Bronchiolite: sebbene non servano, in molti Paesi ad alto reddito si continuano a usare farmaci

(da Univadis)   Messaggi chiave   Il 20% dei bambini ricoverati in pronto soccorso per bronchiolite nel 2013 in 8 diversi Paesi ad alto reddito è stato dimesso con la prescrizione di un farmaco, nonostante le linee guida lo sconsiglino per mancanza di prove di efficacia.  Nel Regno Unito e Irlanda si prescrivono meno farmaci in queste situazioni; in Spagna e Portogallo si fa quasi 10 volte più spesso.    In questi ultimi due Paesi non si usano steroidi, in genere poco utilizzati anche altrove; il salbutamolo, invece, arrivava a essere prescritto negli Stati Uniti in un caso su 3.  La prescrizione di farmaci non è risultata associata in maniera significativa al numero di successivi accessi o ricoveri.

Descrizione dello studio   Analisi secondaria dello studio di coorte retrospettivo multinazionale noto come Pediatric Emergency Research Networks.  Sono stati inclusi i bambini di età inferiore a 12 mesi dimessi con bronchiolite tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2013 da 38 pronto soccorsi in Australia e Nuova Zelanda, Canada, Spagna e Portogallo, Regno Unito e Irlanda, e Stati Uniti. L’outcome primario era la prescrizione di una qualche farmacoterapia alla dimissione. Gli esiti secondari erano successivi accessi al pronto soccorso o ricoveri per bronchiolite entro 21 giorni dalla dimissione.

Risultati principali   Su 1.566 bambini dimessi dal pronto soccorso nei diversi Paesi nel periodo considerato, a 317 (20%) sono stati prescritti farmaci per la bronchiolite.  Le prescrizioni di corticosteroidi erano rare, e variavano dallo 0% (0 su 68 bambini) in Spagna e Portogallo, al 6% (25 su 452) negli Stati Uniti.  Le prescrizioni di salbutamolo variavano dal 5% (22 su 432) nel Regno Unito e Irlanda, al 32% (146 su 452) negli Stati Uniti.  Rispetto a Regno Unito e Irlanda, la probabilità di prescrivere farmaci era più alta in Spagna e Portogallo (OR 9,22, IC95% 1,70–49,96), negli Stati Uniti (8,20, 2,79–24,11), Canada (5,17, 1,61–16,67) e Australia e Nuova Zelanda (1,21, 0,36–4,10).  Dopo aggiustamento, la prescrizione alla dimissione è stata associata a una maggiore età del bambino (per ogni mese in più OR 1,23, IC95% 1,16–1,30; P<0,0001), alla bassa saturazione di ossigeno (per ogni 1% di calo dal 100% OR 1,09, IC95% 1,01–1,18 P<0,031), alla presenza di retrazioni toraciche (OR 1,88, 1,26–2,79 P=0,0020), al network di ricerca pediatrica che ha raccolto i dati (P=0,00050) e al singolo Paese (P=0,00050).

Durante il follow-up, 303 (19%) bambini sono tornati al pronto soccorso, e di questi 129 (43%) sono stati ricoverati, ma l’aver ricevuto una farmacoterapia non è stata associata né ai successivi accessi (P= 0,55) né ai successivi ricoveri (P= 0,50).

Perché è importante   La bronchiolite è una delle principali cause di ospedalizzazione dei lattanti nei paesi ad alto reddito. Evitare la prescrizione di farmaci inutili limita costi e potenziali eventi avversi correlati, senza alimentare false aspettative nei genitori.

(Jamal A, Finkelstein Y, et al. Pharmacotherapy in bronchiolitis at discharge from emergency departments within the Pediatric Emergency Research Networks: a retrospective analysis. Lancet Child & Adolesc Health 2019; 3: 539-547. doi: 10.1016/S2352-4642(19)30193-2.)

Questa sera Consiglio Direttivo ‘estivo’ per iscrivere i nuovi colleghi

La scorsa settimana l’OMCeO di Roma ha pubblicato una notizia in cui faceva presente che teneva una seduta consiliare il 30 luglio, ‘ad hoc’ per iscrivere oltre 400 neo medici, che nel periodo estivo possono e sono disponibili a fare le sostituzioni dei colleghi già inseriti nelle varie realtà lavorative e in ferie. “Compito di un Ordine è tutelare tutti i propri iscritti, giovani e meno giovani”, ha dichiarato il presidente di Roma Antonio Magi. E’ desidero del nostro Consiglio Direttivo rendere noto a tutti gli iscritti che questo tipo di attenzione per le esigenze dei giovani colleghi viene esercitata dall’OMCeO di Forlì-Cesena da circa venti anni. E sempre da vent’anni viene convocato un Consiglio a fine luglio proprio per loro. Non a caso, questa sera, 30 Luglio, si tiene una seduta consiliare ‘ad hoc’ durante la quale verranno iscritti tutti i giovani colleghi che hanno superato da pochi giorni l’esame di abilitazione, e che da domani potranno iniziare la loro attività lavorativa.

