Il parmigiano reggiano arricchisce il microbiota dell’uomo

(da AGI)  Il Parmigiano Reggiano svolge un importante ruolo di alimento funzionale nella dieta umana, in quanto vettore di ceppi microbici che arricchiscono il patrimonio batterico residente nel tratto gastrointestinale umano. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio dell’Università di Parma pubblicato sulla rivista ‘Nature Communications’. Lo studio è il primo lavoro che, grazie all’impiego di tecniche metagenomiche, fornisce una immagine molto dettagliata della composizione delle comunità batteriche, definite nel loro complesso microbiota, che risiedono nel Parmigiano Reggiano, mostrando l’esistenza sia di specie batteriche ubiquitarie sia di differenze legate al sito di produzione.

Leggi tutto

World Oral Health Day, scarsa igiene orale favorisce l’insorgere di diabete, alzheimer e problemi al cuore: ecco come prevenirli

(da Fimmg.org)   Trascurare la salute del cavo orale influisce negativamente sulla condizione psicofisica, portando alla manifestazione di patologie infettive quali lesioni aftose, herpes e disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare. Un quadro clinico preoccupante evidenziato da una ricerca americana della Nutrition and National Examination e pubblicata su Daily Mailsecondo cui il 40% della popolazione ha sofferto almeno una volta di tali problematiche legate alla scarsa igiene orale. Ma non è tutto, da un sondaggio dell’American Diabetes Association che in un campione di oltre 1000 intervistati ha esaminato una correlazione tra le problematiche dell’apparato orale e l’insorgere del diabete: il 73% degli intervistati ha ammesso infatti di avere problemi dentali come carie e parodontite. Per questo motivo il 20 marzo viene celebrata la Giornata Mondiale della Salute Orale (World Oral Health Day), iniziativa istituita dalla World Dental Federation per sensibilizzare sull’importanza della corretta igiene del cavo orale.

Leggi tutto

L’uso degli antibiotici in Italia – Rapporto Nazionale anno 2017

(da http://www.aifa.gov.it)   L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato il rapporto nazionale “L’uso degli antibiotici in Italia 2017”, che fornisce dati di consumo e spesa degli antibiotici a livello nazionale e regionale.  Il rapporto consente di individuare aree di potenziale inappropriatezza e promuovere un confronto tra regioni finalizzato a migliorare le prescrizioni e l’uso di antibiotici.

Leggi tutto

Reazioni avverse ai farmaci, nella maggioranza ci sono ingredienti inattivi a rischio

(da Doctor33)   La maggioranza dei farmaci orali conterrebbe ingredienti inattivi volti a migliorarne le qualità fisiche, che potrebbero essere causa di reazioni avverse. Questo è quanto affermano i ricercatori di uno studio sviluppato da Giovanni Traverso gastroenterologo presso il Brigham Women’s Hospital, pubblicato su Science Translational Medicine e segnalato da Pharmaceutical Journal, in cui sono stati esaminati 42.052 farmaci orali normalmente prescritti negli Usa.  Di questi, più del 90% presentavano ingredienti non attivi in grado di generare reazioni avverse. Come riporta lo studio, una pastiglia presentava in media solo 164mg di principio attivo su 280mg di peso medio, dimostrando come di fatto il paziente sottoposto a 10 prescrizioni mediche differenti può arrivare ad assumere ben 2,8g di principi inattivi al giorno.

Leggi tutto

Forti pressioni sul lavoro sembrano predisporre le donne ad aumentare di peso

(da Fimmg.org)    Stress lavorativi portano le donne ad aumentare di peso, come dimostra uno studio svedese su oltre 3.800 persone. “Abbiamo notato che le elevate richieste di lavoro hanno contribuito all’aumento di peso nelle donne, mentre per gli uomini non c’era alcuna associazione tra elevate esigenze lavorative e aumento di peso”, dice Sofia Klingberg, ricercatrice della Sahlgrenska Academy, Göteborg University. La base dello studio era il Västerbotten Intervention Program, uno studio svedese di popolazione, comprendente 3.872 soggetti. Sono stati esaminati peso corporeo e attività lavorativa di uomini e donne dai 30 ai 50 anni e dai 40 ai 60, per tre volte in un periodo di 20 anni. 

Leggi tutto

L’uso di PPI a lungo termine aumenta il rischio di mortalità

(da Univadis)   L’uso prolungato (per 5-6 anni) degli inibitori della pompa protonica (PPI) può essere associato a un significativo aumento della mortalità per tutte le cause. E’ il risultato di una coorte prospettica del Department of Veterans Affairs che ha incluso dati di quasi 6,5 milioni di pazienti e ha osservato, dopo un follow-up mediano di 5,7 anni, un aumento significativo (nell’ordine di 15-25%) nel rischio relativo di mortalità per tutte le cause nei consumatori di PPI, a prescindere dal prodotto di confronto usato, tra H2 bloccanti o antiacidi. Questo studio osservazionale non conferma la causalità ma sarebbe prudente limitare la prescrizione di PPI e la loro durata in conformità con le indicazioni approvate.

