Sussidi Bambino anche ai papà

(da Enpam.it)  In caso di nascita di figli, l’Enpam darà un sussidio non più solo alle mamme, ma anche ai padri. E se entrambi i genitori sono camici bianchi il bonus verrà moltiplicato per due.  L’importo base è di 2mila euro per ogni figlio di medico oppure di odontoiatra (che diventano 4mila per chi contribuisce da libero professionista da almeno tre anni). Il contributo di neo-natalità è destinato alle spese dei primi dodici mesi di vita, come quelle di baby sitting e di asilo nido.   “Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto – ha commentato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti –. Del resto, la crisi della natalità è una vera problematica per la previdenza del futuro, ed è nostro dovere dare un segnale. Con ogni probabilità non sarà un aiuto economico a cambiare scelte di vita, ma di certo un bonus permetterà ai professionisti di poter conciliare meglio lavoro e famiglia, e di vivere più tranquilli l’esperienza della genitorialità”.

La novità dell’estensione della tutela ai genitori di entrambi i generi è stata approvata dall’Enpam lo scorso ottobre e questo mese ha ricevuto il via libera dei ministeri vigilanti. Oggi il Consiglio di amministrazione ha approvato il bando per i sussidi per i nati nel 2022 e 2023. Le domande si potranno presentare a partire dal 26 giugno prossimo.  L’anno scorso, quando potevano presentare domanda solo le mamme medico, a beneficiare della misura sono stati 1.600 bambini.    Il sussidio di neo-natalità Enpam per i medici e gli odontoiatri è subordinato a limiti di reddito familiare ed è cumulabile con altre misure che sono garantite a tutti, come il bonus asilo nido che lo Stato distribuisce tramite l’Inps (minimo 1.500 euro fino ai tre anni d’età).

Ecm gratuito sulla salute digitale

Da venerdì 19 maggio 2023 tutti i medici e i dentisti, accedendo alla piattaforma Tech2Doc dell’Enpam, potranno seguire un corso Ecm gratuito sulla salute digitale.

Il corso garantirà ai partecipanti il rilascio di 5 crediti formativi e sarà il primo di una serie di 4 appuntamenti che potranno essere seguiti anche indipendentemente uno dall’altro. “La sanità digitale non è di là da venire, ma è già tra noi e di fronte alla sfida delle continue innovazioni tecnologiche dobbiamo ripensare la nostra professione – ha commentato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti -. Bisogna quindi fare in modo che l’intelligenza artificiale e tutti i nuovi strumenti digitali non arrivino a minacciare il lavoro di medici e odontoiatri, ma diventino un amplificatore delle loro competenze”. Tutti e quattro i corsi proposti attraverso il portale Tech2Doc.it avranno al centro lo sviluppo della sanità digitale e potranno contare su Healthware Group in qualità di partner scientifico e su Metis quale provider Ecm. Gli appuntamenti su Tech2Doc, tutti gratuiti, saranno organizzati in quattro distinti corsi di formazione a distanza (Fad), in ognuno dei quali verrà approfondito un aspetto diverso .Il primo corso, già disponibile, presenterà un focus sui cambiamenti che stanno avvenendo nel percorso di cura. Il secondo modulo, che verrà rilasciato a giugno, riguarderà invece lo sviluppo e la validazione degli strumenti di digitalizzazione sanitaria.I l terzo Fad, che sarà disponibile sul sito Tech2Doc da luglio, sarà dedicata alla regolamentazione e ai modelli di accesso.Infine, per agosto, è fissato il rilascio dell’ultimo corso che presenterà un approfondimento sulle applicazioni specifiche della salute digitale.

Maltempo, Enpam: «Aiuti a medici e odontoiatri colpiti»

L’Enpam manifesta vicinanza nei confronti della popolazione colpita dal disastro in Emilia-Romagna e nelle Marche e annuncia contributi economici per ripristinare gli studi medici e odontoiatrici danneggiati dall’alluvione.

L’ente di previdenza e assistenza potrà contribuire per i danni ai beni immobili (studio o prima casa) o mobili (come ad esempio automezzi, computer o attrezzature) appartenenti a medici e odontoiatri. Per i sanitari che svolgono la libera professione sono previsti aiuti aggiuntivi.

“Staremo accanto ai colleghi sia per quanto riguarda i danni alle loro abitazioni sia per le spese necessarie a rendere di nuovo accessibili ai cittadini i loro studi privati o convenzionati”, dice il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti, che esprime “a tutti i cittadini delle aree colpite la solidarietà dell’ente dei medici e dei dentisti”.