Tutte le novità del contratto punto per punto

(da DottNet)  Ci sono voluti dieci anni, ma alla fine i medici dipendenti si sono visti rinnovare il contratto.  Carlo Palermo, segretario dell’Anaao, commenta con entusiasmo: “Chiudere il contratto 2016-2018 era assolutamente necessario, quanto ottenuto è accettabile, buono se rapportato al contesto. Il futuro richiede un grande impegno e coesione di tutte le componenti sindacali e categoriali responsabili. Certo non tutte le aspettative degli iscritti trovano immediata soddisfazione. Ma la contrattazione aziendale, cui tocca esercitare un ruolo da protagonista, e non da spettatore passivo, nelle scelte attuative, potrà completare il lavoro avviato, intervenendo a livello economico e normativo. I contratti peggiori sono quelli non applicati. Perciò l’Anaao Assomed è impegnata ad evitare un tale destino a quello appena nato, al riparo da interpretazioni fantasiose ed interessate, per rendere attuali le molte novità di un contratto di ri-partenza”.

Ecco punto per punto tutte le novità e i vantaggi per i medici, dal sistema delle carriere alla monetizzazione del disagio, dal consolidamento alla valorizzazione economica delle parti fisse (tabellare e posizione) per conseguire benefici aggiuntivi sulla pensione e sulla liquidazione.
È RIPARTITO L’OROLOGIO
Un contratto dopo 10 anni di blocchi e di tagli è una ripartenza e un ritorno alla normalità. Era necessario.
NESSUNO HA PRESO DI PIÙ
L’aumento economico, medio a regime di 217 euro lordi per 13 mensilità, è certo modesto, ma deriva dalla stessa percentuale di aumento destinata a tutto il pubblico impiego, sia della Dirigenza che del comparto. In linea anche con gli aumenti della medicina convenzionata.
QUALCOSA DI PIÙ SU DISAGIO
Parte dal 1 gennaio 2019 un aumento per il lavoro disagiato di 30 milioni di euro, incrementale negli anni successivi, solo per la dirigenza medica e sanitaria, che ha contribuito a portare l’indennità di guardia a 100 euro per turno (120 per il pronto soccorso). Dopo la pronta reperibilità notturna sarà obbligatorio avere il turno pomeridiano e rispettare la normativa sui riposi. Del resto trattandosi del contratto 2016-2018 le risorse sono state stabilite dalle leggi di bilancio a suo tempo emanate, impossibile cambiarle ora per allora. Attendere oltre sarebbe stato vano, velleitario controproducente e del tutto irresponsabile, considerato il quadro politico ed economico del Paese.
RIPARTE LA CARRIERA PER TUTTI
Tutti avranno una progressione economica dopo 5, 15 ed ANCHE dopo 20 anni di servizio. Viene strutturata una nuova carriera professionale, con la previsione di 9.000 nuovi incarichi professionali non legati a compiti gestionali e valori economici di posizione fissa che si intrecciano con quelli di direzione di struttura. Bloccata la fusione del fondo di posizione e del fondo di risultato (fondo unico non pensionabile). Da sottolineare il significato dell’obbligo di utilizzare i residui dei fondi di posizione per incrementare il numero e il valore degli incarichi e del possibile travaso tra salario di risultato e quello di posizione, invertendo il percorso preferito dalle Aziende. Ribadito “l’obbligo dell’integrale destinazione delle risorse nell’anno di riferimento” norma non esplicitamente sancita nei contratti e fonte di impropri e opportunistici differimenti.
RECUPERATA L’ANZIANITÀ PERDUTA
Tutti i periodi lavorati anche discontinui e a tempo determinato sono utili per il raggiungimento delle soglie di anzianità e il relativo trattamento economico sia per la retribuzione di posizione fissa (a 5, 15 e 20 anni) che per l’indennità di esclusività di rapporto (a 5 e 15 anni). Fino ad ora non era così (interruzioni anche di un giorno azzeravano l’anzianità sia per la posizione che per l’esclusività, il tempo determinato non era utile per il raggiungimento dell’anzianità di 5 anni per gli incarichi e la retribuzione di posizione). Per moltissimi si tratta di una vera e propria ricostruzione di carriera con un anticipo dei traguardi professionali ed economici senza dover attendere il rinnovo dei contratti nazionali.
IL CONTRATTO INVESTE SUI GIOVANI NEOASSUNTI E CON MENO DI CINQUE ANNI
