Mascherine negli studi di medici di famiglia e pediatri: ecco le linee guida

(da DottNet – riproduzione parziale) A partire da sabato scorso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta potranno contare su un documento snello, con solide basi scientifiche, per decidere in autonomia e sulla base della situazione contingente se e come rendere obbligatorio l’uso delle mascherine nei loro studi e garantire il contenimento del rischio infettivo.  Grazie ad un lavoro realizzato di concerto tra i medici della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp), è stato infatti varato un manuale operativo che, in poco più di 10 pagine, offre ai singoli camici bianchi criteri di valutazione che si adattano ai differenti scenari epidemiologici e allerispettive specificità organizzative. «Non un’elencazione rigida di linee guida – sottolinea Tommasa Maio (Fimmg) – bensì uno strumento agile e flessibile che, guardando alle differenze che inevitabilmente contraddistinguono le varie realtà assistenziali di prossimità, riesca a favorire comportamenti omogenei. 

Donne in sovrappeso a maggior rischio di Long Covid

(da MSD Salute e PLoS Global Public Health)  Le donne che sono in sovrappeso hanno un maggior rischio di sviluppare il Long COVID, sindrome che può determinare stanchezza, sensazione di mancanza di respiro, palpitazioni, annebbiamenti, quindi problemi di concentrazione e memoria, che possono avere, in ultimo, un impatto negativo sulla qualità di vita. A mostrarlo è uno studio condotto nel Regno Unito e pubblicato su ‘PLoS Global Public Health’.  Il team ha preso in considerazione persone che erano risultate positive all’infezione da virus SARS-CoV-2. SU un totale di 1.487 persone che hanno completato un questionario online, 774 (52%), ha dichiarato di aver avuto almeno un sintomo del Long COVID. I sintomi più comunemente riferiti sono stati ansia (32%) dolore generalizzato (28%), stanchezza (25%), insonnia (22%), e alterazione cognitiva (22%).  Andando ad analizzare, nello specifico, quali fattori possono essere legati a sviluppare il long COVID, il team ha considerato l’indice di massa corporea, il sesso, l’uso di determinati farmaci e altre comorbosità. Dai risultati è emerso che le donne con un elevato indice di massa corporea sono a maggior rischio, così come ci sarebbe un trend tra le persone più anziane.

(https://journals.plos.org/globalpublichealth/article?id=10.1371/journal.pgph.0001188)

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