Mascherine negli studi di medici di famiglia e pediatri: ecco le linee guida

(da DottNet – riproduzione parziale) A partire da sabato scorso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta potranno contare su un documento snello, con solide basi scientifiche, per decidere in autonomia e sulla base della situazione contingente se e come rendere obbligatorio l’uso delle mascherine nei loro studi e garantire il contenimento del rischio infettivo.  Grazie ad un lavoro realizzato di concerto tra i medici della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp), è stato infatti varato un manuale operativo che, in poco più di 10 pagine, offre ai singoli camici bianchi criteri di valutazione che si adattano ai differenti scenari epidemiologici e allerispettive specificità organizzative. «Non un’elencazione rigida di linee guida – sottolinea Tommasa Maio (Fimmg) – bensì uno strumento agile e flessibile che, guardando alle differenze che inevitabilmente contraddistinguono le varie realtà assistenziali di prossimità, riesca a favorire comportamenti omogenei. 

“La cura attraverso l’arte” Visita guidata aperta a tutti all’Ospedale di Forlì.

L’Ausl della Romagna, nell’ambito dell’iniziativa Zard – in, ha organizzato per venerdì 12 maggio, alle 16,30, una visita speciale alla scoperta della storia ospedaliera di Forlì.

Una passeggiata inusuale, ed aperta a tutti, nel Parco e nell’Ospedale di Forlì, accompagnati dal Direttore dell’Ospedale, Dott. Paolo Masperi, dall’esperto del verde Ivan Versari e dal Conservatore del patrimonio storico artistico di Ausl Romagna, Dott.ssa Sonia Muzzarelli.

La visita sarà introdotta da Gabriele Zelli, cultore di storia forlivese.

La visita guidata è aperta a tutti e gratuita e, in caso di pioggia, sarà spostata a data da destinarsi.

Il ritrovo per i partecipanti è previsto presso la portineria dell’atrio del Padiglione Morgagni dell’ospedale di Forlì

L’esercizio fisico all’aperto migliora la memoria

(da DottNet)   La ‘ginnastica verde’ migliora la memoria, la concentrazione, e da’ un senso di benessere tangibile a livello neurologico mentre aumenta il flusso sanguigno a cervello: è quanto emerge da uno studio Usa sugli effetti dell’esercizio fisco fatto all’aperto invece che all’ interno, che sia casa o una palestra. Il primo a studiare gli effetti dell’attività fisica all’aperto per brevissimo tempo: in questo caso solo 15 minuti.

Secondo l’indagine pubblicata su ‘Scientific Reports’ la stessa ‘camminata breve ma veloce’ fatta all’ interno o all’esterno produce effetti diversi: la ricerca è stata condotta all’università di Toronto in Canada su 30 studenti di college che a giorni alterni dovevano camminare brevemente ma intensamente – 15 minuti – all’ interno dell’università o nei giardini del campus. I ricercatori guidati dalla neuro-scienziata Katherine Boere hanno sottoposto gli studenti ad analisi di risonanza magnetica cerebrale, elettroencefalogramma nonché a test di memoria, capacità di concentrazione e cognitivi. Le funzioni esecutive, le abilità cognitive e la velocità di elaborazione sono risultate nettamente superiori nei giorni in cui i volontari hanno fatto le camminate all’esterno.

Società italiana di Igiene: «La salute dell’ambiente è una priorità di sanità pubblica»

(da Sanitainformazione.it)   L’ambiente influenza in modo determinante la salute di una popolazione. Per questo i professionisti della sanità sono chiamati ad assumersi la responsabilità di prendere decisioni strategiche che pongano la salute ambientale al primo posto. Questo, in estrema sintesi, il messaggio emerso dal 56esimo congresso nazionale della Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), nella sessione «Ambiente e decisioni Operative il ruolo della Sanità Pubblica». L’obiettivo della discussione è stato quello di identificare le priorità chiave per la salute ambientale e le strategie operative per promuovere l’equità in sanità con un approccio One Health. In particolare, l’evento, attraverso i suoi molteplici relatori, ha affrontato i diversi ambiti della sorveglianza epidemiologica ed ambientale, della pianificazione urbana, dei cambiamenti climatici.

La complessità dei fattori ambientali possono promuovere o danneggiare la salute umana

«Oggi l’Ambiente – spiega Marco Martuzzi, direttore del dipartimento di Salute ed Ambiente presso l’Istituto superiore di sanità, che ha preso parte alla sessione come relatore – viene inteso come un approccio in evoluzione, abbiamo evidenze di vario tipo sugli effetti dell’inquinamento dell’aria e della contaminazione dell’acqua e del suolo. Dobbiamo evolverci per riuscire a considerare – oltre a questi fattori di rischio – il mondo che cambia in modo complesso. Non c’è solo il clima, ma anche una perdita della biodiversità, a cui si aggiunge il deterioramento di tanti strati dell’atmosfera. Si presentano sfide molto complesse ed è importante capire come considerare tutti quei fattori che concorrono a determinare, promuovere o danneggiare la salute umana». Il discorso si è successivamente spostato sulla sorveglianza integrata che permette di monitorare gli indicatori chiave ambientali ed epidemiologici e fornire i dati necessari per informare il decisore politico ed orientare le decisioni.

Necessario ripensare alle città per promuovere la salute

Altro tema di estrema rilevanza toccato è quello dell’urbanizzazione e delle implicazioni che questa ha sulla salute di coloro che abitano e vivono in una determinata zona. «Oggi sicuramente le città pongono delle grandi sfide in termini di Sanità pubblica – dichiara Stefano Capolongo, ordinario di Hospital Design e Urban Health presso il Politecnico di Milano e componente del Gruppo di lavoro Igiene ed Edilizia della SItI – da accogliere come grandi opportunità di ripensare i luoghi dell’abitare. Le nostre città sono fortemente popolate. Oggi, infatti, si stima che oltre il 56% della popolazione mondiale vive nelle aree urbane e la previsione è che nel 2050 oltre il 70% vivrà nelle aree urbane. Questo dato ci fa riflettere su come devono essere le nostre città per essere maggiormente inclusive e facilmente accessibili, per poter promuovere la salute».

I cambiamenti climatici hanno ricadute importanti sulla sanità pubblica

Infine, gli esperti della SItI si sono confrontati sul tema dei cambiamenti climatici e le ricadute per la sanità pubblica. Secondo gli specialisti, si tratta di una delle sfide ambientali più significative che affrontiamo oggi e che avrà implicazioni a lungo termine in ottica One Health. «La necessità di sviluppare politiche e strategie per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute pubblica e promuovere pratiche ambientali sostenibili diventano centrali e necessitano, ora come mai prima, di essere sostenute e portate avanti», conclude la SItI.

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