere inadeguato così come il veganesimo. Latte, uova ed alimenti ricchi di vitamina B12, oltre a ferro e omega 3 devono trovare posto in tavola per un corretto sviluppo dei bambini. Fin dai primi mesi di vita la scelta migliore è quella che prevede il consumo prevalente di alimenti vegetali e l’uso limitato di prodotti animali. A evidenziarlo sono i pediatri, riuniti a Caserta per un corso organizzato dalla Sipps e dalla Federazione Italiana Medici Pediatri. Si comincia proprio con una sessione “Diete vegetariane in gravidanza e in età evolutiva”.  La Sipps, insieme alla Fimp e alla Società Italiana di Italiana di Medicina Perinatale ha deciso di approfondire, attraverso un Position Paper, il problema dell’adeguatezza delle diete vegetariane relativamente alla crescita ed allo sviluppo neurocognitivo dei bambini. “Anche in Italia, come nel resto del mondo – spiega Margherita Caroli, coordinatore del Position Paper – il numero delle persone che abbracciano stili alimentari diversi, fra cui quelli vegetariani, declinati nelle varie forme, è in aumento. In alcuni casi intere famiglie, a volte con conoscenze nutrizionali insufficienti, abbracciano nuovi modelli alimentari, intraprendendo un percorso che necessita peraltro di assunzioni calibrate dei diversi alimenti. I bambini quindi, soprattutto in questi casi, potrebbero venir esposti a stili alimentari non ideali per la loro crescita”.  “Per un corretto sviluppo del bimbo – afferma Andrea Vania, Professore di Nutrizione Pediatrica all’Università La Sapienza di Roma – le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono inadeguate, soprattutto considerando l’ambito neurologico, psicologico e quello motorio”. “La centralità del bambino – conclude Giuseppe Di Mauro, Presidente Sipps – è da sempre l’obiettivo primario per le diverse componenti dell’universo pediatrico”.

Sanità pubblica: prossima legislatura, ultima chiamata

(da M.D.Digital)   Al cospetto di oltre 600 partecipanti del mondo della sanità e della ricerca biomedica, giunti a Bologna da tutto il territorio nazionale, Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione Gimbe – ha fatto il punto sullo “stato di salute” del nostro servizio sanitario nazionale (Ssn) e sull’indifferibile necessità di rimettere la salute dei cittadini al centro dell’agenda politica. Secondo le stime della Fondazione Gimbe nel 2025 serviranno almeno 210 miliardi di euro per mantenere il Ssn pari ad una spesa pro-capite di  3.500 euro; stime estremamente prudenziali perché si tratta di una cifra inferiore alla media OCSE del 2013. Rispetto ai 150 miliardi di spesa del 2016, stando alle previsioni attuali d’incremento di spesa pubblica e di spesa privata e al potenziale recupero da sprechi e inefficienze, rimane indispensabile un forte rilancio del finanziamento pubblico per raggiungere la cifra stimata. “Questi dati – ha esordito Cartabellotta – seppure non devono essere letti come la conseguenza di un piano occulto di smantellamento e privatizzazione del Ssn, testimoniano indubbiamente l’assenza di un preciso programma politico per il suo salvataggio, confermata anche dalla recente analisi dei programmi elettorali condotta dalla Fondazione Gimbe”.
Impressionante la quantità di numeri snocciolati dal Presidente: dal definanziamento pubblico alle diseguaglianze regionali, dalla composizione della spesa privata alla mobilità sanitaria, dai ticket alle addizionali regionali IRPEF, dalla spesa per il personale agli sprechi, che restituiscono un quadro allarmante in cui il nostro Ssn si sta inesorabilmente disgregando sotto gli occhi di tutti.
“Davanti a tinte così fosche per il futuro della sanità pubblica – ha puntualizzato Cartabellotta – dal nostro monitoraggio dei programmi elettorali emerge che nessun partito ha predisposto un piano per tutelare il Ssn  intervenendo sulle principali determinanti della crisi di sostenibilità: definanziamento, ‘paniere’ Lea troppo ampio, sprechi e inefficienze, deregulation della sanità integrativa, diseguaglianze regionali e locali. Considerato che non potrà essere il futuro a prendersi cura del Ssn la Fondazione Gimbe ha dunque messo nero su bianco un dettagliato’piano di salvataggio’ la cui attuazione sarà strettamente monitorata dal nostro Osservatorio”.  Ma sotto osservazione ci sono anche i Piani anti-liste d’attesa delle Regioni e delle aziende sanitarie, per valutare l’adeguamento alle indicazioni nazionali e il rispetto dei tempi minimi per accedere alle prestazioni. Tale finalità è infatti l’obiettivo di un progetto di ricerca finanziato dalla borsa di studio promossa dalla Fondazione Gimbe alla memoria del medico Gioacchino Cartabellotta, e destinata a un giovane ricercatore. A riceverla quest’anno, durante la 13.esima Conferenza nazionale Gimbe è Vincenza Gianfredi, della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’università di Perugia, per fare luce sulle modalità con cui Regioni e Aziende sanitarie gestiscono le liste d’attesa.
“Dalle nostre analisi, effettuate nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Gimbe – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe -ci siamo resi conto di un elemento ‘curioso’: in Italia esiste un Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa che ciascuna Regione avrebbe dovuto recepire, e ciascuna azienda sanitaria avrebbe dovuto redigere un Piano aziendale per definire i tempi minimi previsti per accedere alle varie prestazioni. In nessun sito istituzionale, però, si ritrovano queste informazioni”.
“Perciò ci siamo dati l’obiettivo – prosegue – di costruire una sorta di mappatura, sia delle Regioni sia delle Aziende sanitarie, rispetto agli obblighi a cui sono tenute dal Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa”. I primi dati sono attesi dopo l’estate, i risultati conclusivi saranno illustrati alla prossima Conferenza nazionale Gimbe nel 2019.

