Banca d’Italia ed Enpam in aiuto delle vittime del Covid

(da enpam.it)   Aderendo a un’iniziativa promossa dalla Banca d’Italia, l’Enpam, l’Ente previdenziale di medici e odontoiatri, ha istituito il “Fondo di solidarietà Covid-19 – Banca d’Italia / Fondazione Enpam” per finanziare borse di studio a beneficio dei figli di tutti i medici deceduti a causa del Covid-19. Oltre alle borse di studio, il fondo erogherà anche assegni di mantenimento per coniugi e figli in acclarato disagio economico o stato di bisogno.

L’iniziativa si iscrive nell’ambito dei contributi concessi dalla Banca d’Italia agli enti e alle strutture ospedaliere direttamente impegnati nella gestione dell’emergenza da Covid-19. Il Fondo di solidarietà è stato costituito con il contributo da parte dell’Istituto di Palazzo Koch e sarà gestito dall’Enpam.  “Ringraziamo Banca d’Italia per la sensibilità dimostrata. Sostenere chi resta è il miglior modo per onorare chi ha sacrificato la propria vita per curare gli altri”, dice il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti.

DALLA PRIMARIA ALL’UNIVERSITÀ    A oggi purtroppo sono 365 i camici bianchi deceduti dopo aver contratto il Covid-19. Banca d’Italia e Fondazione Enpam intendono onorare la memoria di tutti questi medici e dentisti, attraverso un gesto concreto di riconoscenza destinato alle loro famiglie per sostenerle nella formazione scolastica e universitaria dei figli. Il valore annuo lordo delle borse di studio sarà pari a: 500 euro per la scuola primaria, 700 per la secondaria inferiore, 1.000 per la secondaria superiore e 1.500 per università ed equiparate.  Le borse sono cumulabili con altre misure esistenti e accompagneranno lo studente fino a conclusione del ciclo di studi. La convenzione tra Enpam e Banca d’Italia infatti ha una durata di cinque anni ed è rinnovabile proprio nell’ottica di consentire il completamento del percorso formativo.   Nelle prossime settimane l’Enpam pubblicherà un bando di gara ufficiale nel quale sarà specificato che le borse di studio potranno essere richieste dai figli superstiti in età scolare e universitaria (fino a 26 anni) di medici e odontoiatri che hanno perso la vita dopo aver contratto il Covid-19 durante lo stato di emergenza.

DISAGIO ECONOMICO E SOCIALE     La Convenzione prevede interventi anche in caso di situazioni di difficoltà sociale ed economica con assegni di mantenimento destinati ai figli superstiti a carico del medico o dell’odontoiatra al momento del decesso e inabili al lavoro.  Lo stesso trattamento sarà inoltre previsto per coniugi o figli in situazione di disagio economico o stato di bisogno, con un Isee familiare inferiore a 25mila euro. In questi casi l’importo, lordo e annuale, sarà pari a 2.500 euro tanto per i figli superstiti inabili al lavoro che per i coniugi o figli in acclarato disagio economico o stato di bisogno.

ALTRI DONATORI     Il Fondo Covid-19 Banca d’Italia-Fondazione Enpam potrà anche accogliere le donazioni di altri soggetti che in futuro vorranno contribuire economicamente a quest’iniziativa di solidarietà.

Ecco le borse di studio Enpam per i figli dei liberi professionisti

(da enpam.it)   Novità importante per tutti i liberi professionisti iscritti all’Enpam. Da quest’anno, infatti, l’ente previdenziale di medici e odontoiatri, comincia a erogare borse di studio ai figli dei camici bianchi attivi e pensionati che versano la Quota B. Le borse, in totale 300, sono riservate agli studenti universitari.

VALORE DEL SUSSIDIO    Il bando attualmente in corso si rivolge agli iscritti all’anno accademico 2020/2021 e prevede per loro un assegno di 3.100 euro. L’importo viene maggiorato del 50 per cento (diventando di 4.650 euro) per chi si laurea con 110 e lode entro quest’anno. Per fare domanda, attraverso l’area riservata del sito dell’Enpam, ci sarà tempo fino al 20 dicembre.