(Risk of death among users of Proton Pump Inhibitors: a longitudinal observational cohort study of United States veterans  

https://bmjopen.bmj.com/content/7/6/e015735)

Cambiamenti climatici, Isde: principale problema sanitario globale

(da Doctor33)   Mentre un rapporto presentato dall’Onu a Nairobi attribuisce un quarto delle morti premature e delle malattie in tutto il mondo all’inquinamento e ai danni all’ambiente causati dall’uomo, per venerdì 15 marzo è stata indetta la giornata di protesta ‘Global climate strike’ per chiedere impegni concreti ai capi di stato e di governo contro i cambiamenti climatici. Alla giornata ha aderito anche Slow Medicine che, per l’occasione, ha ricordato le cinque raccomandazioni definite dall’associazione Medici per l’ambiente Isde nell’ambito della campagna “Fare di più non significa fare meglio – Choosing Wisely Italy” a tutela dell’ambiente e del clima.

Leggi tutto

Reni a rischio per 17% dei giovani che fa ‘binge drinking’

(da AGI)  Bevono per divertirsi, sballare e ubriacarsi. Sono giovanissimi e giovani, sino a 24 anni, che ignorano quanto il ‘binge drinking’ possa mettere a rischio la loro salute, specialmente quella dei reni. E’ l’allarme lanciato al Congresso Cardionefrologia 2019 che si apre a Roma il 12 marzo. “Tra i vari comportamenti, quello che preoccupa maggiormente la popolazione dei nefrologi sono i nuovi modelli del consumo di alcol diffusi tra i giovani, con in testa il cosiddetto ‘binge drinking’: le ‘abbuffate’ di alcol del fine settimana”, racconta Luca di Lullo, responsabile scientifico dell’evento e tra i promotori dell’iniziativa. “Sei o piu’ bicchieri assunti in una sola serata per cercare lo ‘sballo’ e la perdita di controllo ma trovando talora stati di intossicazione alcolica (più precisamente un consumo pari mediamente a 60 grammi di alcol, 5-6 Unità Alcoliche (UA) in cui una UA equivale a 12 grammi di alcol puro)”, aggiunge. Il fenomeno come sottolinea il ministero della Salute nella relazione annuale al Parlamento, interessa circa 8,6 milioni di italiani che hanno una modalità di bere a rischio. Nel 2017 riguardava il 17 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni con una prevalenza del sesso maschile e 800mila minorenni (il 22,9 per cento dei maschi e il 17,9 per cento delle femmine) che non si limitano piu’ a consumare vino o birra ma si sono spostati verso cocktail, liquori e distillati ad elevata gradazione alcolica.

Privacy: nuove indicazioni del Garante per medici e strutture sanitarie

(da fimmgroma.org) Il Garante Privacy con provvedimento n. 55 del 7 marzo 2019 (https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9091942)  ha fornito indicazioni per il trattamento dei dati sanitari dopo l’introduzione del regolamento Ue.  Non è necessario il DPO (responsabile della protezione dei dati) per il medico singolo e non serve il consenso per il per le finalità di cura in virtù del segreto professionale, indipendentemente dal fatto che operi in uno studio medico o in una struttura sanitaria pubblica o privata.  Servirà invece per tutte le attività telematiche refertazione online, fascicolo e dossier sanitario elettronico per le le app mediche; i trattamenti di dati delle farmacie per fidelizzare la clientela campagne promozionali e commerciali nei programmi di screening, fornitura di servizi amministrativi, alberghieri di degenza; trattamenti effettuati da professionisti sanitari per finalità commerciali o elettorali ovvero tutti quei trattamenti che non rientrano in senso lato nella diagnosi o cura. Toccherà ai medici, alle farmacie e alle aziende sanitarie la compilazione del registro dei trattamenti (GDPR). Il registro dovrà essere compilato dai singoli professionisti sanitari, i medici di medicina generale e i medici pediatri, gli ospedali privati, le case di cura, le Rsa, le aziende del servizio sanitario, le farmacie, le parafarmacie e le aziende ortopediche. Il registro non va trasmesso al garante, ma conservato per eventuali controlli.

Chirurgia, negli Usa si apre il dibattito sull’età giusta per smettere di operare

(da Doctor33)    Quando un chirurgo è troppo anziano per operare? È il titolo di un lungo articolo comparso sul New York Times, che propone molte voci e argomenti, a favore o contro una maggiore regolamentazione del periodo di fine carriera di un chirurgo.  Nel 2015, secondo la ‘American Medical Association’, quasi un quarto dei medici praticanti negli Stati Uniti aveva 65 anni o più, e nel 2017 più di 122mila medici in quella fascia di età erano impegnati in prima linea, nel trattamento dei pazienti. 

Leggi tutto
1 212 213 214 215 216 285