Medicina di Genere: numero speciale di ‘The Lancet’

come segnalato da “Quotidiano sanità” questa settimana, ‘The Lancet’ si è dedicato alla questione della promozione dell’uguaglianza di genere nella scienza, nella medicina e nella salute globale. La raccolta di documenti evidenzia che l’equità di genere nella scienza non è solo una questione di giustizia e diritti, ma è fondamentale per produrre la ricerca migliore e più efficace per la salute degli individui  Il numero completo di “The Lancet” è al LINK

https://www.thelancet.com/journals/lancet/issue/vol393no10171/PIIS0140-6736(19)X0006-9

Il Matrimonio fa bene al cuore

(da Univadis)  Una nuova ricerca pubblicata dal ‘Journal of the American Heart Association’ indica che le persone non sposate ad alto rischio o con nota malattia coronarica presentano un rischio più alto del 45% di decesso CV e un rischio più alto del 52% di decesso CV o infarto miocardico rispetto alle persone spostate. Gli esiti CV avversi sono risultati più elevati in tutti i sottogruppi non sposati (vedovi, divorziati/separati e mai sposati) in seguito all’aggiustamento per vari fattori di rischio clinici e demografici.   (Schultz WM, et al. J Am Heart Assoc. 2017;6:e005890. 

http://annals.org/aim/article-abstract/2706169/statins-multiple-noncardiovascular-outcomes-umbrella-review-meta-analyses-observational-studies?doi=10.7326%2fM18-0808 )

Choosing Wisely, arriva la nuova App per scegliere con consapevolezza

(da Doctor33)   Verrà presentata giovedì 21 febbraio presso l’Istituto Mario negri di Milano la nuova App ‘Choosing Wisely Italy’, che raccoglie le raccomandazioni delle Società Scientifiche e delle Associazioni Professionali Italiane che aderiscono al progetto “Fare di più non significa fare meglio – Choosing Wisely Italy”. L’incontro, a cui parteciperà anche Primiano Iannone, Responsabile del Centro nazionale per l’eccellenza clinica, la qualità e la sicurezza delle cure, è riservato ai referenti delle Società Scientifiche che aderiscono al progetto Choosing Wisely Italy, agli studenti in medicina e agli specializzandi che partecipano alla Rete Choosing Wisely Giovani e ai soci di Slow Medicine.
Il progetto è promosso da Slow Medicine, con l’obiettivo di favorire il dialogo fra paziente e professionisti in materia di esami diagnostici, trattamenti e procedure, per permettere una scelta consapevole. Hanno già preso parte all’iniziativa più di 40 tra associazioni e società scientifiche di medici, farmacisti, biologi, infermieri e fisioterapisti, che hanno contribuito alla stesura di 230 raccomandazioni.
L’App sarà divisa in due sezioni: una destinata ai professionisti, contenente le raccomandazioni di CW Italy, e una per il cittadino, che raccogli le schede di Altroconsumo. Le raccomandazioni, disponibili sia in italiano che in inglese, riguardano esami diagnostici e procedure comunemente utilizzate che, secondo le conoscenze Ebm, non apportano benefici significati al paziente. La conoscenza e l’informazione in merito alla reale efficacia delle procedure potrà portane a una scelta consapevole del trattamento migliore.

Pensioni medici, novità per il riscatto agevolato. Ecco le indicazioni per i medici

(da Doctor33)   Da quest’anno c’è una nuova arma in più per i quarantenni contribuenti Inps: riscattare il periodo di laurea. Basta pagare 5240 euro per ogni anno di università e si conquista non solo maggiore anzianità, ma qualche soldino nel monte contributi. Lo prevede l’ultima versione del decreto legge 4/19 che il parlamento deve convertire in legge a fine marzo. Tuttavia, i medici -interessati a contribuire in ambito Inps solo se dipendenti del servizio sanitario o del privato – a conti fatti potrebbero trarre maggior giovamento dal riscatto della laurea in Enpam, che gli costa meno, o gli dà di più, e in certi casi offre entrambi i vantaggi.