REQUISITI DEGLI STUDENTI     I figli dei camici bianchi interessati alla borsa di studio devono innanzitutto avere un’età non superiore ai 26 anni. Dovranno poi essere in regola con gli studi.   Con questo si intende avere conseguito tutti i crediti previsti per gli anni accademici precedenti e almeno la metà dei crediti previsti per l’anno 2020/2021.    “Vogliamo essere vicini alle famiglie dei nostri iscritti durante la carriera, negli appuntamenti che la vita presenta – ha commentato il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti –. Per questo la Fondazione vuole contribuire a ridurre i costi sostenuti per far studiare i figli. Oltretutto, investire nella formazione deve essere una priorità per le casse dei professionisti, perché è solo grazie alla qualità del lavoro che si rilancia la professione”.

REQUISITI DEI PROFESSIONISTI   Il libero professionista interessato può fare domanda se iscritto alla Quota B e se ha un reddito che non supera 6 volte il trattamento minimo Inps. Questo limite è aumentato di un sesto (6.702,54 euro) per ogni ulteriore componente del nucleo.  Per fare un esempio, per una famiglia di quattro persone il limite di reddito è di 60.322 euro.  L’incremento per ogni familiare, inoltre, raddoppia nel caso in cui il componente sia invalido almeno all’80 per cento.

STANZIAMENTO    Lo stanziamento per le borse di studio ai figli universitari dei contribuenti Quota B potrà arrivare quest’anno a 1,4 milioni di euro e si aggiunge ai fondi messi a disposizione per gli universitari, figli della generalità degli iscritti Enpam, che hanno ottenuto l’ammissione ai collegi di merito.   Per questi ultimi esiste una borsa specifica più alta, di 5mila euro. In questo caso però, le domande potranno essere presentate solo fino al 12 novembre.

Sconto sui contributi, migliaia i medici che hanno fatto domanda. Come fare e chi ne ha diritto

(da DottNet)    Manca meno di un mese dalla scadenza del 31 ottobre per la richiesta di esonero parzialedai versamenti previdenziali: Il maggior numero di domande è giunto dai medici con oltre 16mila già arrivate ad Enpam da parte dei soli medici liberi professionisti. Sono numeri ancora provvisori, visto che manca quasi un mese per il termine ultimo ma l’indicazione è senza dubbio chiara. Certo si tratta di numeri del tutto provvisori perché, appunto, tutti i professionisti hanno ancora quasi un mese per fare i propri conti e candidarsi al bonus, ma sono già indicativi di un disagio che ha colpito i camici bianchi della libera professione – gli altri infatti non rientrano nel beneficio – che hanno in parte accusato il colpo dello stop dovuto alla pandemia con il blocco di visite e esami.

Vediamo allora chi può chiedere l’esonero e come fare.   La premessa è che sarà lo Stato a farsi carico del pagamento, e la posizione contributiva degli interessati, ai fini della futura pensione, non subirà alcuna riduzione.  Per i medici e i dentisti i contributi da scontare sono quelli di Quota A riferiti al 2021 e quelli di Quota B relativi ai redditi 2020, da denunciare entro il 15 settembre 2021, nel limite massimo complessivo per ciascun iscritto di 3.000 euro su base annuaIl primo requisito per far valere questa opportunità unica è presentare la relativa domanda: gli interessati possono farlo accedendo all’Area riservata del sito della Fondazionecon le loro credenziali. Il termine è fissato al 31 ottobre 2021. Chi ha fatto domanda prima del 4 agosto deve ripresentarla. Questo è un requisito importante: senza la domanda tutti i contributi restano comunque dovuti per intero. Quindi, anche in caso di dubbio, vale la pena di fare la richiesta: sarà poi l’Enpam a comunicare che non si ha diritto e (specie per chi è in crisi di liquidità) si guadagnerà comunque tempo per ottemperare. Il beneficio è diretto principalmente ai liberi professionisti, salvo alcune eccezioni. I requisiti per averne diritto sono sostanzialmente i seguenti:

-1  Essere in regola con i versamenti precedenti. Quindi non debbono esserci morosità sui contributi di Quota A fino all’anno 2020 compreso e su quelli di Quota B fino agli importi calcolati sul reddito 2019 compreso. Ovviamente, se ci sono pagamenti relativi alla sanatoria di morosità pregresse, già concordate con gli Uffici, che scadono dopo il 31 ottobre 2021, questi non impediscono di fruire del beneficio, ma è importante non tralasciare nessun pagamento dovuto fino a quella data. Allo stesso modo, se ci sono inadempienze, è necessario concordare con gli Uffici un rientro, con provvedimento precedente al 31 ottobre 2021. L’indirizzo pec dell’Enpam da utilizzare allo scopo è: protocollo@pec.enpam.it

-2  Nel 2019 il reddito professionalenon deve essere stato superiore a 50.000 euro.

