Frequentare spazi verdi riduce il bisogno di farmaci

(da M.D.Digital)  Secondo una ricerca pubblicata su ‘Occupational & Environmental Medicine’, frequentare spesso gli spazi verdi urbani, come parchi e orti comunitari può essere collegato a un minor uso di alcuni farmaci soggetti a prescrizione medica. Le associazioni osservate tra frequenti visite agli spazi verdi e minor uso di farmaci per la depressione, l’ansia, l’insonnia, l’ipertensione e l’asma non dipendevano dalla posizione socio-economica.
Si ritiene che l’esposizione agli ambienti naturali faccia bene alla salute, ma, affermano i ricercatori, mancano risposte coerenti e validate.  Nel tentativo di colmare questa lacuna si sono posti l’obiettivo di indagare se la quantità di spazio residenziale verde e blu (corpi d’acqua), la frequenza delle visite agli spazi verdi e la vista da casa di spazi verdi e blu potessero essere associate all’uso di determinati medicinali soggetti a prescrizione medica.
Hanno scelto i farmaci da prescrizione come proxy per la cattiva salute e quelli per l’ansia e l’insonnia, la depressione, l’ipertensione e l’asma, perché sono usati per trattare problemi di salute comuni e potenzialmente gravi.
Hanno attinto alle risposte di 16.000 residenti (selezionati a caso) di tre città che costituiscono la più grande area urbana della Finlandia. Il sondaggio ha raccolto informazioni su come gli abitanti delle città, di almeno 25 anni, vivono gli spazi residenziali verdi e blu entro un raggio di 1 km da casa.
Agli intervistati è stato anche chiesto di segnalare il loro uso di farmaci prescritti: farmaci per l’ansia, l’insonnia e la depressione; farmaci per l’ipertensione e l’asma per periodi che vanno dall’ultima settimana fino a più di un anno fa o mai.   È stato anche chiesto loro quanto spesso trascorrevano del tempo, o si esercitavano all’aperto, in spazi verdi, nei mesi di maggio e settembre, con opzioni che andavano da mai a 5 o più volte a settimana.  A loro è stato chiesto se riuscivano a vedere spazi verdi o blu da una qualsiasi delle loro finestre di casa e, in tal caso, con quale frequenza hanno osservato queste viste, con opzioni da raramente a spesso. 
Le aree verdi sono state definite come foreste, giardini, parchi, parchi di castelli, cimiteri, giardini zoologici, associazioni di vegetazione erbacea come praterie e brughiere naturali e zone umide. Le aree blu sono state definite come mare, laghi e fiumi.  Sono stati presi in considerazione anche fattori potenzialmente influenti, tra cui i comportamenti legati alla salute, l’inquinamento dell’aria esterna e il rumore, il reddito familiare e il livello di istruzione.
L’analisi finale ha incluso circa 6000 partecipanti che hanno fornito informazioni complete. Ed è emerso che la quantità di spazi verdi e blu residenziali, o le viste da casa, non erano associati all’uso di farmaci da prescrizione per la salute mentale, l’insonnia, l’ipertensione o l’asma.
Le visite 3-4 volte alla settimana sono state associate a probabilità inferiori del 33% di utilizzare farmaci per la salute mentale, probabilità inferiori del 36% di utilizzare farmaci per la pressione arteriosa e probabilità inferiori del 26% di utilizzare farmaci per l’asma.
Le cifre equivalenti per le visite almeno 5 volte a settimana erano, rispettivamente, inferiori del 22%, 41% e 24%.
Queste associazioni osservate sono state indebolite quando è stato preso in considerazione il peso (BMI), in particolare per i farmaci per l’asma, poiché, sottolineano i ricercatori, l’obesità è un noto fattore di rischio per l’asma. Nel complesso, le associazioni trovate non dipendevano dal reddito familiare e dal livello di istruzione.
Gli autori concludono affermando che “l’aumento delle prove scientifiche a sostegno dei benefici per la salute dell’esposizione alla natura potrebbe aumentare l’offerta di spazi verdi di alta qualità negli ambienti urbani, diventando una strategia per migliorare la salute e il benessere nelle città”.
(Turunen AW, et al. Cross-sectional associations of different types of nature exposure with psychotropic, antihypertensive and asthma medication Occup Environ Med 2022. doi:10.1136/ oemed-2022-108491.)

