Spesa sanitaria. Eurostat certifica gap negativo tra Italia e i maggiori partner UE

Spendiamo il 68% in meno della Germania, il 47% in meno della Francia e il 19% in meno del Regno Unito. I dati sono riportati a parità di potere d’acquisto e calcolati a livello pro capite, comprendendo sia la spesa sanitaria pubblica che quella privata. Il gap persiste anche se si prende in esame l’incidenza della spesa sul Pil che ci vede solo al 12° posto nella UE a 28 Paesi.  Leggi l’articolo completo al LINK

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La mancata aderenza terapia costa 11 mld all’anno

(da AGI)  Undici miliardi l’anno e’ la cifra che l’Italia spende per la mancata aderenza dei pazienti cronici alle terapie. Oggi parte il progetto Adhere per abbattere questi costi e migliorare la qualita’ delle cure. “Si tratta di uno studio multicentrico triennale inteso a valutare in modo scientifico il ruolo del farmacista- afferma Andrea Mandelli presidente FOFI – nel miglioramento dell’aderenza terapeutica, puntando sull’importanza della sua professionalita’, capillarita’ sul territorio e nel frequente contatto con i pazienti”. Lanciato nell’ambito del “Forum Risk Management in Sanita'”, e’ ideato da Enrico Desideri direttore della Azienda Usl Toscana sud est e realizzato dai veri protagonisti del sistema farmaceutico italiano: FOFI, Federfarma nazionale e Assofarm nazionale con il supporto della Fondazione ReS di Nello Martini. Il progetto Adhere nasce dalla necessita’ di incrementare l’aderenza terapeutica e dalla valutazione dei dati relativi alla spesa della sanita’, temi strettamente connessi tra loro. Dall’aumento dell’aderenza terapeutica consegue una maggiore efficacia della terapia e una drastica riduzione dei costi in quanto, ad esempio, diminuiscono i ricoveri, gli accessi al pronto soccorso, le complicanze. “Per il futuro, la vera sfida della Sanita’ e’ la cronicita’: in Italia i malati cronici sono 24 milioni e ‘assorbono’ oltre l’80 per cento delle risorse economiche – ha spiegato Enrico Desideri, direttore scientifico del progetto e direttore generale della Asl Toscana sud est – Occorre quindi un modello, come quello delle Reti Cliniche Integrate e Strutturate, sperimentato per la prima volta nella Toscana sud est, in cui il farmacista, insieme al medico di medicina generale e allo specialista, sia parte integrante di una gestione proattiva, prossima, partecipata, personalizzata e attenta alla prevenzione. Un modello che garantisce la massima attenzione alle specifiche esigenze del malato, riducendo i tempi d’attesa, l’ospedalizzazione, le spese per la diagnostica e gli accessi inappropriati al pronto soccorso. Abbiamo scelto due patologie ad alto rischio di complicazioni, cioe’ lo scompenso cardiaco e la BPCO L’obiettivo e’ dimostrare che, attraverso il modello delle Reti Cliniche Integrate e Strutturate, che hanno nel farmacista di comunita’ uno dei protagonisti, aumentiamo rispettivamente del 25 per cento e del 35 per cento la copertura terapeutica. Crediamo infatti che oggi ci sia la necessita’ di nuovi modelli organizzativi e visioni: quelli attuali sono ormai vecchi di 20 anni”.

Clima: abbiamo solo due generazioni per salvare il pianeta”