-3  Nel 2020 occorre aver subìto un calo del fatturato o dei corrispettivi pari o superiore al 33 per cento rispetto a quelli del 2019. Questo principio si applica anche ai contribuenti in regime fiscale forfettario.

Hanno comunque diritto all’esonero (senza applicare i limiti di cui ai precedenti punti2 e 3) i medici, già collocati in pensione, a cui siano stati conferiti incarichi di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa per far fronte alla pandemia. In questo caso l’esonero si applica con riferimento a tutto il reddito libero professionale prodotto nel 2020 (non soltanto quello legato al Covid), da versare entro il 2021.  Il beneficio è precluso a tutti coloro che nel periodo di esonero sono stati titolari di un contrattodi lavoro subordinato (quindi ad esempio il medico che nel 2020 era libero professionista ma nel 2021 lavora in ospedale non ha diritto all’esonero), con la sola eccezione del lavoro intermittente. Anche i titolari di pensione diretta nel 2021 (non quindi la reversibilità) sono esclusi dal beneficio; a questo proposito, visto che la presenza di pensione sarà valutata soltanto dopo la scadenza del termine, in alcuni casi può essere utile ritardare la presentazionedella domanda di pensione (se la sua decorrenza rimane invariata) per incassare prima l’esonero.  Il Ministero del Lavoro, con la nota n. 6921/2021, ha fornito alcuni ulteriori chiarimenti. Per i medici iscritti all’Albo nel 2020 non si applica il requisito del calo del fatturato; l’esonero non può invece riguardare i medici iscritti all’Albo prima del 2020 che nel 2019non hanno conseguito né reddito né fatturato, e nemmeno possono ottenerlo gli iscritti dal 2021 in poi. Inoltre rimane comunque dovuto il contributo di maternità (per il 2021 pari ad € 44,55), anche se su questo punto si attende un ulteriore chiarimento, data la difformità di atteggiamento con l’Inps

Enpam: possibili domande per esonero contributivo

(da fimmg.org)     L’Enpam, Ente previdenziale dei medici e dei dentisti, dà la possibilità, a partite da ieri ai propri iscritti di presentare domanda per ottenere l’esonero contributivo. La Cassa professionale presieduta da Alberto Oliveti, infatti, segnala che per beneficiare dell’agevolazione occorrerà farne espressamente richiesta, attraverso l’area riservata del sito Enpam, entro il 31 ottobre 2021; al momento di presentare l’istanza, il sistema informatico dell’Ente verificherà se la situazione contributiva dell’iscritto è in regola e, viene indicato online, «se dovesse risultare qualche problema, è opportuno fare domanda di regolarizzazione immediatamente, poiché sono necessari dei tempi tecnici per ricevere un piano di rientro e i relativi bollettini». La norma, infatti, stabilisce che gli eventuali pagamenti per esser a posto coi versamenti pensionistici dovranno essere fatti entro il 31 ottobre (che è lo stesso giorno entro cui si deve fare domanda di esonero), dunque, rammenta la Cassa dei ‘camici bianchì, «chi non si attiva con largo anticipo potrebbe ritrovarsi al 1ø novembre 2021 con una situazione ancora irregolare e – come stabilisce la legge – potrà vedere la propria domanda di esonero respinta».

Modello D, scadenza rinviata al 15 settembre

(da enpam.it)    l Consiglio di amministrazione dell’Enpam ha rinviato a metà settembre il termine di presentazione del modello D.   Una norma statale ha infatti spostato al 15 settembre la scadenza per pagare alcune imposte, con la conseguenza che solo in vista di quella data molti iscritti avranno a disposizione i dati utili per compilare il modello D Enpam.

Per medici e odontoiatri iscritti all’Enpam c’è una Cu dedicata a quello che non si deve pagare

Per medici e odontoiatri iscritti all’Enpam c’è una Cu dedicata a quello che non si deve pagare. Una certificazione unica che riguarda esclusivamente i sussidi ricevuti dalla Fondazione nel 2020 come sostegno alle difficoltà imposte dal Covid-19, che dopo una lunga battaglia dell’Enpam sono stati detassati.

Nello specifico, si parla dell’indennizzo statale, del Bonus Enpam o Bonus Enpam plus e dell’indennità di quarantena. Tutti aiuti economici che non concorrono alla formazione del reddito, per i quali la Fondazione ha emesso una nuova ondata di certificazioni uniche.