Le domande di aiuto economico, complete della documentazione richiesta, potranno essere presentate tramite gli Ordini provinciali dei medici e degli odontoiatri appena verrà proclamato formalmente lo stato di calamità per le aree colpite. Avranno diritto ad aiuti anche i pensionati Enpam e gli eventuali familiari superstiti.

Nuovi mutui Enpam per molti più medici e dentisti

(da enpam.it)   Comprare o ristrutturare casa e studio professionale adesso è un’opportunità a disposizione di molti più medici e dentisti. L’Enpam ha infatti ampliato la platea di quanti potranno fare domanda per i mutui ad accesso agevolato erogati in favore dei propri iscritti, che altrimenti – come nel caso dei più giovani – non avrebbero i requisiti per accedere al finanziamento da parte di una banca.   Nei giorni scorsi, il Consiglio di amministrazione della Fondazione ha stanziato un budget di 40 milioni di euro, per finanziare la misura di sostegno che nel nuovo bando 2023 includerà anche i medici e i dentisti al di sopra dei 40 anni.

PORTE APERTE ANCHE AGLI OVER 40     Come accennato, la novità del bando 2023, che verrà pubblicato a breve sul sito dell’Enpam, è la possibilità di partecipare anche per i medici e dentisti over 40 e non più solo per i gli iscritti con meno di 40 anni, come era stato negli anni precedenti.  In questo modo la Fondazione è venuta incontro alle esigenze di chi negli anni scorsi non rientrava nel limite di età. Il nuovo bando sarà quindi aperto ai molti medici e dentisti che hanno esigenza di stipulare un mutuo per comprare o ristrutturare la prima casa e ai liberi professionisti e medici convenzionati che hanno il progetto di acquistare o sistemare lo studio professionale.

FINO A 300MILA EURO    I prestiti messi a disposizione dall’Enpam sono fino a 300mila euro e comunque fino all’80 per cento del valore dell’immobile, che possono essere utilizzati per l’acquisto della prima casa o di uno studio professionale, oppure per la sostituzione di un mutuo ipotecario esistente contratto in precedenza. Per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione o ampliamento dell’abitazione di proprietà o dell’immobile utilizzato per l’attività lavorativa si possono chiedere fino a 150mila euro.  Per quanto riguarda il tasso di interesse, nel bando 2023 la parte applicata dall’Enpam rimane invariata ed è di 1,95 punti percentuali, che vanno poi sommati al tasso di riferimento stabilito dalla Banca centrale europea, che ad ora è del 3,75 per cento. Quindi il tasso fisso annuo dei mutui erogati dall’Enpam al momento è del 5,7 per cento (ma farà fede il tasso ufficiale Bce in vigore al momento della stipula dell’atto notarile).   Qualora successivamente alla concessione del mutuo l’iscritto trovasse condizioni migliori, potrà sempre chiedere di trasferirlo a una banca con lo strumento della surroga.

CHI PUÒ PARTECIPARE    I 40 milioni di euro stanziati dall’Enpam sono divisi in varie tranche, destinate per fasce d’età e per tipologia di immobile.   La metà dello stanziamento, pari a 20 milioni di euro, è destinato a finanziare mutui per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa o per la sostituzione di un mutuo già stipulato, da parte dei giovani medici e dentisti, che quindi non abbiano superato i 40 anni di età.  L’accesso ad altri 10 milioni di euro non prevede limiti di età. La cifra è destinata a sostenere l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa, oppure la sostituzione di un mutuo esistente.  Allo stesso modo, ai restanti 10 milioni di euro del budget possono accedere tutti gli iscritti all’Enpam per comprare o ristrutturare lo studio professionale, oppure per sostituire un mutuo esistente. La domanda di mutuo per l’acquisto dello studio professionale può essere presentata anche dai medici o dentisti riuniti in associazione o in società di professionisti.

