Covid, per uscire dall’isolamento non servirà più il tampone negativo. Sarà abolito il Green Pass

(da IlSole24Ore)  Il decreto “Rave party” approvato la scorsa settimamana al Senato e passato all’esame della Camera contiene anche alcune norme di carattere sanitario importanti nella gestione della pandemia, a partire da quelle annunciate dal ministro della Salute Orazio Schillaci, sull’isolamento dei contagiati da Covid. L’isolamento delle persone infettate si concluderà senza bisogno di fare un tampone. Chi ha il Covid deve restare a casa per 5 giorni, ma al termine potrà uscire senza più l’obbligo di fare un test. La modifica ha bisogno però di un chiarimento. Cosa succede se una persona ha ancora sintomi dopo 5 giorni? La questione dovrà essere risolta da una circolare del ministero della Salute.    Non finisce qui. Il decreto prevede l’abolizione del green pass negli ultimi luoghi in cui era rimasto l’obbligo. Familiari e visitatori di pazienti in ospedali e residenze sanitarie assistite (RSA) non avranno più l’obbligo di esibire il certificato verde. Cambiano le norme anche per la quarantena. Chi ha avuto contatti stretti con positivi oggi può uscire seguendo un regime di autosorveglianza per 10 giorni, indossando la mascherina. Un emendamento ha abbassato la durata a 5 giorni, sempre con mascherina al chiuso o in caso di assembramenti. E ha abolito la misura attuale che prevede «l’obbligo di effettuare un tampone» alla «prima comparsa dei sintomi».  Come noto, grazie a un emendamento della Lega, quando entrerà in vigore la legge di conversione saranno sospesi fino al 30 giugno 2023 i procedimenti per le sanzioni da 100 euro per insegnanti, forze dell’ordine e in generale over 50 che al 15 giugno scorso non erano in regola con le vaccinazioni. Infine l’Unità per il completamento della campagna vaccinale, guidata dal generale Tommaso Petroni (istituita dopo la fine dell’incarico di commissario al generale Figliuolo), che doveva passare tutte le competenze al ministero alla Salute dal primo gennaio 2023, è stata prorogata fino al 30 giugno dell’anno prossimo.

Al via le somministrazioni del vaccino contro Covid-19 per la fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi)

(da Ufficio Stampa Ausl Romagna) Dopo l’autorizzazione di Ema e AIFAe ilvia libera del ministero della Salute, una formulazione specifica del vaccino Comirnaty (BioNTech/Pfizer) contro Covid-19 è disponibile per la fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi). La vaccinazione, come specificato nella circolare del Ministero della Salute, è raccomandata ai bambini che presentino condizioni di fragilità tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da SARS-Cov2 quali immunodeficienze, patologie oncologiche, alcune patologie ematologiche, cardiologiche e respiratorie, malattie renali croniche, quadri gravi di obesità, diabete di tipo 1, patologie neurologiche e muscolari, trisomia 21 e altre malattie cromosomiche e sindromiche, prematurità nei primi 2 anni di vita, disabilità grave. Per la raccomandazione alla vaccinazione i genitori potranno confrontarsi con il proprio Pediatra di Famiglia, con i medici del centro specialistico di riferimento e della Pediatria di Comunità che provvederanno anche a contattare le famiglie per una sensibilizzazione.

Il vaccino potrà essere reso disponibile anche per la vaccinazione dei bambini che non presentino condizioni di rischio, su richiesta del genitore.

Dal 20.12 al via per tutti i bambini le prenotazioni presso le Pediatria di Comunità, secondo le modalità di seguito riportate:

Ravenna: presso CMP – primo piano, su prenotazione

sportello da lunedì a giovedì: 8.30-11; mail pedcom.ra@auslromagna.it; telefono 0544 286909 da lunedì a giovedì 8.30 12.30

Lugo: Viale Masi 20, su prenotazione

sportello da lunedì a giovedì: 8.30-11.00; mail pedcom.lu@auslromagna.it; telefono 0545 213930 da lunedì a giovedì 12-14

Faenza: Via della Costituzione 28/51, su prenotazione

Sportello da lunedì a giovedì: 8.30-11; mail pedcom.fa@auslromagna.it; telefono 0546 602121 da lunedì a giovedì 12-14

Forlì: via Colombo 11, ingresso C primo piano, su prenotazione

sportello n. 13 dal lunedì al venerdì 8.00-12.30; mail vaccpedcovid.fo@auslromagna.it; telefono 0543 733145 dal lunedì al venerdì 8.30-12.30

Cesena: Piazza Anna Magnani 146, 1° piano, scala B, su prenotazione

segreteria  0547/394204 da lunedì a venerdì 8.00-8,30 e 12,00-13,00 ped.comunita.ce@auslromagna.it

Savignano sul Rubicone: Via F.lli Bandiera 15, su prenotazione

segreteria 0541/801830 da lunedì a venerdì 8,00-9,00 e 12,30-13,30 ped.comunita.ce@auslromagna.it

Rimini: via Coriano 38 (presso Colosseo), Rimini – piano terra, su prenotazione

sportello oppure telefonare allo 0541-707512/16 dal lunedì al venerdì ore 12.00 -14.00, martedì ore 8.30-14.00; mail   vacc.pediatriche.rn@auslromagna.it

