Come capire se siamo stati spiati attraverso Whatsapp

(da Agi)  Whatsapp si conferma un mezzo di comunicazione molto pericoloso per le intrusioni, e per tali motivi la normativa europea della privacy lo sconsiglia fortemente per scambi di notizie sanitarie e referti clinici. La stessa piattaforma di messaggistica ha scoperto di recente una falla nella sua struttura ed ha avvisato gli utenti. Il tutto è cominciato con una chiamata vocale da un utente sconosciuto. Ecco che cosa è successo esattamente e come vedere se anche il nostro telefono è stato ‘bucato’.  Leggi l’articolo completo al LINK

https://www.agi.it/cronaca/falla_watshapp_sicurezza-5485205/news/2019-05-15/

Non ci si ammala di cancro per sfortuna: le cause sono nell’ambiente

(da DottNet)  Era il 2015 e le conclusioni di un team della Johns Hopkins School of Medicine in uno studio pubblicato su ‘Science’ fecero scalpore: chi è colpito da un tumore in molti casi è stato solamente “colpito da sfortuna”, era in poche parole l’ esito della ricerca che con modelli matematici mostrava come il collegamento con stili di vita o difetti genetici fosse di ben minore impatto rispetto alla casualità, contrariamente a quanto la scienza da più parti aveva sostenuto fino ad allora. Si aprì un’ accesa polemica. E oggi è uno studio italiano a segnare una nuova svolta nel dibattito. Pubblicato su ‘Nature Genetics’, il lavoro targato Istituto europeo di oncologia e università Statale di Milano suggerisce che “non ci si ammala di cancro per caso o per sfortuna”.

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Fuga dei medici all’estero. Al via la campagna Fnomceo “Offre l’Italia”

Lanciata in occasione dell’apertura degli Stati Generali della Professione medica punta a sensibilizzare gli italiani sul problema della carenza di Mmg e specialisti e sulle possibili soluzioni. Manifesti 6×3 saranno affissi nelle città italiane a cura degli Ordini provinciali. Immagini e spot saranno lanciati sulla stampa e sui social  Leggi l’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=74033&fr=n

Gorini (FIMMG Treviso): ‘Pazienti scortesi? Vanno cacciati dall’ambulatorio’

(da Il Gazzettino e Fimmg.org)   I pazienti maleducati e arroganti devono essere cacciati dagli ambulatori. È questo, in sintesi, l’appello lanciato ai medici di famiglia da Brunello Gorini, segretario della Fimmg di Trevisoo. «Qualche tempo una signora ha fatto irruzione nel mio ambulatorio spalancando la porta mentre stavo visitando un’altra paziente e si è rivolta a quest’ultima chiedendole quanto le mancasse, perché stava attendendo ormai da venti minuti». È stato a quel punto che è intervenuto a Gorini: «L’ho presa per un braccio e l’ho accompagnata fuori, dicendole che visto che aveva tanta fretta, avrebbe dovuto cercarsi un altro medico. E così è stato». Secondo il 68enne, «tutti i medici di famiglia dovrebbero mettere alla porta i pazienti che non si comportano bene: nel momento in cui una persona viene scaricata più volte, si chiederà cosa c’è che non va. Il rapporto di fiducia è fondamentale. Ma non riguarda solamente il paziente verso il medico. Anche il contrario. Ci mancherebbe. Vent’anni fa cose del genere non sarebbero mai successe. È venuto meno il rispetto per la professione medica».

Papa a operatori, ‘rischiate di essere bruciati da turni duri e stress’

(da AdnKronos Salute) – “In un ambiente dove il malato diventa un numero, anche voi rischiate di diventarlo e di essere ‘bruciati’ da turni di lavoro troppo duri, dallo stress delle urgenze o dall’impatto emotivo”. Lo ha denunciato il Papa ricevendo in udienza l’Associazione cattolica degli operatori sanitari. “E’ importante – ha ammonito Bergoglio – che gli operatori sanitari abbiano tutele adeguate nel loro lavoro, ricevano il giusto riconoscimento per i compiti che svolgono e possano fruire degli strumenti adatti per essere sempre motivati e formati”.  

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ECM: cosa prevede la norma e quali sono le possibilità per raccogliere i crediti formativi e quali gli ‘’abbuoni’’

 Odontoiatria33)   Le sanzioni ai medici che non si aggiornano sembrano diventare una realtà già nel gennaio 2020, almeno stando a quanto il presidente FNOMCeO Filippo Anelli ha dichiarato a Striscia la Notizia. Peraltro alcuni segnali, importanti, avevano già fatto intuire che la fine del periodo di “prova” stesse arrivando. Già lo scorso anno con una nota inviata dal presidente Anelli ai presidenti di Ordine e Commissione Albo odontoiatri veniva ribadito che “l’aggiornamento è requisito indispensabile per svolgere attività professionale da dipendente o libero professionista e il medico, per tutta la sua vita professionale, deve perseguire aggiornamento costante e formazione continua assolvendo agli obblighi formativi”.   Restano, quindi, circa poco più di sette mesi per completare gli obblighi formativi (150 crediti) del triennio 2017-2019, che terminerà al 31 dicembre. Ovviamente non si tratterà di sanzioni automatiche, ogni situazione verrà vagliata dall’Ordine in cui si è iscritti.  Cerchiamo di riassumere cosa prevede la norma e le “opportunità” per raccogliere i crediti formativi necessari a soddisfare il proprio fabbisogno formativo.