Finalmente tutti i Dirigenti medici e sanitari anche neoassunti e con meno di cinque anni hanno diritto non solo ad un incarico, ma ad una retribuzione di posizione fissa di 1.500 euro, un vero piede di partenza salariale, cui andrà aggiunta l’eventuale retribuzione di posizione variabile aziendale. Questo, insieme con il recupero dell’anzianità e la valorizzazione economica delle guardie costituisce un doveroso incentivo per il reclutamento dei giovani nella sanità pubblica. Fino ad oggi non era così: in tutti i contratti dei medici degli ultimi 25 anni i giovani sotto i 5 anni (peraltro calcolati senza i periodi discontinui e a tempo determinato) erano con una retribuzione di posizione fissa e garantita pari a zero. Sanata una grave ingiustizia che deprimeva il ruolo dirigenziale dei giovani.
IL CONTRATTO INVESTE ANCHE SUI MENO GIOVANI CON PIÙ VOCI FISSE IN STIPENDIO E MAGGIORI BENEFICI SULLA PENSIONE E SULLA LIQUIDAZIONE
Il contratto ha trasferito parti variabili soggette a negoziazione preventiva, valutazioni e non raramente a differimenti, anche con ribaltamenti su anni successivi in voci mensili fisse, garantite, ricorrenti, prontamente esigibili. Mediamente la posizione fissa dei medici è aumentata di 2.075 euro annui lordi e quella dei dirigenti non medici di 1900 euro. Questi incrementi si sommano all’incremento del tabellare (1.950 euro comprensivo dell’indennità di vacanza contrattuale) del 4,5%. Significa ridurre la discrezionalità aziendale in termini di risorse e sveltirne l’erogazione, ma anche conseguire evidenti benefici previdenziali. L’aumento delle voci fisse pensionabili e utili per la liquidazione determinano evidenti benefici previdenziali. In particolare la soppressione del differenziale sui minimi (non utile per il TFS), integralmente confluito nella posizione fissa (utile per il TFS), comporta un notevole incremento delle liquidazioni a partire dal 1 gennaio 2019. Parimenti lo spostamento di Firmato il Ccnl 2016-2018: le principali novità parte dalla retribuzione di posizione variabile aziendale (non utile per il TFS) in posizione fissa incrementa ulteriormente il trattamento di fine rapporto.
NUOVE TUTELE
Salario intero, compreso il trattamento accessorio, per il congedo di maternità e di paternità. Monte ore annue di 18 ore per assenze per visite, terapie e prestazioni specialistiche senza decurtazioni stipendiali. Ulteriore monte ore di 18 ore annue per assenze per particolari motivi personali e familiari retribuite. Ferie estive garantite (15 giorni) nel periodo 15 giugno–15 settembre per i dipendenti con figli nella scuola dell’obbligo.
RIPRESA DELLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA
Pur con i limiti della legge Brunetta che è stata emanata dopo l’ultimo contatto normativo (sottoscritto per il quadriennio 2006-2009) e solo marginalmente corretta, qualche possibilità di confronto con le amministrazioni. Possibili ed esplicitate alcune priorità che possono essere affrontate unitariamente dalle OOSS. In sede di organismo paritetico si potrà esonerare da guardie e reperibilità il personale con più di 62 anni ed implementare dal 3 al 7% la percentuale di part-time.
Altri argomenti sono costituiti da:
– promozione del lavoro agile e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro,
– adeguamento delle politiche su salute,
– sicurezza e qualità del lavoro e del benessere organizzativo,
– prevenzione del rischio clinico e applicazione della legge 24 (Gelli) sul rischio clinico,
– programmazione dei servizi di emergenza e prevenzioni delle aggressioni.
Non sono diritti acquisiti ma opportunità che prima non erano possibili. Obbligatoria l’informazione semestrale degli andamenti occupazionali. Spetterà anche a noi riprenderci un ruolo sugli atti e le decisioni a valenza generale delle Aziende. Infine vengono garantite risorse per la formazione professionale.
NESSUN ARRETRAMENTO SULLA PARTE NORMATIVA
Aldilà di obblighi di legge non vi è stato alcun arretramento significativo della parte normativa. Netta la distinzione tra responsabilità disciplinare e dirigenziale. Marginali le modifiche della normativa sull’orario di lavoro e confinate a “ragioni eccezionali”. Evitate deroghe pericolose. Bloccata la frammentazione dei 15 giorni di ferie. Bloccata la deroga di 11 ore di riposo.
DIFESA LA LIBERA PROFESSIONE INTRAMOENIA
Respinti i tentativi di limitare la libera professione intramoenia o di collegarla impropriamente alle liste di attesa).
RECUPERATA LA MASSA SALARIALE DEI MEDICI E DEI SANITARI
Dal prossimo contratto gli aumenti saranno calcolati su tutta la massa salariale, compresa l’indennità di esclusività. Quella che era nei contratti precedenti una dichiarazione congiunta è diventata norma nell’ultima legge di bilancio. È stato salvaguardato il futuro. Firmato il Ccnl 2016-2018: le principali novità
RIPARTIRE