I REQUISITI     I mutui erogati dall’Enpam, come accennato, sono pensati per sostenere gli iscritti che rimangono esclusi dal circuito bancario. Per fare domanda bisogna avere come requisito un reddito lordo annuo medio degli ultimi tre anni non inferiore a 34.149,70 euro.   Gli iscritti fino a 40 anni, titolari di partita Iva che aderiscono al regime fiscale agevolato, possono invece accedere ai mutui se hanno un reddito lordo medio annuo da lavoro personale degli ultimi due o tre anni non inferiore a 20mila euro. I medici specializzandi e i corsisti in medicina generale, sempre under 40, possono accedere al bando dimostrando mediante la dichiarazione dei redditi, la retribuzione relativa alla loro borsa o al contratto di formazione.  In ogni caso, tutti gli iscritti che vogliono fare domanda non devono avere in corso alcun finanziamento o mutuo erogato dalla Fondazione a proprio favore, compresa la rateizzazione dei contributi previdenziali pregressi non versati.  Devono inoltre avere almeno un anno di anzianità minima d’iscrizione ed effettiva contribuzione ed essere in regola con gli adempimenti in materia di iscrizione e contribuzione.

COME FARE DOMANDA     La richiesta di mutuo deve essere presentata esclusivamente attraverso la procedura informatica, tramite l’area riservata del sito della Fondazione, a partire da mezzogiorno del prossimo 31 maggio e fino a mezzogiorno dell’11 settembre 2023.

Quota A: ecco quanto costa davvero

(da Enpam.it)   Sono tanti i medici a pensare che l’importo della Quota A sia più alto del suo costo reale.  Facciamo un esempio molto pratico. Mettiamo il caso di un medico che ha superato i 40 anni, dipendente, residente a Roma, che ha un reddito lordo superiore a 50mila euro.   Deve versare all’Enpam 1.803,42 euro, risultanti da 1733,72 euro di Quota A e 69,70 euro di contributo maternità.   Tuttavia, con la prossima dichiarazione dei redditi oltre il 47 per cento di questa cifra gli tornerà indietro (e recupererà oltre 850 euro).    Questi numeri sono dati dalla restituzione (o dall’abbattimento) del 43 per cento di Irpef, del 3,33 per cento di addizionale regionale e dello 0,9 per cento di addizionale comunale.  Dunque, il costo effettivo della Quota A nel caso specifico è di circa 950 euro.    (Il calcolo preciso è: 1.803,42 – 851,75 = 951,67 euro)    Un ragionamento valido per la fascia di contribuzione più consistente visto che, come noto, dopo i 40 anni scatta la Quota A intera.  Per chi invece è più giovane, l’importo della Quota A scende fino ad arrivare ai 128,87 euro annui per gli studenti che fin dal V e VI anno di università fanno la scelta oculata di iscriversi all’Enpam.

TRANELLO

Proprio i medici dipendenti sono tra coloro che più sovente cadono nel tranello di considerare un costo effettivo della Quota A più alto di quello reale.   La consuetudine di percepire uno stipendio il cui importo è già stato decurtato delle tasse, induce il medico a pensare che i 1.803,42 euro di Quota A, magari pagati con il bollettino e quindi in un’unica soluzione, siano soldi netti.    Ciò che va considerato però, è che di quella cifra potrà recuperarne quasi la metà nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo (salvo che non si dimentichi di presentarla).

SE FOSSE IN BUSTA PAGA

Se, invece, il versamento della Quota A avvenisse direttamente con una trattenuta sullo stipendio, la percezione del costo tornerebbe più facilmente ad allinearsi a quello effettivo.  In questo caso, la restituzione delle tasse avverrebbe immediatamente e dalla busta paga al medico verrebbero decurtati meno di 80 euro al mese per la contribuzione Enpam.   Questo perché ci sarebbero 12 rate da 150,28 euro lordi, con il rimborso immediato da parte del datore di lavoro di 70,97 euro di imposte.   L’impatto sarebbe certamente positivo anche per la percezione del valore della pensione.  Un conto, infatti, è aver ben chiaro di aver pagato al massimo 80 euro al mese ricevendone alla fine più del doppio, oltre ad aver beneficiato gratuitamente di tutele assistenziali e assicurazioni per tutta la vita professionale.   Un altro conto è aver la percezione (sbagliata) di aver versato somme ben superiori, per giunta senza una contropartita adeguata da parte dell’Enpam.  

Ps: per conoscere con più precisione l’importo della propria pensione futura di Quota A è sufficiente andare nell’area riservata e fare un’ipotesi di pensione.

