Dichiarazione a cura della Commissione Ambiente e Salute, Sicurezza, Ambienti di Lavoro e Stili di Vita dell’Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Forlì-Cesena

L’alluvione nella nostra Romagna è una lezione per tutti i medici

Da oltre dieci anni l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Forlì-Cesena è sensibile ai temi dell’inquinamento ambientale e del surriscaldamento del pianeta, e attraverso questa Commissione fa opera di informazione ed aggiornamento per tutti gli iscritti sui pericoli e sui danni che questi eventi producono su esseri umani, piante e animali.

Forse, fino a due settimane fa molti di noi erano ancora scettici, perché magari pensavano che la crisi climatica fosse una cosa lontana e riservata alle popolazioni del sud del mondo, ma quello che è successo nella nostra Romagna ci deve aprire definitivamente gli occhi.

Vedere la violenza delle precipitazioni piovose e poi delle inondazioni a cui sono stati sottoposti i nostri territori, la nostra gente, noi stessi, e constatare le terribili conseguenze che deve sopportare adesso la nostra comunità ci porta a moltiplicare il nostro impegno nel fare educazione, prevenzione, opera di convincimento nei confronti delle istituzioni e di tutti i cittadini per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e promuovere le azioni idonee alla prevenzione.

Occorre una nuova, definitiva consapevolezza sugli effetti dei danni ambientali e sulle malattie conseguenti.

Tutelare l’ambiente in cui viviamo significa anche tutelare sempre la salute delle persone.

Tutti i medici e gli odontoiatri devono impegnarsi in prima persona per promuovere il contrasto all’inquinamento ambientale e ai cambiamenti climatici, che sono una vera emergenza per la nostra società e la nostra salute.

Non possiamo lasciare alle nuove generazioni  l’onere delle nostre inadempienze ambientali.

Il Coordinatore della Commissione                                       Il Presidente

Dott. Giuseppe Timoncini                                                     Dott. Michele Gaudio

REGIONE EMILIA ROMAGNA: Rettifica delle graduatorie degli specialisti ambulatoriali interni, veterinari ed altre professionalità sanitarie (biologi, chimici, psicologi) ambulatoriali valevoli per l’anno 2023

Si comunica che sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia – Romagna – parte terza – n. 141 del 31 maggio 2023 (in allegato) è stata pubblicata la rettifica delle graduatorie degli specialisti ambulatoriali interni, veterinari ed altre professionalità sanitarie (biologi, chimici, psicologi) ambulatoriali valevoli per l’anno 2023 – branca di odontoiatria

Cura dell’Ictus, la Stroke Unit del Bufalini di Cesena premiata al Congresso Europeo

L’ospedale Bufalini di Cesena si conferma CENTRO DIAMANTE nella cura dell’ictus per il 2022. Anche per quest’anno, infatti, la Stroke Unit di Cesena è stata premiata con il massimo riconoscimento di DIAMOND AWARDS per il secondo e quarto trimestre 2022, all’interno del progetto internazionale ANGELS rivolto all’implementazione della cura dell’ictus.

Il premio è stato consegnato al dottor Marco Longoni, direttore dell’Unità Operativa di Neurologia Cesena Forlì, durante il Congresso Europeo sullo stroke (ESOC) che si è svolto a Monaco di Baviera dal 24 al 26 maggio.

L’adesione al progetto di implementazione della cura nell’ictus, attivo in tutte le Neurologie dell’Ausl Romagna dal 2020, ha permesso a tutti i centri che praticano trombolisi endovenosa (Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini) di poter misurare la propria performance nella gestione della terapia iperacuta dell’ictus e di rimodulare i percorsi e le procedure con la finalità di raggiungere gli standard europei. 

“Il costante mantenimento di livelli di eccellenza nella cura dell’ictus, monitorato dal 2020 ad oggi e premiato con gli ANGELS AWARD – commenta il dottor Longoni – è frutto dell’impegno di tutte le unità operative della Romagna coinvolte nel percorso stroke (118, medicina d’urgenza, pronto soccorso, neurologia, neuroradiologia diagnostica, neuroradiologia interventistica, anestesia e rianimazione, riabilitazione, neurochirurgia) e rappresenta un doveroso riconoscimento al lavoro quotidiano di tutto il personale dedicato alla cura dei pazienti con patologia tempo dipendente cerebrovascolare”.

Comunicato stampa Ufficio Stampa Cesena AUSLROMAGNA

Restrizione calorica, elisir di lunga vita

(da Nutrienti e Supplementi)   La Società Italiana di Medicina Interna interviene nel dibattito di questi giorni sul tema digiuno/longevità, con una nota in cui tende a fare chiarezza sul ruolo che la restrizione calorica può giocare nella protezione delle funzioni cellulari. Ne abbiamo parlato con Giorgio Sesti, presidente Simi e Alessandro Laviano, associato di Medicina interna alla Sapienza, Università di Roma.

Prof. Sesti, che ruolo gioca l’alimentazione nei processi di invecchiamento?