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Colpa medica, prima riscontrare l’esistenza di un nesso eziologico

(da Doctor33)   Deve ritenersi necessario scindere il momento della verifica della relazione eziologica tra la condotta e l’evento, da un lato, e la verifica dell’evitabilità del fatto lesivo e/o dell’inadempimento ad opera della condotta diligente o perita esigibile nella data situazione concreta. In altre parole, solo dopo aver riscontrato l’esistenza di un nesso eziologico deve essere affrontato il tema della esistenza della colpa.    È necessario preliminarmente, dunque, secondo i principi generali di cui all’art. 2697 cod. civ., che il paziente dimostri il nesso di causalità tra l’evento lesivo della sua salute e la condotta del medico, dovendosi dimostrare che il peggioramento delle condizioni di salute è connesso causalmente al comportamento del medico. Solo successivamente all’accertamento del nesso eziologico tra l’evento dannoso e la prestazione sanitaria, andrà valutato il profilo soggettivo della sussistenza di una condotta colposa o dolosa in capo al convenuto. (Avv. Ennio Grassini –www.diritttosanitario.net)

Pubblicato in G.U. il Decreto Semplificazioni. Per tutti, fatture sanitarie ai cittadini solo in formato cartaceo

(da Odontoiatria33)    Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta ieri 12 febbraio del Decreto Semplificazioni, le norme in tema di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie rivolte ai cittadini diventano pienamente operative.   Il provvedimento prevede il divieto di emettere e-fattura per chiunque -quindi non solo per i soggetti obbligati a trasmettere i dati al Sistema Tessera Sanitaria- emetta fatture di prestazioni sanitarie nei conforti delle persone fisiche.  Il divieto di inviare la fattura elettronica con i dati sanitari dei cittadini allo SDI, era stato richiesto dal Garante della privacy proprio all’Agenzia delle Entrate. In un primo momento il divieto di mettere fattura elettronica era stato previsto solo per i soggetti obbligati all’invio dei dati al STS (tra cui i dentisti), ora con la pubblicazione del Decreto Semplificazioni il divieto viene esteso a tutti gli esercenti di professioni sanitarie o arti sanitarie che emettono fattura direttamente ai cittadini

Aggiornato il nostro elenco dei colleghi disponibili a sostituzioni a MMG e PLS

Ricordiamo a tutti i nostri iscritti Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta che da diversi anni in nostro Ordine pubblica on line un elenco di giovani colleghi disponibili a sostituirli nella loro attività professionale, in caso di ferie, malattia o impegni personali. L’elenco è stato aggiornato ed è consultabile al LINK  https://www.ordinemedicifc.it/medici-disponibili-per-sostituzioni/   Nello stesso tempo invitiamo tutti i colleghi che sono interessati a sostituzioni a Medici di Medicina Generale o Pediatri di Libera Scelta di comunicare la loro disponibilità alla Segreteria OMCeO Forlì-Cesena  info@ordinemedicifc.it

Alimentazione senza glutine e cardiopatia

(da Univadis)   Uno studio di coorte prospettico ha analizzato i dati di 65.000 donne incluse nello studio Nurses’ Health Study e 45.000 uomini dello studio Health Professionals Follow-up Study, inizialmente senza cardiopatie (CP), il cui apporto di glutine è stato valutato con un questionario sulla frequenza del consumo di cibi che è stato aggiornato ogni quattro anni. Dopo un follow-up di 26 anni, l’insorgenza di eventi coronarici è risultata pari a 352/100.000 anni-persona in un quinto del totale dei soggetti analizzati con il più basso apporto di glutine, rispetto a 277/100.000 anni-persona in un quinto del totale dei soggetti analizzati con il più alto apporto di glutine. Questo rischio aggiuntivo può essere associato a una riduzione nell’apporto di grano integrale nelle alimentazioni prive/a basso contenuto di glutine. Quindi, Nei pazienti non celiaci, un’alimentazione senza glutine (a basso contenuto di glutine), rispetto a un’alimentazione standard con glutine, può essere associata nel lungo termine a un’incidenza superiore di cardiopatia

(Long term gluten consumption in adults without celiac disease and risk of coronary heart disease: prospective cohort study https://www.bmj.com/content/357/bmj.j1892)