Mmg e pediatri: al via la pensione part-time

(da Enpam.it)  L’APP-Anticipo della Prestazione Previdenziale Enpam è diventata operativa per i medici di famiglia e per i pediatri di libera scelta. I medici che hanno maturato i requisiti per la pensione potranno cioè scegliere di continuare a lavorare part time cominciando a percepire una pensione parziale dall’Enpam.   Il meccanismo consente infatti di ridurre l’impegno lavorativo fino al 70%, conservando il compenso da convenzionato per l’attività che si continuerà a svolgere, e ricevendo una pensione per la restante parte. Condizione perché ciò avvenga è che il medico anziano venga affiancato da un collega più giovane che si farà carico dell’attività lasciata scoperta, percependo la relativa retribuzione e ottenendo subito una convenzione a tempo indeterminato.  L’APP è stata inventata dall’Enpam nel 2015 ma solo lo scorso mese è stata approvata definitivamente dai ministeri vigilanti.

“Avevamo pensato l’App per incentivare il ricambio generazionale negli studi medici – ricorda il presidente Enpam Alberto Oliveti –, mentre ora può essere uno strumento concreto per fronteggiare la carenza di nuove leve. Speriamo che anche grazie a questa possibilità molti colleghi decidano di andare in pensione più tardi.  Il numero di giovani titolati a entrare in convenzione è infatti largamente inferiore al numero dei pensionamenti previsti nei prossimi anni e milioni di cittadini rischiano di trovarsi senza un medico di propria scelta. Nel frattempo speriamo che lo Stato e le Regioni moltiplichino le borse di formazione in medicina generale e di specializzazione in pediatria”. “C’è un tema anche salariale e di sostenibilità previdenziale: la cattiva programmazione nazionale, infatti, a causa dei troppi pensionamenti e dei pochi rimpiazzi rischia di portare alla cancellazione di posti di lavoro, con riduzione del monte compensi nel settore della medicina generale – aggiunge Oliveti –. Questo significa che nei prossimi anni rischiano di entrare contributi previdenziali insufficienti per pagare le pensioni previste.”

I medici anziani interessati possono entrare nell’area riservata del sito Enpam nella pagina Anticipo della Prestazione Previdenziale, per chiedere la certificazione dei requisiti per la pensione.

Questo documento andrà presentato alla propria azienda sanitaria insieme al modulo B predisposto dalla Sisac e disponibile a questo Link per i medici di famiglia (https://www.sisac.info/anteprimaNewsHome.do?tipo=WEB&idArea=201011221610481056&idNews=20220428142843635)a a quest’altro Link per i pediatri   (https://www.sisac.info/anteprimaNewsHome.do?tipo=WEB&idArea=201011221610481056&idNews=20220428143637328&tit=&cat=&ddal=&dal=29/04/2022)

I giovani che intendono candidarsi per affiancare i colleghi, invece, devono compilare il modello C (Domanda di ammissione alla procedura di ricambio generazionale – APP), presente nelle stesse pagine del sito web della Sisac indicate sopra. 

In prima applicazione, sia i medici titolari sia i giovani medici che si candidano ad affiancarli, dovranno inviare i moduli entro il 30 aprile 2023.

Medici vittima del Covid-19, via libera a 15 milioni di euro: Enpam aiuta i familiari a fare domanda

da Sanitainformazione.it e enpam.it)   Via libera alle erogazioni delle quote dal fondo speciale di 15 milioni di euro messo a disposizione dallo Stato in favore dei familiari dei medici deceduti per Covid-19. A renderlo noto è l’Enpam attraverso la sua pagina web. Nella stessa sede, l’ente non manca di garantire agli aventi diritto il suo supporto nell’acquisizione della documentazione necessarie per esperire la domanda all’Inail, e ricorda che il termine ultimo di presentazione della domanda scade il 4 marzo 2023.

Requisiti e aventi diritto   Il fondo statale, si legge sul sito Enpam, è destinato ad una platea più ampia rispetto ad altri tipi di aiuti, perché riguarda non solo i coniugi superstiti e gli orfani, ma anche i coniugi da unione civile, ai figli senza limiti di età e, in mancanza di coniugi o prole, ai genitori del sanitario deceduto, senza limiti di reddito. Per aver diritto alla quota del fondo è necessario che il professionista sia deceduto dopo aver contratto il Covid-19 mentre era in attività durante il periodo di emergenza pandemica (31 gennaio 2020 – 31 marzo 2022), anche nel caso in cui la morte sia avvenuta dopo, ma comunque entro il 28 dicembre 2022.  Sarà necessario dichiarare esplicitamente che “il decesso è avvenuto per effetto diretto/concausa del contagio da Covid-19”.

L’importo del sussidio      L’importo del sussidio sarà calcolato dividendo i 15 milioni di euro del fondo per il numero delle domande accolte. Si tratterà di una somma esentasse, che non concorrerà quindi alla formazione del reddito complessivo, e che sarà cumulabile con eventuali altri sussidi o aiuti.