I 12 punti del piano di salvataggio della Fondazione Gimbe

  1. Salute al centro di tutte le decisioni politiche non solo sanitarie, ma anche industriali, ambientali, sociali, economiche e fiscali.
    2.Certezze sulle risorse per la sanità: stop alle periodiche revisioni al ribasso e rilancio del finanziamento pubblico.
    3. Maggiori capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni nel pieno rispetto delle loro autonomie.
    4. Costruire un servizio socio-sanitario nazionale, perché i bisogni sociali sono strettamente correlati a quelli sanitari.
    5. Ridisegnare il perimetro dei Lea secondo evidenze scientifiche e princìpi di costo-efficacia e rivalutare la detraibilità delle spese mediche secondo gli stessi criteri.
    6. Eliminare il superticket e definire criteri nazionali di compartecipazione alla spesa sanitaria equi e omogenei.
    7. Piano nazionale contro gli sprechi in sanità per recuperare almeno 1 dei 2 euro sprecati ogni 10 spesi.
    8. Riordino legislativo della sanità integrativa per evitare derive consumistiche e di privatizzazione.
    9. Sana integrazione pubblico-privato e libera pr

Confermato anche nel 2018 il Concorso Letterario OMCeO Forlì-Cesena

Nella seduta del 6 marzo il Consiglio Direttivo del nostro Ordine ha deliberato di bandire per il 2018 la terza edizione del Concorso Letterario tra tutti gli iscritti. Anche quest’anno si potrà concorrere per due categorie, prosa (racconti brevi) e poesia (una sola poesia a tema libero). Ogni nostro iscritto potrà presentare lavori sia per la prosa che per la poesia. Gli elaborati dei concorrenti devono essere consegnati alla nostra segreteria entro il 15 Giugno 2018.

Regolamento

Modulo di partecipazione

Studio Italiano: i tumori aumentano insieme al Pil

(da AdnKronos Salute)   Il cancro cresce insieme al Pil. “Più le società sono ricche e maggiore è l’incidenza dei tumori”, secondo le conclusioni di uno studio dell’Università di Pisa, che ha indagato sull'”epidemia di cancro” analizzando in particolare il legame fra prodotto interno lordo e andamento di 8 neoplasie in 122 Paesi del mondo, Italia compresa. Il lavoro, pubblicato su ‘Ecological Economics’, è firmato da Tommaso Luzzati, Angela Parenti e Tommaso Rughi del Dipartimento di Economia e Management dell’ateneo pisano.  I 3 economisti sono partiti dalle informazioni raccolte nel database Globocan, un progetto dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’analisi ha coinvolto appunto 122 nazioni, pari a circa il 90% della popolazione mondiale, e gli 8 tumori più diffusi: quelli a polmone, seno, colon-retto, prostata, stomaco, fegato, cervice uterina, esofago.   “Secondo un’idea abbastanza diffusa – spiega Luzzati – l’aumento dei casi di tumore nei Paesi più ricchi sarebbe una ‘buona notizia’ perché si legherebbe sia a una migliore capacità di diagnosi, e quindi all’efficienza dei sistemi sanitari, sia all’allungamento della vita che ‘consentirebbe’ alle persone di ammalarsi di cancro anziché morire prima per altre cause”. Gli scienziati hanno cercato di capire fino a che punto questa idea fosse fondata e “gli esiti – riferisce l’autore – mostrano che l’incremento dei nuovi casi di cancro non può essere spiegato solo dalla maggiore aspettativa di vita, da statistiche migliori e da peculiarità regionali. Piuttosto, un ruolo significativo deve essere attribuito al degrado ambientale e agli stili di vita, anche se purtroppo – precisa Luzzati – la nostra analisi empirica non è in grado di distinguere fra i due”.   “Stili di vita e qualità ambientale associati alla crescita economica hanno un ruolo fondamentale che si manifesta anche a livello molto aggregato, cioè quando si va a studiare la relazione tra incidenza tumorale e Pil pro capite, anche se non è facile stabilire il peso relativo di ciascuno dei due fattori”, ribadiscono gli esperti. Ma che l’inquinamento ambientale giochi “un ruolo non secondario”, secondo i ricercatori “è visibile ad esempio nel caso dei tumori al polmone, in crescita anche se nei Paesi più ricchi il numero dei fumatori è in diminuzione”.  “Il messaggio politico che possiamo trarre dal nostro lavoro – commenta Luzzati – è che solo prendendo coscienza degli effetti negativi dello sviluppo economico saremo anche in grado di attuare politiche per affrontarli”.   Lo studio, per la sua originalità e le sue implicazioni – evidenziano dall’università di Pisa – ha suscitato interesse nella comunità scientifica, tra cui anche quello della rivista ‘Nature – Sustainability’ che lo riassume nel numero del 9 febbraio.

Emilia Romagna, Lombardia e Veneto firmano col Governo i pre accordi per l’autonomia. Sulla sanità avranno mano libera su molte questioni

Sul filo di lana della legislatura Governo e Regioni siglano tre pre intese che sanciscono il quadro delle maggiori autonomie regionali dopo i referendum in Lombardia e Veneto e la trattativa avviata a latere anche dall’Emilia Romagna. Per la sanità, una volta che i pre accordi si trasformeranno in intese a tutti gli effetti cambieranno molte cose: dagli accessi alle scuole di specializzazione, all’ingresso nel Ssn, ma molte novità anche per i farmaci equivalenti e i ticket. Il Veneto avrà anche spazio di manovra sulla libera professione e l’Emilia Romagna sulla distribuzione diretta dei farmaci  Leggi l’articolo completo al LINK

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