Malattia e infortuni, tutele per chi fa libera professione

(da enpam.it)  I liberi professionisti hanno diritto all’indennità di malattia e infortunio dall’Enpam.   La tutela copre anche i professionisti che lavorano in convenzione con il Ssn o sono dipendenti da un ospedale o da una clinica ma svolgono parallelamente la libera professione versando i contributi alla Quota B dell’Enpam. 

L’indennità è agganciata al reddito libero professionale, è calcolato su base giornaliera e copre dal 31° giorno dalla data dell’infortunio e della malattia. Questa tutela spetta per un periodo massimo di 24 mesi (anche non continuativi nell’arco degli ultimi 48 mesi). 

Possono chiedere l’assegno di malattia o infortunio gli iscritti che hanno tre anni solari (1° gennaio – 31 dicembre) di iscrizione e contribuzione alla Quota B, di cui uno nell’anno che precede la malattia o l’infortunio. Per i professionisti che versano la Quota B con l’aliquota intera del 19,5 per cento il sussidio è pari all’80 per cento del reddito dichiarato con il Modello D (al netto quindi dell’importo già assoggettato alla Quota A). 

Per chi versa ridotto il sussidio viene rideterminato tenendo conto della percentuale versata, per esempio se si versa il 2 per cento l’indennità equivale a circa un decimo di quella prevista per i professionisti che versano l’aliquota piena. La base di calcolo tiene conto della media dei redditi dichiarati con il Modello D negli ultimi tre anni precedenti alla malattia o all’infortunio. Per esempio per la malattia del 2023 si considera la media dei redditi prodotti nel 2021, 2020, 2019, con un importo giornaliero massimo indennizzabile di 185 euro (la cifra viene aggiornata ogni anno).

Maggiori informazioni al LINK    https://www.enpam.it/2023/malattia-e-infortuni-tutele-per-chi-fa-libera-professione/

Il Manifesto per la semplificazione dell’iter prescrittivo

(da M.D.Digital)  Il “principale problema di sburocratizzazione in medicina è presente soprattutto nell’ambito dei piani terapeutici”. Così  Pierluigi Russo, Dirigente Ufficio Registri di Monitoraggio dell’AIFA ha concluso l’incontro svoltosi a maggio dal titolo:  Registri e piani terapeutici: prescrizioni di Medicina Burocratizzata. Governance o limite per l’accesso alle cure per i cittadini? Parola d’ordine oggi: semplificazione”, organizzato dall’Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei diritti.

Le istanze emerse dall’incontro sono state sintetizzate nel “Manifesto dei piani terapeutici e dei registri”, elaborato e firmato da tutti i partecipanti al convegno. Attraverso il Manifesto l’Associazione G. Dossetti si fa portavoce con le Istituzioni delle istanze emerse nel corso del confronto tra i vari attori del sistema, al fine di contribuire a semplificare lo scenario attuale, puntando su obiettivi raggiungibili, per abbattere il muro di gomma della burocrazia e dell’indifferenza alle istanze primarie del cittadino.

Nel Manifesto, che sarà  portato all’attenzione della classe politica e delle autorità sanitarie sono infatti proposti 10 punti di riflessione, da coniugare in azione, ai fini dell’erogazione delle cure e l’accesso ai servizi sanitari:

1. Uniformare le procedure al fine di garantire, su tutto il territorio nazionale, sulla base del dettato costituzionale, uguali opportunità agli assistiti nel percorso di cura;

2. Rimuovere gli appesantimenti burocratici che limitano l’‘azione’ dei medici prescrittori, garantendo accesso semplificato ai cittadini nel percorso di cura.

3. Operare sulla digitalizzazione delle procedure, uniformando i linguaggi tra i soggetti in campo – Aifa, regioni, Asl, specialisti, medici di famiglia – promuovendo l’‘interoperabilità’.

4. Garantire, con risorse del Pnrr dedicate, l’‘implementazione dei programmi, snellendo le procedure legate ai Piani terapeutici.

5. Superare, la parcellizzazione legata alla frammentazione di normative e disposizioni dei vari soggetti, promuovendo un unico linguaggio che si interfacci tra di essi.

6. Armonizzare i programmi, al fine di garantire la mobilità del paziente, con percorsi assistenziali garantiti anche a livello europeo.

7. Rivedere le note Aifa, sulla base delle nuove acquisizioni scientifiche e delle acquisite competenze dei prescrittori.

8. Armonizzare le esigenze di controllo della spesa alle evidenze cliniche, specie per quanto attiene ai farmaci innovativi.

9. Garantire la continuità terapeutica, favorendo la creazione di strutture per esami complessi in ogni Regione.

10. Promuovere la consultazione periodica tra Istituzioni, Società Scientifiche, specialisti e Mmg, associazioni di tutela dei pazienti, al fine di individuare criticità e proporre correttivi.

Malatesta Novello: ricerca medico per il reparto di medicina internistica.

Buongiorno

La Casa di Cura Malatesta Novello è alla ricerca di un medico per il reparto di medicina internistica.

La nostra esigenza è quella di un medico a tempo pieno per il reparto di Medicina e prevede l’attività di reparto e di guardia medica interna.

Invio con la preghiera di divulgare con le modalità da voi previste.