I meccanismi responsabili dell’invecchiamento sono in gran parte noti e si cominciano a mettere a punto anche alcune strategie per contrastarlo e modularlo. Tra queste, una delle più importanti è proprio l’alimentazione o, meglio, l’alimentazione contenuta, cioè mangiare meno, senza arrivare alla denutrizione e deprivarsi di nutrienti essenziali. I meccanismi di protezione finora individuati sono tutti legati alla restrizione calorica. Limitare l’apporto di cibo, infatti, fa entrare le cellule in modalità protezione e questo consente loro di resistere meglio agli insulti esterni. Allo stesso tempo, le cellule a dieta soddisfano le proprie necessità attraverso una sorta di auto-cannibalismo, definito autofagia, delle componenti invecchiate e poco funzionali. In pratica, dunque, la restrizione calorica attiva una sorta di pulizia interna che, oltre a rimuovere componenti deteriorati e potenzialmente pericolosi, stimola anche la rigenerazione cellulare.

Cosa si intende esattamente per restrizione calorica?

Per ottenere effetti benefici, è sufficiente ridurre del 20-40% le calorie introdotte con la dieta. Mangiare di meno, ma sempre in modo controllato, induce un reset del nostro metabolismo a un livello più basso e, consumando di meno, si determina minor usura. Da un punto di vista pratico, la restrizione calorica si può attuare secondo diversi approcci, da adattare alle esigenze del singolo e alle sue possibilità. Va, però, detto che si tratta di estrapolazioni teoriche di quanto osservato su modelli cellulari e animali oltre che su marcatori surrogati di longevità in salute. Al momento, infatti, per nessuno di questi approcci esiste la dimostrazione scientifica che ne documenti in modo definitivo l’efficacia nell’allungare la vita in salute, perché i risultati degli studi in corso si potranno osservare solo tra qualche decennio. Alcune evidenze preliminari che questo accada anche nell’uomo vengono dallo studio Calerie di recente pubblicato su Nature aging: una restrizione calorica del 25% rallenta i processi di metilazione del Dna, legati a tanti processi di invecchiamento, già dopo appena due anni.

Quali sono, allora, oggi, le strade percorribili, alla luce dei dati a disposizione?

Innanzitutto, va sottolineato come il cibo, al di là delle calorie, abbia anche un elevato valore simbolico. Per non parlare del suo effetto consolatorio: questo rende molto difficile seguire un regime di stretta restrizione calorica per lunghi periodi di tempo. Per questo, gli scienziati di settore sono alla ricerca di modalità alternative e meno penalizzanti. Una di queste è la restrizione selettiva degli alimenti ultra-raffinati: numerose evidenze epidemiologiche suggeriscono che una dieta ricca di alimenti ultra-raffinati è associata ad aumentato rischio di sviluppare malattie cronico-degenerative e precoce declino cognitivo.

Un’altra possibile strada è quella del digiuno intermittente, attualmente di gran moda per la perdita di peso. Nell’ottica della restrizione calorica anti-aging, un approccio efficace potrebbe essere quello di alternare giorni di quasi digiuno, a giorni in cui ci si alimenta in quantità normale, per esempio secondo la formula 5:2. L’argomento è al centro di tante controversie, anche non strettamente scientifiche, ma è serissimo, tanto da trovare spazio anche su pubblicazioni del gruppo Nature. C’è poi la via della dieta mima-digiuno, che consiste nell’effettuare ogni 3-4 mesi, cicli di 5 giorni di una dieta ipocalorica, formulata in modo da riprodurre gli effetti metabolici del digiuno. Questo faciliterebbe l’aderenza alla prescrizione dietetica.

Prof. Laviano, tra le proposte emergenti c’è il time-restricted eating. Di che si tratta?

Visto che il primo induttore di attività cellulare è la luce, questo approccio suggerisce di restringere la finestra temporale nella quale ci si può alimentare a meno di 12 ore, meglio se a 8-10 ore, sincronizzandola con la luce solare. Il tutto almeno 5 giorni a settimana. È noto che mangiare tardi la sera si associa a un maggior rischio di patologie cronico-degenerative, mentre mangiare con la luce naturale sembra ridurre lo stato infiammatorio e potrebbe facilitare il dimagrimento. Un recentissimo lavoro sperimentale, suggerisce inoltre che potrebbe essere proprio la fame ad attivare i meccanismi di protezione, ma non è chiaro se questo succeda anche nell’uomo.

Prof. Sesti, quanto è pericoloso, in quest’ambito, il fai da te?

Modificare la dieta e il proprio peso corporeo può anche sortire effetti opposti e influenzare negativamente la propria età biologica. È il motivo per cui questi approcci, soprattutto i più sperimentali, devono essere sempre adottati su indicazione del medico e da lui monitorati per avere una visione globale dei rischi e dei benefici.

Che conclusioni si sente di trarre?

La dieta anti-aging è soprattutto una dieta restrittiva in termini di calorie, da assumere in una finestra temporale ristretta. Non ci sono invece grandi prove scientifiche dell’esistenza di alimenti anti-aging, con l’eccezione dell’acqua e degli alimenti ricchi di poliamine quali, per esempio, formaggi fermentati e germe di grano. Al contrario, non si dispone al momento di prove relative all’effetto anti-aging di tanti alimenti di moda come il kefir, le bacche di Goji o di Açai. Insomma, in linea con i dettami del galateo, quando ci si siede a tavola, se si vuole augurare lunga vita ai nostri commensali, dovremmo astenerci dall’augurare buon appetito.

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