Infortuni e malattia, diritti per tutti i liberi professionisti

(da enpam.it)   La tutela degli infortuni e della malattia dei liberi professionisti passa dall’Assistenza alla Previdenza. In termini pratici questo significa che da oggi, in caso di inabilità temporanea, l’indennizzo verrà garantito a tutti e non più solo a chi ha un reddito al di sotto di limiti stringenti.   Chi sarà costretto ad assentarsi dallo studio potrà contare su un’indennità pari all’80 per cento del reddito dichiarato ai fini della Quota B.   Potrà far  domanda anche chi ha un fatturato alto: l’unico limite sarà sull’importo massimo dell’aiuto che si riceverà dall’Enpam (circa 5mila euro al mese, o più precisamente 167,11 euro al giorno).  Mentre quindi l’importo del sussidio massimo è più che raddoppiato rispetto a prima (era di 80 euro al giorno), i tempi di carenza si sono dimezzati: si potrà ottenere la tutela a partire dal 31° giorno di malattia o infortunio anziché dal 61° come in passato.   La riforma dell’inabilità temporanea rientra tra gli obiettivi del Consiglio di amministrazione Enpam che, per il mandato 2015-2020 si è prefisso di tutelare i professionisti mettendo a punto un welfare di categoria per facilitare la vita lavorativa. Ma il cambio di passo su questo tipo di tutele è anche figlio dei tempi che cambiano.  “Fino a 10/15 anni fa il nostro reddito ci consentiva di occuparci della pensione, o di affrontare i disagi o problemi che ci possono investire, solo nel momento in cui si decideva di smettere di lavorare o quando si palesavano le criticità. Oggi il nostro reddito non ci consente più questo atteggiamento”, osserva il vicepresidente vicario dell’Enpam Giampiero Malagnino.  “Se per esempio in passato essere costretti ad assentarsi dallo studio per due mesi era un problema tutto sommato superabile grazie ai risparmi che avevamo messo da parte, oggi un’assenza di questo tipo mette in difficoltà i bilanci dei nostri studi e spesso i bilanci della nostra famiglia”, dice Malagnino.

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il fumo passivo della sigaretta elettronica scatena attacchi d’asma

(da M.D.Digital)   Un recente studio conferma che l’esposizione al fumo passivo delle sigarette elettroniche sarebbe in grado di aumentare le probabilità di attacchi d’asma in in chi è ammalato di questa patologia respiratoria. Se questi soggetti, già sofferenti di asma, si trovano nelle vicinanze di chi fuma sigarette elettroniche avranno il 27% di probabilità di incorrere in un attacco d’asma.
Contrariamente alla convinzione che le sigarette elettroniche sarebbero innocue in quanto emettono vapore, si stanno accumulando dati che ne indicherebbero la pericolosità dal momento che, oltre al vapore, emettono sostanze chimiche riscontrabili anche nel fumo di tabacco, unitamente a tipi di particolato che possono essere molto irritanti, a maggior ragione in caso di un apparato respiratorio già in difficoltà a causa della malattia. Per esempio vi sono alcune evidenze che la sigaretta elettronica è in grado di aumentare tosse e difficoltà respiratoria e aumentare l’intensità dei sintomi dell’asma.
In questo nuovo studio, pubblicato su Chest, i ricercatori hanno raccolto e analizzato i dati di circa 33.500 adolescenti delle scuole medie e superiori, di età compresa tre 11 e 17 anni, concentrandosi sugli 11.830 studenti che riferivano di soffrire di asma. Complessivamente, il 21% dei ragazzi avevano sofferto di attacchi di asma durante l’anno precedente e nel 33% dei casi si era registrata esposizione al fumo passivo di sigarette elettroniche. Tale esposizione era strettamente correlata a un significativo aumento del rischio di attacco d’asma, che si manteneva anche dopo aggiustamento per altri fattori, quale per esempio l’uso personale di sigaretta elettronica o l’esposizione al fumo di tabacco.
(Bayly JE, et al. Secondhand Exposure to Aerosols From Electronic Nicotine Delivery Systems and Asthma Exacerbations Among Youth With Asthma. Chest 2019; 155: 88-93.) 

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