Cosa prevede la norma? 

Secondo quanto indicato nel Manuale sulla formazione continua pubblicato dalla FNOMCeO (http://www.odontoiatria33.it/approfondimenti/17801/dalla-fnomceo-il-manuale-sulla-formazione-continua-del-professionista-sanitario.html),per il triennio 2017-2019 il professionista sanitario deve assolvere come discente di eventi erogati da provider almeno il 40% del proprio fabbisogno formativo triennale, eventualmente ridotto sulla base di esoneri, esenzioni e altre riduzioni. La fomrazione erogata da provider può essere residenziale (corsi, congressi) o FAD. Il discente può scegliere anche di utilizzare un solo strumento formativo, ad esempio la FAD.  La residua parte del 60% dei crediti può essere maturata con:

  • attività di docenza in eventi ECM
  • attività di “Formazione individuale”

Per formazione individuale, si legge sul “manuale” si intendono tutte le attività formative non erogate da provider. Tali attività possono consistere in:

  • Attività di ricerca scientifica: ovvero la pubblicazione di lavori su riviste scientifiche o attività di sperimentazione clinica.
  • Tutoraggio individuale: ovvero aver maturano il diritto al riconoscimento di 1 credito formativo ogni 15 ore di attività per i professionisti sanitari che svolgono attività di tutoraggio individuale in ambito universitario.
  • Attività di autoformazione: nella lettura di riviste scientifiche, di capitoli di libri e di monografie non preparati e distribuiti da provider accreditati ECM.
    L’attività di autoformazione dà diritto a 1 credito per ogni ora di impegno formativo autocertificato. Per il triennio 2017/2019 il numero complessivo di crediti riconoscibili per attività di autoformazione non può superare il 20% dell’obbligo formativo triennale, valutando sulla base dell’impegno orario autocertificato dal professionista il numero dei crediti da attribuire.  Per ogni di queste attività si dovrà dichiarare l’attività formativa svolta attraverso un apposito modulo, disponibili al fondo del Manuale, da consegnare al proprio Ordine.

Come fare a sapere il numero di crediti raccolti fina ad ora? 

Il professionista sanitario può conoscere in qualsiasi momento il numero di crediti formativi maturati e l’assolvimento o meno dell’obbligo formativo alla propria area persona del sito www.cogeaps.it . E’ anche possibile richiedere al proprio ordine di appartenenza l’attestazione del numero di crediti formativi registrati nel sistema del COGEAPS e al termine del triennio formativo di riferimento l’eventuale certificazione del pieno soddisfacimento dell’obbligo formativo.

Rapporto Osservasalute 2018: Italiani lenti a cambiare stili di vita scorretti. Boom cronici e non autosufficienti.

Spesa destinata ad impennarsi. Cambiare approccio o sarà emergenza Il grande problema per il presente e per il futuro sono le cronicità che assorbono l’80% della spesa sanitaria. Destinata a impennarsi nel prossimo decennio la domanda per visite specialistiche, di giornate di degenza e di assistenza domiciliare. Siamo tra i Paesi più longevi ma anche con più anni da vivere con malattie croniche e disabilità: la speranza di vita in buona salute è peggiore che altri Paesi europei. Arrivano a 49 mila i decessi causati dalle infezioni sepsi correlate.   Leggi l’articolo completo al LINK

Tumori in adolescenti e giovani adulti: il coinvolgimento nelle decisioni terapeutiche ha le sue regole

(da Univadis)   Messaggi chiave    Gli adolescenti e i giovani adulti (AYA) con diagnosi di tumore sono in genere soddisfatti del proprio ruolo nella condivisione delle decisioni terapeutiche.   Un quarto di loro mostra rimpianti sulle decisioni prese inizialmente.   Una relazione di mutua fiducia e comprensione con il medico è la base migliore per un coinvolgimento più efficace degli AYA nelle decisioni terapeutiche.  Comprendere i valori e le priorità del paziente è essenziale per formulare un piano di trattamento ottimale.

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“Usa le scale”. Avvisi sugli ascensori come sui pacchetti di sigarette, la proposta del presidente del Veneto Luca Zaia

“L’ascensore è un grande segno di civiltà, perché aiuta chi ha difficoltà motorie, però ci sono molti cittadini che hanno la possibilità di fare le scale e per questo vogliamo incentivare, come Regione, l’utilizzo delle scale e non degli ascensori. Aiuta la salute e aiuta tutti noi ad essere più in forma”, ha spiegato il governatore.  Leggi l’articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=73346&fr=n

L’ictus raddoppia il rischio di demenza

(da Fimmg.org)   Le persone colpite da ictus hanno circa il doppio delle probabilità di sviluppare demenza, secondo il più grande studio mai condotto nel suo genere. L’University of Exeter Medical School (UK) ha condotto uno studio che ha analizzato i dati sul rischio d’ictus e demenza su 3,2 milioni di persone in tutto il mondo. Il legame tra ictus e demenza si è mantenuto anche dopo aver preso in considerazione altri fattori di rischio di demenza come ipertensione arteriosa, diabete e malattie cardiovascolari. Lo studio rileva che essere colpiti da ictus aumenta significativamente il rischio di demenza, basandosi su ricerche precedenti che avevano stabilito il legame tra ictus e demenza, sebbene non avessero quantificato la gravità dopo la quale l’ictus aumentava il rischio di demenza.

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