(da Quotidiano Sanità)    Due generazioni, ovvero 20 anni, per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici e dagli effetti devastanti che questi avranno sulla salute dell’uomo e dei territori”. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Walter Ricciardi: “È questo il tempo che ci rimane per mettere in atto misure concrete. Fra 20 anni potrebbe già essere troppo tardi. Già oggi le morti in Europa legate ai cambiamenti climatici sono migliaia l’anno, ma saranno milioni nel prossimo futuro se non si agisce subito”.
E per questa ragione l’Istituto superiore di Sanità ha organizzato a Roma, dal 3 al 5 dicembre, il primo Simposio Internazionale Health and Climate Change cui prenderanno parte oltre 500 ricercatori provenienti da più di 30 Paesi. Obiettivo dell’evento sarà quello di stilare un documento basato sulle evidenze scientifiche con le raccomandazioni e le azioni necessarie per contrastare e contenere i rischi sulla salute prodotti dai cambiamenti climatici.
Nascerà così la Carta Internazionale di Roma su salute e cambiamenti climatici, frutto di questa riflessione corale, nasce come strumento d’indirizzo capace di fornire raccomandazioni e suggerire azioni utili innanzitutto ai decisori politici ma è anche uno strumento per far crescere la consapevolezza su queste tematiche cercando di porle al centro di tutte le agende.
“Questa è una giornata molto importante perché per la prima volta la comunità scientifica, che ormai da tempo concorda nel ritenere tra i problemi sanitari più rilevanti gli effetti del clima sulla salute, si riunisce per indicare le azioni prioritarie che devono essere messe in atto sulla base delle evidenze scientifiche” prosegue Ricciardi che spiega come “si corre il serio rischio nel giorno in cui prende il via ufficiale in Polonia la Conferenza internazionale sul clima Cop24 – che i nostri nipoti non possano più stare all’aria aperta per gran parte dell’anno a causa dell’aumento delle temperature: il pericolo concreto è che le ondate di calore, che nel 2003 hanno fatto 70mila morti, possano passare da periodi limitati dell’anno a oltre 200 giorni l’anno in alcune parti del mondo”.
“Il fatto, ha avvertito, è che «i danni sulla salute dai cambiamenti climatici sono visibili all’istante ma sono devastanti; si tratta, in un certo senso, di un Olocausto a fuoco lento”. Già attualmente, rileva Ricciardi, “l’Organizzazione mondiale della sanità parla di 7 milioni di morti legate ai cambiamenti climatici ed in Italia ben il 12% dei ricoveri pediatrici in ospedale sono connessi all’inquinamento”.
Sui cambiamenti climatici, un problema che farà 250mila morti l’anno tra il 2030 e il 2050 secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, “ci sono molte dichiarazioni generiche nel nostro paese, ma non mi pare di vedere una cultura adeguata”.
Dalla qualità dell’acqua, alle zoonosi fino alla salute dei bambini, spiega Ricciardi, in più di 20 sessioni, si parlerà di come il clima impatta nei diversi ambiti della vita quotidiana e collettiva. “Il mondo scientifico è compatto nel sostenere che gli effetti sulla salute diretti ed indiretti attesi nel futuro saranno tra i più rilevanti problemi sanitari da affrontare nei prossimi decenni – afferma il presidente dell’Iss -. Quello che avrà luogo in Istituto, quindi, non è un semplice convegno, ma è piuttosto un impegno, perché la certezza che oggi abbiamo conseguito sul fatto che il degrado ambientale e i fattori climatici siano correlati all’aumento dei rischi per la salute, diventi per noi assunzione di responsabilità a creare una rete globale per vigilare sugli scenari futuri e promuovere una prevenzione che parta da ognuno di noi trasformandosi in uno sforzo corale. Ogni paese deve fare la sua parte”.
E anche l’Istituto, sottolinea il presidente, farà la sua parte ospitando un convegno all’insegna della sostenibilità: “bbiamo cercato di fare in modo che questo, a cominciare dalla modalità di organizzazione e di svolgimento del convegno, sia un `evento green´ partendo dall’interesse a usare meno carta, a risparmiare energia, a produrre meno rifiuti. Abbiamo voluto un evento che fosse anche una manifestazione eco-sostenibile”.