Riccione: via Formia 14 (Palazzina Direzione Medica), su prenotazione

sportello oppure telefonare allo 0541 – 608681 lunedì-mercoledì e giovedì dalle ore 12 alle 13.30; mail vacc.pediatriche.rn@auslromagna.it

Le vaccinazioni saranno effettuate all’interno dei servizi Pediatrie di Comunità dei diversi ambiti

Corte Costituzionale: legittimo l’obbligo del vaccino per medici, operatori sanitari e over 50

(da DottNet)   La Corte Costituzionale “salva” l’obbligo del vaccino anti Covid introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e gli over 50. La Corte ha ritenuto inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari. La Corte ha in particolare ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali. Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario. Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico. È quanto rende noto l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze. L’udienza in cui era stata trattata la causa aveva vissuto momenti di tensione. Anche se le motivazioni del verdetto arriveranno nelle prossime settimane, è facile supporre che i giudici abbiamo ritenuto prevalente l’interesse alla tutela della salute pubblica su quello dell’autodeterminazione e della libertà dell’ singolo cittadino.    Una montagna di sanzioni che sfiorano i due milioni. Sono scattate ieri per chi era tenuto a vaccinarsi contro il Covid e non l’ha fatto: scadono infatti i 180 giorni fissati per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale. Si tratta di professori, operatori sanitari, forze dell’ordine e over 50 che dovranno pagare multe pari a 100 euro a testa. L’avversione al vaccino è stata più forte in alcune regioni: la maglia nera in termini di multe ai no vax over 50 va al Friuli Venezia Giulia, seguito dalla Calabria e dall’Abruzzo. Mentre tra i territori più virtuosi ci sono Puglia, Lazio, Toscana e Molise, con percentuali delle persone che si sono vaccinate almeno con due dosi che superano il 90% nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni. Mentre i no vax tornano a far sentire la loro voce con una protesta proprio davanti alla Consulta in nome della libertà di autodeterminazione: si ritrovano in una cinquantina da tutta Italia, con cartelli e tricolori stretti al collo.

Covid-19, epidemie intermittenti saranno la nuova normalità? L’ipotesi in uno studio

(da Doctor33)  La pandemia di Sars-CoV-2 è stata caratterizzata «dall’emergere regolare di varianti». Con l’immunità della popolazione naturale e indotta dal vaccino a livelli elevati, la pressione evolutiva «favorisce le varianti che sono meglio in grado di eludere gli anticorpi neutralizzanti». La variante Omicron ha mostrato un alto grado di evasione immunitaria, portando a un aumento dei tassi di infezione in tutto il mondo». «Supponendo l’emergere di ulteriori varianti distinte, epidemie intermittenti di entità simile potrebbero diventare la ‘nuova normalità’». È quanto viene prospettato da un gruppo di scienziati dell’Imperial College London in uno studio pubblicato su ‘Nature Communications’, in cui hanno analizzato e stimato la dinamica dell’ondata di Omicron dal 9 settembre 2021 al 1 marzo 2022, utilizzando i dati dello studio React-1, una serie di indagini trasversali che valutano la prevalenza dell’infezione da Sars-CoV-2 in Inghilterra.
Gli autori del lavoro hanno stimato un picco iniziale nella prevalenza nazionale di Omicron del 6,89% (5,34%-10,61%) nel gennaio 2022, seguito da una recrudescenza delle infezioni da Sars-CoV-2 quando il sottolignaggio Omicron più trasmissibile BA.2 ha sostituito BA.1 e BA.1.1. Nel mese di febbraio 2022, invece, gli scienziati hanno osservato che la prevalenza di Omicron 2 (BA.2) è aumentata costantemente, mentre la prevalenza di Omicron non BA.2 è diminuita. Gli esperti ragionano sul fatto che, «poiché l’incidenza cumulativa e la copertura vaccinale continuano ad aumentare, il virus Sars-CoV-2 si troverà a competere con un panorama immunitario diversificato e complesso all’interno della popolazione umana. Di conseguenza, la dinamica evolutiva del virus sarà dominata dall’evasione immunitaria».

Dato l’emergere regolare di varianti di preoccupazione (Voc) durante i primi 2 anni della pandemia di Covid, dunque, «non ci sono ragioni per credere che questa tendenza non continuerà», affermano gli scienziati, ricordando che «altre infezioni respiratorie come l’influenza portano epidemie annuali dovute all’emergere di nuovi ceppi in grado di navigare meglio nel panorama immunitario. Se vediamo una tendenza simile per Sars-CoV-2, allora le onde intermittenti di infezione di entità simile a Omicron rientrano nei limiti delle possibilità».

La sorveglianza continua, i richiami vaccinali e gli aggiornamenti dei vaccini, elencano gli autori, «saranno cruciali per ridurre al minimo gli effetti dannosi di questo nuovo paradigma di salute pubblica». E «una maggiore equità nell’accesso ai vaccini a livello mondiale può aiutare a ridurre il tasso di comparsa di queste varianti dannose».
Il virus, intanto, inizia a frenare. Nel mondo si registra una diminuzione dei contagi dell’ultima settimana anche se resta stabile il numero delle vittime. E anche in Italia calano i casi quotidiani segnalati ma sono ancora molti i decessi, mentre i medici sono di nuovo bersaglio di attacchi da parte dei ‘no vax’.

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