Occorre sollecitare la rapida conclusione dell’iter burocratico per pervenire alla firma definitiva del contratto. Un duro lavoro di applicazione, con particolare riguardo al recupero delle anzianità e al varo delle nuove posizioni fisse, attende le organizzazioni sindacali responsabili. Il contratto nel frattempo è già scaduto da 7 mesi occorre lavorare duramente per il contratto 2019- 2021, a partire dalla prossima legge di bilancio. Non c’è tempo da perdere in polemiche inverosimili o all’inseguimento di fake news di quanti nulla hanno fatto né prima, né durante il rinnovo contrattuale e che certamente non faranno nulla anche in futuro per difendere il lavoro e il salario della categoria. Le sigle rappresentative di oltre 3/4 dei medici hanno responsabilmente sottoscritto il contratto per ripartire da una base migliore.

Fnomceo: un medico su 2 ha subito aggressioni verbali in ultimo anno

(da Adnkronos)   Un medico su due ha subito nell’ultimo anno aggressioni verbali, mentre il 4% è stato vittima di violenza fisica. Sono dati che emergono dal questionario lanciato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) con l’obiettivo di avere numeri aggiornati e completi sul fenomeno della violenza contro i medici, e che confermano i dati Inail. «La paura principale del medico è proprio quella di avere paura – spiega Ombretta Silecchia, medico di famiglia e membro del gruppo di lavoro Sicurezza della Fnomceo, anche lei minacciata in passato, in una conversazione appena pubblicata dal progetto Forward della Regione Lazio – il timore di perdere la serenità e la lucidità necessarie all’esercizio della nostra professione, a causa della consapevolezza di lavorare in condizioni che spesso non rispettano neppure i criteri minimi di sicurezza». Nel 2017 sono stati denunciati all’Inail più di 1.200 casi (più di tre al giorno) su un totale di 4.000 casi di violenza sul luogo di lavoro in generale. Due vittime su tre sono donne e tra le aree più a rischio sul territorio ci sono la continuità assistenziale, il 118 e i servizi psichiatrici e, in ambito ospedaliero, il pronto soccorso. Un’escalation di violenza contro medici e operatori sanitari che deve essere considerata una vera e propria emergenza della sanità pubblica, secondo la Federazione.