Come fare domanda      La domanda, che deve essere corredata di documentazione che attesti il titolo professionale, lo svolgimento dell’attività durante il periodo di emergenza sopra citato, e il contagio da Covid-19, deve essere effettuata entro il 4 marzo 2023 dal sito Inail attraverso il servizio online denominato ““Speciali elargizioni familiari vittime Covid-19”.  Al servizio, spiega Enpam, è possibile accedere solo con Spid, Carta d’identità elettronica o Cns (Carta nazionale dei servizi), ma la domanda può essere fatta anche da un delegato. Per ricevere assistenza da Enpam in merito alla documentazione necessaria è possibile scrivere a info.iscritti@enpam.it.

Il sostegno di Enpam     «Questa misura è un atto di giustizia per tutti i colleghi deceduti combattendo il Covid a mani nude – afferma il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti -. Lo Stato si era fatto carico solo di una parte dei caduti sul lavoro e oggi pone rimedio, almeno simbolicamente, includendo non solo i familiari dei dipendenti scomparsi ma anche dei liberi professionisti e dei convenzionati. Resta fermo il nostro sostegno a ulteriori iniziative per riconoscere un giusto ristoro anche a tutti i medici che pur sopravvissuti al Covid hanno subito conseguenze di lungo periodo – conclude Oliveti – e per risarcire in modo più adeguato diversi familiari superstiti ancora poco aiutati».

Enpam: pronti ad attuare norma per medici convenzionati fino a 72 anni

(da Enpam.it)  L’Enpam è pronta a recepire l’eventuale norma che permetterà, ai medici convenzionati disponibili, di restare in servizio fino a 72 anni nell’attesa che arrivino giovani a sostituirli.

“Questa misura straordinaria sembra inevitabile per il Servizio sanitario nazionale e, per quanto questo possa essere controintuitivo, è nell’interesse dei giovani medici – dice il presidente dell’ente di previdenza dei camici bianchi Alberto Oliveti –. Data l’attuale carenza, senza un prolungamento provvisorio per i convenzionati anziani, infatti, tanti cittadini rischierebbero di restare senza servizio pubblico, mentre i futuri medici di famiglia vedrebbero scomparire i loro spazi professionali poiché nel frattempo, come abbiamo già visto accadere, verrebbero occupati da medici importati da Paesi extra-europei se non addirittura cancellati da riorganizzazioni forzate dell’assistenza primaria. I danni per le prospettive lavorative e previdenziali dei giovani sarebbero evidenti”.

“Il pensionamento massivo di medici di famiglia e di pediatri era ampiamente previsto, tanto che l’Enpam lancia l’allarme da più di 10 anni – ricorda il presidente dell’ente previdenziale –. Oggi questa misura d’emergenza, spostando il limite d’età per il pensionamento dei convenzionati, consentirebbe di dare maggiore solidità al sistema previdenziale della categoria senza togliere lavoro ai giovani. È anzi fondamentale che nei prossimi tre anni vengano formati tutti i nuovi medici di medicina generale e i pediatri di cui c’è bisogno, recuperando il tempo perso”.  Nel frattempo Enpam può contribuire a tamponare la situazione permettendo ai convenzionati con determinati requisiti di anzianità di continuare a lavorare fino a 72 anni, ma riducendo il carico di attività e venendo affiancati, per la restante parte, da giovani medici già formati o ancora in formazione.

“Chi ha decenni di carriera alle spalle ha un bagaglio prezioso di competenze da poter trasmettere – dice Oliveti –. Allo stesso tempo è difficile che a settant’anni o più, un professionista possa sostenere tutta la pressione burocratica e i carichi che si sono via via sempre più aggravati”. In questi casi l’Enpam può intervenire con l’APP, l’anticipazione di prestazione previdenziale, che permette al medico di rinunciare a una quota di introiti, iniziando però a ricevere una parte di pensione. Ad esempio chi continuasse a svolgere il 60 per cento dell’attività professionale, comincerebbe a percepire il 40 per cento dell’assegno pensionistico.