Grazie e saluti

Dott. Gianluca Bersani

Direttore Sanitario

Casa di Cura Privata “Malatesta Novello” – Cesena

Alluvione, per medici e dentisti beni risarciti fino a 19mila euro

da enpam.it)   L’Enpam potrà contribuire per i danni ai beni immobili (studio o prima casa) o mobili (come ad esempio automezzi, computer o attrezzature) appartenenti a medici e odontoiatri.   Il rimborso del danno subìto può arrivare fino a circa 19mila euro è esente da tasse e non è vincolato a soglie di reddito. Sono rimborsati i danni ai beni immobili (prima abitazione o studio professionale) di proprietà e in comproprietà (in modo proporzionale alla quota di possesso).   Per i sanitari che svolgono la libera professione sono previsti aiuti aggiuntivi.

L’Enpam elargisce loro un contributo di oltre 2.700 euro al mese (calcolati a giornate) per ogni giorno di interruzione forzata del lavoro, cioè nel caso in cui i danni provocati dalla calamità rendano impossibile al 100 per cento lo svolgimento della propria attività.   Le domande di aiuto economico, complete della documentazione richiesta, possono essere presentate tramite gli Ordini provinciali dei medici e degli odontoiatri entro un anno dalla proclamazione dello stato di calamità per le aree colpite.    Hanno diritto agli aiuti anche i pensionati Enpam e gli eventuali familiari superstiti

Tutte le informazioni su

https://www.enpam.it/moduli/sussidio-per-calamita-naturali

https://www.enpam.it/moduli/sussidio-sostitutivo-del-reddito-per-calamita-naturale-liberi-professionisti-quota-b

https://www.enpam.it/moduli/sussidi-aggiuntivi-liberi-professionisti-quota-b

Oltre ai sussidi dell’Enpam, i medici e gli odontoiatri – inclusi gli specializzandi – potranno chiedere i sussidi una tantum da 500 a 3mila euro decisi dal Governo. La domanda è disponibile dal 15 giugno 2023, accedendo alla sezione ‘Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche’ del sito web www.inps.it.

UNIBO: nuova Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative

Desideriamo informarvi che da anno scorso l’Università di Bologna è una delle sedi della nuova Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative. La nuova scuola può essere scelta tra tutte le scuole di specializzazione del concorso nazionale, e rende specialisti in Medicina e Cure Palliative, con la possibilità di esercitare la funzione di specialista in tutti gli assetti erogativi delle reti cure palliative: l’hospice, la assistenza domiciliare, l’ambulatorio, e le consulenze ospedaliere di cure palliative. Le cure palliative moderne prevedono  presa in carico e continuità di cura, dalle cure palliative precoci a quelle di fine vita, all’interno dei percorsi delineati dai LEA.  La formazione della Scuola di Specialità tocca tutti quindi gli aspetti clinici, psicologici, etici, di processo decisionale, di comunicazione e relazione atti a rispondere ai bisogni complessi di cure palliative  sempre più diffusi e propri di pazienti affetti da patologie croniche inguaribili evolutive, oncologiche e non oncologiche.  Lo specialista di cure palliative si integra con gli altri specialisti e con i medici di medicina generale, completando i due livelli coessenziali di intervento palliativo: quello di un approccio palliativo di primo livello diffuso e capillare, con quello specialistico per la assistenza complessa, la formazione, e la ricerca.

Per informazioni rivolgersi a:

Prof. Paolo Muratori, Direttore UO Medicina Forlì e Direttore della Scuola di Specialità  

paolo.muratori3@unibo.it

Prof. Marco Maltoni, Direttore UO Cure Palliative Romagna e Oncologo esperto in Cure Palliative

marcocesare.maltoni@unibo.it

Adolescenti che usano lo smartphone per più di 3 ore al giorno soffrono maggiormente di mal di schiena

(da Quotidiano Sanità)   A causa della sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet, della moltiplicazione di canali video, giochi per computer e app educative, bambini e adolescenti trascorrono progressivamente più tempo davanti a uno schermo, solitamente con una postura scorretta. Una situazione che come noto può causare mal di schiena, tra gli altri problemi. Uno studio di scienziati brasiliani, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Healthcare’, ha identificato quali sono i principali fattori di rischio per la salute della colonna vertebrale: in primis, utilizzare questi strumenti per più di 3 ore al giorno, porre gli occhi troppo vicini allo schermo, utilizzare i device da seduti o da sdraiati.
Lo studio si è concentrato sul dolore alla colonna vertebrale, a livello della parte posteriore del torace, principalmente tra le scapole, che si estende dalla parte inferiore del collo fino all’inizio della colonna lombare. Si tratta di un disturbo comune nei diversi gruppi di età della popolazione generale in tutto il mondo, con una prevalenza che va dal 15% al 35% negli adulti e dal 13% al 35% nei bambini e negli adolescenti. I dati analizzati provengono da sondaggi effettuati su studenti e studentesse di età compresa tra 14 e 18 anni del primo e del secondo anno di scuola superiore a Bauru, una città di medie dimensioni nello stato di San Paolo. Il questionario di riferimento è stato somministrato fra marzo e giugno 2017 da 1.628 partecipanti, di cui 1.393 hanno completato anche un questionario di follow-up nel 2018. L’analisi ha mostrato una prevalenza di questo tipo di dolore del 38,4% (la percentuale di partecipanti che riportava dolore sia nell’indagine iniziale che nel follow-up) e un’incidenza del 10,1% (nuovo dolore, riportato solo nell’indagine di follow-up). Più ragazze che ragazzi hanno segnalato mal di schiena. E ha individuato le situazioni che espongono al maggior rischio di questo problema: appunto, oltre 3 ore di utilizzo quotidiano di telefonino o tablet e posizioni non corrette nell’impiego. “Speriamo che questo studio possa essere utilizzato nei programmi di educazione sanitaria per studenti, insegnanti, personale e genitori”, ha affermato Alberto de Vitta, primo autore dell’articolo

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