I camici bianchi possono trovare nella loro area riservata del sito dell’Enpam la Cu prodotta ad hoc, che attesta esclusivamente le somme corrisposte lo scorso anno dalla Fondazione a titolo di bonus Covid-19 e che si va ad aggiungere alla certificazione unica già presente dal 31 marzo scorso.

NON PAGARE, MA (IN ALCUNI CASI) DICHIARARE

Partiamo da quello che è certo: nessuno deve pagare sugli importi indicati nella nuova Cu.

Ma in alcuni casi, i bonus ricevuti come sostegno per i mesi “caldi” del Covid dovranno essere comunque riportati nella dichiarazione. Questo anche per evitare di incorrere in una sanzione amministrativa che si rischia con l’omessa indicazione.

Ad esempio è il caso dei professionisti che esercitano con partita Iva soggetta a regime dei minimi o forfettario, a cui è richiesta “l’indicazione dell’ammontare ‘dei contributi e delle indennità di qualsiasi natura, erogati in via eccezionale’ per il Covid e diversi da quelli preesistenti”, come riporta il Sole 24 Ore dello scorso 14 giugno, in un articolo dal titolo eloquente: “Sostegni Covid e Fisco: caccia al posto giusto in dichiarazione”.

In termini pratici, per risolvere la problematica dell’eventuale collocazione dei sostegni nella dichiarazione dei redditi, è bene trasmettere al proprio commercialista anche la nuova Cu dedicata ai sussidi 2020, che come detto è possibile trovare nell’area riservata del sito Enpam.

LA FINE DELLA “TASSA SULLA SOLIDARIETÀ”

Quella “tassa sulla solidarietà” che veniva applicata in un primo momento ai camici bianchi, come accennato, è stata abolita dopo una lunga battaglia dell’Enpam.

È cronaca del 2020 il fronte mediatico e istituzionale aperto dalla Fondazione, per ottenere la revoca dell’ingiusto prelievo a danno dei propri iscritti. Un’azione a tutela di medici e dentisti che si vedevano alleggerire da un’ulteriore tassazione i sussidi ricevuti dall’Enpam per attraversare i disagi imposti dalla pandemia.

L’Enpam aveva dovuto inizialmente applicare una ritenuta alla fonte dei sussidi erogati. Importi poi versati ai legittimi destinatari, medici e odontoiatri, una volta arrivata la schiarita da parte dello Stato. La battaglia portata avanti dalla Fondazione, com’è noto, è stata vinta alla vigilia dello scorso Natale.

Enpam: via al bando 2021 per i mutui prima casa

(da enpam.it)   L’Enpam ha dato il via libera al nuovo bando dell’anno 2021 per la concessione di mutui ipotecari ai propri iscritti. La Fondazione intende in questo modo sostenere i giovani medici e odontoiatri interessati all’acquisto o alla ristrutturazione di una prima casa oppure di un’unità immobiliare da adibire a studio professionale. Il mutuo può essere chiesto anche dagli iscritti riuniti in associazione o in società di professionisti, purché tutti i componenti abbiano i requisiti previsto dal bando.

LA GARANZIA DI ESSERE MEDICO   L’ammissione alla richiesta di mutuo è riservata agli iscritti e ai medici in formazione (specializzandi e corsisti di Medicina generale) con un’età non superiore ai 40 anni. L’obiettivo principale dell’Enpam infatti è quello di favorire tutti quei soggetti che, al momento, non verrebbero considerati idonei alla concessione di un mutuo da parte del sistema bancario.  “In questo senso – ha commentato con soddisfazione il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti – prosegue il nostro impegno nel dare sostegno ai giovani professionisti per avviare un percorso personale o professionale in tempi rapidi e con garanzie minime”.

QUANTO SI POTRA’ CHIEDERE     Agli iscritti la cui richiesta di mutuo sarà accetta si applicherà un tasso di interesse pari a 1,7 per cento annuo, comprensivo di tutte le spese.   Sarà possibile chiedere fino a 300mila euro, cifra che potrà servire a finanziare l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione dell’immobile fino all’80 per cento del valore.  Per la ristrutturazione il limite massimo è fissato invece in 150mila euro.   Da notare che l’immobile deve trovarsi nel Comune dove si risiede o si svolge l’attività lavorativa principale e non deve appartenere alle categorie residenziali di lusso. 