Consumare bevande zuccherate potrebbe aumentare il rischio di cancro

(da Doctor33)   Secondo uno studio pubblicato sul ‘British Medical Journal’, esiste una possibile associazione tra un più alto consumo di bevande zuccherate e un rischio aumentato di cancro. «Anche se è sicuramente necessaria un’interpretazione cauta dei nostri risultati, questi si aggiungono a un numero crescente di prove che indicano che limitare il consumo di bevande zuccherate, anche con misure di tassazione e restrizioni di marketing, potrebbe contribuire a ridurre i casi di cancro» afferma Mathilde Touvier, del Sorbonne Paris Cité Epidemiology and Statistics Research Center (CRESS), autrice senior dello studio. I ricercatori hanno valutato le associazioni tra il consumo di bevande zuccherate (bevande con zucchero aggiunto e succhi di frutta al 100%), bevande dolcificate artificialmente (dietetiche) e rischio di cancro in generale, e di cancro al seno, alla prostata e del colon-retto in 101.257 adulti francesi sani. I partecipanti hanno completato almeno due questionari dietetici online progettati per misurare l’assunzione abituale di 3.300 diversi alimenti e bevande e sono stati seguiti per un massimo di nove anni. Durante il follow-up sono stati diagnosticati 1.193 casi di cancro (693 tumori al seno, 291 alla prostata e 166 al colon-retto), con una età media alla diagnosi di 59 anni. I risultati mostrano che un aumento di 100 ml al giorno nel consumo di bevande zuccherate è associato a una crescita del 18% del rischio di cancro globale e del 22% del rischio di cancro della mammella. Quando il gruppo che assumeva bevande zuccherate è stato suddiviso tra consumatori di succhi di frutta e di altre bevande zuccherate, entrambi i tipi di bevande sono state associate a un rischio più elevato di cancro globale. Nessuna associazione è stata trovata per tumori della prostata e del colon-retto. Al contrario, il consumo di bevande dolcificate artificialmente non è stato associato a rischio di cancro, anche se il livello di consumo è stato piuttosto basso in questo campione. Le possibili spiegazioni per questi risultati includono l’effetto dello zucchero contenuto nelle bevande zuccherate sul grasso viscerale, sui valori della glicemia e sui marcatori infiammatori, tutti fattori collegati a un aumento del rischio di cancro. Anche altri composti chimici, come gli additivi contenuti in alcune bevande gassate, potrebbero svolgere un ruolo. «Nonostante alcuni limiti dello studio, questi risultati richiedono una replica della sperimentazione su larga scala» concludono gli autori.
(BMJ. 2019. doi: 10.1136/bmj.l2408    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31292122)

Spironolattone e insufficienza cardiaca: un nuovo studio ripropone una possibile utilità del farmaco

(da Doctor33)   In pazienti con insufficienza cardiaca scompensata acuta, resistente ai diuretici dell’ansa, la somministrazione di uno spironolattone (Aldactone) ad alte dosi ha permesso la perdita di liquidi in eccesso, secondo una lettera di ricerca pubblicata su ‘Annals of Internal Medicine’. «In 19 persone che non riuscivano a perdere peso con furosemide per via endovenosa, spironolattone a dosi di 100 o 200 mg al giorno è stato associato a una perdita di peso quotidiana consistente e clinicamente importante in un periodo di cinque giorni. Entro il quarto giorno, inoltre, la dispnea è migliorata di almeno tre livelli sulla scala Likert in 14 di queste persone» spiega Shweta Bansal, della University of Texas Health a San Antonio e del South Texas Veterans Health Care System, che ha guidato il gruppo di lavoro. I ricercatori hanno valutato persone recentemente ricoverate in ospedale per insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta o conservata, trattandoli in partenza con dosi quotidiane di 100 mg di spironolattone. I pazienti che con questa gestione hanno comunque perso meno di 0,5 kg il primo giorno, ma che non hanno avuto grandi aumenti di creatinina sierica, sono stati in grado di passare a una dose giornaliera di 200 mg di spironolattone. La perdita di peso e la riduzione della dispnea non sono state accompagnate da un peggioramento dell’iperkaliemia o della funzione renale, sebbene una paziente sia morta in circostanze complesse senza una spiegazione soddisfacente. Nessun paziente ha mostrato valori di potassio superiori a 5,5 mmol/L, anche se tre persone hanno ricevuto un totale di cinque dosi di patiromer (Veltassa) per abbassare il potassio. Secondo gli autori, il loro studio, oltre a essere limitato nel numero dei pazienti, aveva il problema di non includere un gruppo di controllo e di non misurare i tassi di nuovo ricovero. «Tuttavia, riteniamo che i nostri risultati e quelli di altri studi con disegni simili indichino che è giunto il momento di condurre uno studio controllato randomizzato per valutare se gli antagonisti dell’aldosterone ad alte dosi possano avere un ruolo nella gestione dei pazienti con insufficienza cardiaca scompensata acuta resistente a diuretici dell’ansa» concludono gli esperti
(Ann Intern Med. 2019. doi: 10.7326/M18-3285   https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31307058)

 