Anziani. Arrivano i progetti assistenziali individuali e le cure palliative a domicilio e in hospice. Approvato dal Cdm il Ddl delega

Via libera dal Governo al disegno di legge delega previsto dal Pnrr in favore delle persone anziane. Saranno anche istituiti dei “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana. Meloni: “Sigliamo un Patto per la Terza età”  Leggi L’articolo completo al LINK

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Curava tumori con ultrasuoni e terapie alternative. Ergastolo per una dottoressa della Sardegna

La pm aveva chiesto per l’imputata 24 anni di carcere, ma la decisione della Corte di Assiste di Cagliari in primo grado è stata durissima: ergastolo con sei mesi di isolamento diurno. Il medico è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario aggravato, circonvenzione di incapace e truffa. L’inchiesta era partita dal decesso di tre pazienti, a cui il programma di cura con terapie alternative – ultrasuoni, radiofrequenze e rivitalizzazioni del sangue – avrebbero ridotto l’aspettativa di vita e accelerato la morte.  Leggi L’articolo completo al LINK

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Cioccolato, ecco perché ci piace tanto

(da Quotidiano Sanità)  E’ la lubrificazione dei grassi a determinare la sensazione di piacere che si ha quando si mangia il cioccolato. A evidenziarlo è una ricerca condotta un team dell’Università di Leeds, nel Regno Unito e pubblicata da ‘ACS Applied Materials and Interface’.
I ricercatori sono riusciti a decodificare, analizzando ciascuna fase, il processo fisico che avviene nella bocca quando si mangia un pezzo di cioccolato, che passa dalla forma solida a quella emulsionata. In particolare, durante i primi momenti, la sensazione del cioccolato si ha in base al modo in cui questo alimento viene lubrificato, sia dagli ingredienti del cioccolato stesso che dalla saliva o dalla combinazione di questi due fattori.
Il grasso, dunque, gioca un ruolo chiave quando un pezzo di cioccolato entra in contatto con la lingua. Dopo questo primo impatto, le particelle di cacao solide vengono rilasciate e diventano importanti in termini di sensazione tattile.
I ricercatori si sono focalizzati sulla sensazione e sulla consistenza del cioccolato, analizzando quello fondente, rispetto all’interazione con una superficie che richiama la lingua in 3D. Per condurre lo studio, il team ha usato, oltre l’imaging in situ, tecniche analitiche della tribologia, la scienza che analizza il modo in cui superfici e fluidi interagiscono tra loro, i livelli di frizione tra questi e il ruolo della lubrificazione, in questo caso saliva o liquidi dal cioccolato.  Dall’analisi è emerso che quando il cioccolato entra in contatto con la lingua rilascia un film grasso che ricopre la lingua e le altre superfici nella bocca. Ed è questo film a dare la sensazione di piacevolezza quando il cioccolato. Grazie ai risultati di questo studio, il team spera di sviluppare una nuova generazione di cioccolato più salutare, con ridotto contenuto di grasso.

La musica come parte della terapia

La presenza da qualche mese di un pianoforte a coda nell’atrio dell’Ospedale Morgagni, dono del Rotary club di Forlì, ha permesso a chiunque voglia suonare di fungere da “adiuvante” del processo di cura di tutti coloro che frequentano i reparti e gli ambulatori del Padiglione centrale del nostro ospedale. Grazie alla musica, la sensazione di serenità e calma che si prova appena entrati nel’ambiente dell’atrio è impagabile. L’iniziativa ha destato l’attenzione della stampa locale e della Rai Regionale, come si può vedere a questi LINK

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