REQUISITI    Potranno presentare domanda di mutuo tutti i medici e gli odontoiatri che non hanno già finanziamenti o mutui pagati dalla Fondazione, che sono in regola con i versamenti, e non presentano una rateizzazione da regime sanzionatorio in corso.  Inoltre, è richiesto almeno un anno d’iscrizione e di contribuzione effettiva.   Tra le altre condizioni da rispettare, non si dovrà aver ottenuto l’assegnazione o la locazione con patto di futura vendita e riscatto di un altro alloggio e non si dovrà essere proprietari di un altro immobile nel Comune dove si risiede o dove si svolge l’attività lavorativa principale.

Covid-19, indennità ai professionisti contagiati

(da enpam.it)   Un assegno fino a 5mila euro per i medici e i dentisti che fanno libera professione contagiati da Covid-19.  È la nuova misura che la Fondazione Enpam ha introdotto per estendere ulteriormente gli aiuti messi in campo a seguito dell’emergenza sanitaria.  Il provvedimento deliberato dal Consiglio di amministrazione dell’Enpam lo scorso dicembre, ha ricevuto il via libera dai Ministeri vigilanti e si può ora fare domanda.

GLI IMPORTI     Gli importi del sussidio sono proporzionali sia allo stato di malattia, sia all’aliquota contributiva con cui gli iscritti versano i contributi di Quota B.   Sono tre i livelli di gravità della malattia con il conseguente aumento proporzionale della somma.   Si parte dalla forma più lieve con isolamento obbligatorio per positività al Covid (600 euro), per passare a una forma intermedia con ricovero ospedaliero, inclusa la degenza in terapia subintensiva (3.000 euro), sino al livello massimo di severità della patologia con il ricovero in terapia intensiva (5.000 euro).   Nell’ipotesi in cui, dopo la presentazione della domanda, si dovesse verificare un aggravamento delle condizioni di salute del malato, con l’integrazione della richiesta si potrà poi avere un conguaglio della somma. Per fare un esempio, se un iscritto è risultato prima positivo al test con pochi sintomi e ha preso 600 euro, ma in seguito è stato ricoverato in ospedale, gli spettano dopo aver rifatto domanda altri 2.400 euro.   Le somme indicate sono riferite ai contribuenti che pagano la Quota B intera. Per chi ha scelto la Quota B ridotta (la metà o il 2 per cento) l’indennità è riproporzionata.   Gli importi del sussidio per i pensionati corrispondono alla metà di quelli stabiliti per gli iscritti attivi.   Non è previsto, tranne che per i pensionati, un limite di reddito familiare per poter ricevere l’indennità.

I REQUISITI     Primo requisito, presente anche tra quelli per l’erogazione dei Bonus Enpam, è essere in regola con i contributi.    In seconda battuta, occorre aver avuto un reddito libero professionale nel 2019 soggetto alla Quota B (e averlo dichiarato nel modello D 2020).  Eccezioni sono previste per i neo-contribuenti, cioè quelli che verseranno la Quota B per la prima volta nel 2021, e per chi non ha avuto redditi da libera professione nel 2019 ma ha contribuito per il 2017 e per il 2018.

LA DOMANDA    La domanda si fa direttamente dall’area riservata del sito.    Insieme alla richiesta, gli iscritti devono allegare un documento che certifichi lo stato di malattia o il ricovero in ospedale.   Per chi è impossibilitato a fare domanda (per esempio è ricoverato per Covid) oppure nel caso in cui l’iscritto sia deceduto e i familiari vogliano chiedere il sussidio, verrà predisposto un modulo cartaceo. Tutte le informazioni si trovano a https://www.enpam.it/comefareper/covid-19/sussidio-contagiati/

Busta arancione, arriva l’ipotesi “mista”

(da Enpam.it)  Da oggi, attraverso il servizio di busta arancione disponibile nell’area riservata, i medici di Medicina generale e i pediatri di libera scelta possono sapere quanto prenderanno di pensione anche nel caso in cui decidano di scegliere il trattamento misto, ovvero una parte in pensione e l’altra in capitale.  Nato ormai dieci anni fa, il servizio “Busta arancione” ha permesso a centinaia di migliaia di medici e dentisti di poter consultare da casa, seduti di fronte al proprio computer e più di recente sul proprio smartphone, le proprie ipotesi di pensione.  Adesso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta – oltre ad avere la possibilità di ottenere un prospetto semplice della pensione di Quota A, di Quota B e per i periodi di attività svolta in convenzione con il Servizio sanitario nazionale – possono avere anche una ipotesi “mista” che tiene conto della possibilità di richiedere una parte sotto forma di assegno mensile e l’altra in capitale fino a un massimo del 15 per cento dell’importo maturato.