Rapporto OsMed 2018: il consumo di farmaci in Italia

(da http://www.agenziafarmaco.gov.it)  Secondo i dati pubblicati nell’ultimo Rapporto Osmed, nel 2018 in Italia sono state consumate complessivamente 1.571,5 dosi di medicinali al giorno ogni 1000 abitanti, il 72,3% delle quali erogate a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), mentre il restante 27,3% è relativo a dosi di medicinali acquistate dal cittadino (acquisto privato di classe A, classe C con ricetta e automedicazione).   Per quanto riguarda l’assistenza territoriale pubblica e privata, sono state erogate quasi 2 miliardi di confezioni di farmaci, in riduzione del -2,5% rispetto all’anno precedente. I farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumi (487,4 DDD/1000 abitanti die) e rappresentano la seconda categoria terapeutica a maggior spesa farmaceutica pubblica per il 2018 (3.241 milioni di euro), con una spesa pro capite SSN pari a 53,6 euro. I farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo rappresentano invece la seconda categoria in termini di consumi (181,8 DDD/1000 abitanti die) e la quarta in termini di spesa farmaceutica pubblica (2.835 milioni di euro). La spesa pro capite SSN è stata pari a 46,9 euro, in aumento del +3,2% rispetto all’anno precedente.   Al terzo posto in termini di consumo seguono i farmaci del sangue e organi emopoietici (129,9 DDD/1000 abitanti die), al quinto in termini di spesa farmaceutica pubblica (2.082 milioni di euro). La spesa pro capite SSN è stata pari a 34,4 euro.   I farmaci del sistema nervoso centrale si posizionano al quarto posto in termini di consumi (89,4 DDD/1000 abitanti die) e al sesto in termini di spesa farmaceutica pubblica complessiva (1.782 milioni di euro). La spesa pro capite SSN è stata pari a 29,5 euro.  Al quinto posto in termini di consumi seguono i farmaci dell’apparato respiratorio (43,6 DDD/1000 abitanti die), al settimo in termini di spesa farmaceutica pubblica (1.166 milioni di euro). La spesa pro capite SSN è stata pari a 19,3 euro, in aumento del 4,4% rispetto all’anno precedente.    Per maggiori informazioni, vai al LINK   https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/rapporto-osmed-20-1

ATTENZIONE!!!!!!! AVVISI VIA PEC CON RICHIESTE DI PAGAMENTO

Su segnalazione di alcuni Colleghi siamo venuti a conoscenza dell’invio tramite PEC di assurde richieste di pagamento da parte di svariati enti che in realtà potrebbero contenere virus informatici.

Si consiglia la massima attenzione e nel dubbio di non aprire gli allegati ed eliminare il messaggio PEC.

La differenza tra tariffa e compenso e quando pretendere quello equo serve per tutelare la professione

(da Odontoiatria33)   Tra i temi di stretta attualità su cui il Governo (o parte di esso) dice di voler intervenire -comunque lo annuncia- c’è quello del salario minimo. Che è di fatto la copia dell’annuncio dell’aprile scorso a favore dell’equo compenso.   Ad aprile l’obbiettivo tutela era verso i liberi professionisti (non tutti ma ne parleremo più avanti), con il nuovo annuncio ora si dice di voler tutelare i lavoratori dipendenti.  “Esamineremo quanto prima la norma sull’equo compenso, partendo dall’aggiornamento dei parametri giudiziali fino a un compenso dignitoso per tutti i professionisti”, diceva ad aprile il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio al presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, durante un colloquio svoltosi a Palazzo Chigi, a margine del lancio della petizione di Confprofessioni e di altre sigle del lavoro autonomo (tra cui ANDI), per chiedere l’immediata attuazione della norma sull’equo compenso.  

Leggi tutto

Agopuntura negli acufeni ?

(da Fimmg.org)   Gli studi riguardanti l’agopuntura negli acufeni sono limitati. I ricercatori di Taiwan hanno impostato una revisione retrospettiva dei dati di 107 pazienti con acufene idiopatico soggettivo, sottoposti ad agopuntura tra il maggio 2012 e l’agosto 2017. Sono stati registrati e analizzati dati demografici dei pazienti, caratteristiche dell’acufene, malattie associate, audiogrammi, sessioni di agopuntura e i punti terapeutici. Una scala analogica visiva (VAS loudness) è stata utilizzata per misurare il volume dell’acufene e la scala Clinical Global Impression-Improvement (CGI-I) è stata utilizzata per valutare la sofferenza dei pazienti. La combinazione di punti terapeutici e numero di sedute di agopuntura ha raggiunto differenze statisticamente significative. Analizzando ulteriormente questi due fattori, la combinazione di agopuntura periauricolare e distale da 17 a 24 sedute, ha contribuito a un risultato considerevolmente migliore. Questo risultato potrebbe servire come riferimento agli agopuntori clinici per utilizzare l’agopuntura nel trattamento degli acufeni.

(Tung-Yi Lin et al. Evid Based Complement Alternat Med. 2019; 2019: 1318639.)

1 197 198 199 200 201 285