Bonus potenzialmente per tutti, domande anche senza partita Iva

(da enpam.it)    È ancora possibile chiedere il bonus da 200 euro e 150 euro dall’area riservata del sito dell’Enpam, con un’ulteriore novità.  La Fondazione ha aggiornato la procedura online per rendere possibile la compilazione del modulo anche ai professionisti senza partita Iva.  Dopo l’apertura delle domande agli specializzandi, rimasti esclusi dalla misura d’aiuto statale e ripescati dall’Enpam, la Fondazione ha chiesto infatti di estendere il sussidio anche agli iscritti senza partita Iva, tra questi molti corsisti in Medicina generale.  Come per gli specializzandi, l’Enpam raccoglierà con riserva le domande, in attesa di chiarimenti da parte del ministero del Lavoro.  I dati sulle richieste ricevute verranno quindi trasmessi al ministero vigilante per ottenere il via libera all’eventuale pagamento che resta, dunque, ancora in sospeso.   Il provvedimento che, sperabilmente, sbloccherà gli aiuti è atteso nei prossimi giorni.  Restano chiaramente fermi gli altri requisiti fissati dalla legge per ottenere quest’aiuto, e in particolare quelli di reddito (non superiore a 35mila euro per il bonus da 200 euro e non superiore a 20mila euro per ottenere anche quello da 150 euro).

La pagina dedicata al bonus  (https://www.enpam.it/comefareper/bonus-energia/) viene aggiornata mano a mano che nuove informazioni diventano disponibili.

Enpam, più tutele per i neo genitori medici

(da enpam.it)    La Legge di Bilancio per il 2022 ed il Decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105, hanno ampliato le tutele della maternità per i liberi professionisti, tra cui anche i medici iscritti all’Enpam. L’indennità di maternità, dal 1° gennaio 2022, è infatti passata per legge da 5 a 8 mesi, a decorrere dalla fine del periodo di maternità, in favore delle lavoratrici che abbiano dichiarato, nell’anno precedente l’inizio del periodo di maternità, un reddito inferiore a 8.145 euro.    Inoltre, dal 30 giugno 2022, nel Testo Unico sulla maternità è stato introdotto anche l’istituto della cosiddetta gravidanza a rischio per i periodi antecedenti i due mesi prima del parto. Per armonizzare queste due nuove disposizioni con la propria disciplina interna, l’Enpam ha dovuto modificare il proprio Regolamento a tutela della genitorialità. Infatti, il Regolamento della Fondazione, all’art. 8, già prevedeva una tutela della gravidanza a rischio mediante la corresponsione di una specifica indennità, il cui importo veniva stabilito annualmente dal Consiglio di Amministrazione.

Con la nuova disciplina, l’Enpam ha ricompreso l’indennità di maternità per gravidanza a rischio tra le prestazioni finanziate dal contributo annuo di maternità posto a carico di tutti gli iscritti, e riscosso insieme con il contributo minimo obbligatorio di Quota A. Con l’occasione, l’Enpam ha riconosciuto la possibilità ad entrambi i genitori iscritti alla Fondazione, di qualsiasi genere (cioè sia maschi, che femmine), di richiedere i sussidi per agevolare la fruizione di servizi di baby sitting e della rete pubblica e privata accreditata dei servizi per l’infanzia entro i primi dodici mesi di vita del bambino o di ingresso del minore in famiglia. Ad oggi questi benefici sono riconosciuti anche al padre iscritto solo nell’ipotesi di morte o di grave infermità della madre, di abbandono o affidamento esclusivo del bambino al padre.   Con questa riforma, ancora non operativa perché in attesa di ratifica dei Ministeri vigilanti, il sussidio potrà dunque essere richiesto indifferentemente dal medico o odontoiatra iscritto, sia maschio che femmina. Qualora entrambi i genitori del bambino o del minore siano iscritti e presentino domanda, il beneficio spetterà ad entrambi. In pratica, quindi, fra breve tempo, oltre all’indennità di maternità vera e propria, considerando che il sussidio è pari a 2.000 euro e raddoppia nel caso di iscritto attivo alla Quota B, nell’ipotesi di un solo bambino, figlio di due genitori medici iscritti attivi di Quota B, l’erogazione aggiuntiva potrà arrivare fino ad 8.000 euro. 

Nel 2022 l’Enpam ha destinato 4,5 milioni di euro ai neogenitori. Va ricordato che i medesimi benefici previsti per la genitorialità sono indirizzati anche agli studenti in medicina e chirurgia ed odontoiatria dal quinto anno in poi, iscritti alla Fondazione. Anche loro hanno infatti diritto ad un assegno di maternità (in caso di nascita, adozione, affidamento e aborto) ed al bonus bebè per il primo anno di vita del bambino.

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