ULTIMA ARRIVATA     La Busta arancione mette a disposizione una simulazione approssimativa della propria rendita futura.  Per quanto riguarda la pensione di Quota A, dato che gli importi dei contributi sono stabiliti in base all’età anagrafica e non in base a quanto si guadagna, sono disponibili due ipotesi che si basano solo sul tipo di pensione: di vecchiaia o anticipata.  Invece per i medici e gli odontoiatri che svolgono la libera professione e per i convenzionati (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, addetti alla continuità assistenziale e all’emergenza territoriale) si aprono tre diverse ipotesi di pensione.   La prima si basa sull’ipotesi che sino al momento del pensionamento l’iscritto continuerà ad avere guadagni in linea con la media dei redditi percepiti fino a quel momento. Nel secondo scenario invece si ipotizza che in futuro avrà un reddito pari a quello medio degli ultimi tre o cinque anni. Nella terza ipotesi, infine, il sistema calcola la pensione ipotizzando che sino al momento della pensione manterrà il reddito dell’ultimo anno.  Le ipotesi includono già gli effetti dei contributi che si verseranno in futuro.   A queste tre, come detto, si è aggiunta per i medici di Medicina generale e i pediatri di libera scelta anche quella “mista” che calcola l’importo della rendita pensionistica al netto dell’indennità in conto capitale di cui si ipotizza di beneficiare.     È bene ricordare che la possibilità di richiedere la liquidazione di parte della pensione in forma capitale – fino al 15 per cento dell’importo maturato – è attiva per tutte le gestioni dell’Enpam fatta eccezione per la Quota A, e che l’ipotesi per la Medicina generale è solo la prima ad essere stata resa disponibile sull’area riservata.    Queste informazioni oltre che a rendere più trasparente il rapporto tra Fondazione e gli iscritti, permettono a questi ultimi di poter pianificare in maniera strategica il proprio futuro previdenziale. Si può decidere infatti di aumentare la propria pensione attraverso un riscatto di laurea o di allineamento, oppure di integrare la rendita con una forma di previdenza complementare.

ENPAM: Quota A rinviata di un mese (ma resta a rate)

La Fondazione Enpam ha rinviato di un mese il termine per il pagamento della Quota A 2021. La scadenza inizialmente prevista per il 30 aprile è stata spostata al 31 maggio.

La decisione è stata presa per dare tempo a tutti i medici e dentisti che ritengono di averne diritto, di fare domanda per l’esonero dei contributi previdenziali previsto dallo Stato con l’ultima legge di Bilancio. Quest’aiuto riguarda i professionisti che nel 2019 hanno avuto un reddito inferiore a 50mila euro e che nel 2020 hanno avuto un calo di fatturato o dei corrispettivi di almeno un terzo.

NUOVE DATE

Il rinvio riguarda anche la seconda rata della Quota A, che viene spostata al 31 luglio. Restano invece invariate le altre scadenze.

Diversamente dall’anno scorso, quest’anno pur essendoci un rinvio, il pagamento potrà avvenire in quattro volte.

Riepilogando, nel 2021 le date per il pagamento della Quota A saranno:

  • 31 maggio (prima rata o rata unica, per chi paga in unica soluzione)
  • 31 luglio (seconda rata)
  • 30 settembre (terza rata)
  • 30 novembre (quarta rata)

Chi ha attivato la domiciliazione bancaria riceverà l’addebito diretto sul conto corrente in queste date. Invece chi ha preferito mantenere l’opzione dei bollettini, potrà pagarli appena saranno disponibili nell’area riservata, anche prima delle scadenze indicate.

PER CHI CHIEDE L’ESONERO

Diverso il caso se si hanno i requisiti per mettere i contributi previdenziali a carico dello Stato.  Per chi chiederà l’esonero dai contributi entro il 15 maggio, l’addebito diretto verrà infatti sospeso. Allo stesso modo chi avrà fatto domanda di esonero non dovrà pagare i bollettini. Il tutto temporaneamente, nella speranza che nel frattempo arrivi il decreto attuativo che ancora manca per rendere certi gli importi massimi e le condizioni affinché Enpam possa accordare ufficialmente l’esonero a chi ne ha diritto.

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