Neonati prematuri: il latte d’asina riduce sensibilmente i casi di intolleranza

È quanto emerge da uno studio condotto dall’Ospedale S.Anna e dal Cnr-Ispa di Torino, pubblicato sulla rivista Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition. Enrico Bertino, direttore della Terapia Intensiva Neonatale dell’Università di Torino: “Lo studio clinico ha mostrato che gli episodi di intolleranza alimentare erano 2,5 volte inferiori nei soggetti che assumevano il prodotto a base di latte d’asina”  Leggi l’articolo completo al LINK

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Pubblicità in sanità, passa l’emendamento dell’On Boldi. No a messaggi a ”carattere promozionale’’ e vincolo territoriale per il direttore sanitario

(da Odontoiatria33)  La Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento presentato dall’On. Rossana Boldi e fortemente voluto dalla CAO e dai Sindacati AIO ed ANDI, contenuto nella legge di Bilancio.  Il testo regolamenta a oltre dieci anni dall’entrata in vigore delle liberalizzazioni della Legge Bersani, il settore della pubblicità sanitaria vietando “qualsiasi elemento di carattere promozionale o suggestionale”, consentendo di fatto solo quella pubblicità che permette ai pazienti di individuare quelle informazioni necessarie alla scelta. Rispetto al testo presentato, viene riformulato senza l’obbligo di autorizzazione preventiva dell’Ordine al quale rimane il potere di verifica e controllo “post” pubblicazione.  Norma che pone ulteriori responsabilità verso il direttore sanitario, che sarà il responsabile dei messaggi ritenuti non corretti. Direttore sanitario che potrà assumerne l’incarico in una sola struttura, mentre la struttura dovrà dotarsi di un direttore sanitario iscritto all’Albo territoriale in cui ha sede operativa.  Ordini che in caso di violazione delle disposizioni sull’informativa sanitaria, dovranno sanzionare il direttore sanitario e segnalare all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, le violazioni rilevate in modo che possa adottare provvedimenti nei confronti della proprietà della struttura.

Allergopatie e test “alternativi”

(da Nutrizione33) L’allergia alimentare e l’anafilassi costituiscono un onere crescente per i cittadini nei Paesi sviluppati. La prevalenza è elevata nei bambini piccoli, ma recenti evidenze indicano che sta diventando sempre più comune negli adolescenti e nelle giovani donne e anche nelle nazioni in via di sviluppo (1).
Tuttavia, il numero delle persone che si definisce “allergico agli alimenti” è molto sovrastimato (2) per l’uso improprio del termine “allergico”, che porta a definire allergici gli effetti indesiderati di farmaci, le reazioni tossiche agli alimenti, i deficit enzimatici (per es. deficit di lattasi o di saccarasi-isomaltasi) e le reazioni vasomotorie agli agenti irritanti (per es. agrumi o pomodoro) (3).

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Anelli (Fnomceo): “Sulle ambulanze trovare un modello che valorizzi medico e infermiere per garantire massimo livello di cura e assistenza al cittadino”

Abbiamo sempre dichiarato che la professione medica e quella infermieristica sono complementari e indispensabili per assicurare un’efficace assistenza. Nel delicatissimo campo dell’emergenza abbiamo più volte ribadito che la diagnosi non può che essere affidata al medico e che, quindi, anche nel soccorso avanzato, dovremmo trovare un modello che valorizzi le due figure professionali, medico e infermiere, per assicurare al cittadino il massimo livello delle cure e dell’assistenza  Leggi l’articolo completo al LINK

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Più carboidrati e meno proteine, così il cervello invecchia bene

(da DottNet)  Diete con poche proteine e un alto apporto di carboidrati possono essere una chiave per la longevità, in special modo quella del cervello, favorendone un invecchiamento sano. A suggerirlo è una ricerca dell’Università di Sidney, pubblicata su ‘Cell Reports’. “Al momento non ci sono trattamenti farmacologici efficaci per la demenza: possiamo rallentare questo tipo di malattie ma non possiamo fermarle, quindi è stimolante il fatto che stiamo iniziando a identificare diete che possono influenzare il modo in cui il cervello invecchia”, evidenzia l’autore principale dello studio Devin Wahl. 

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Malattia di Parkinson: si previene con…. l’appendicectomia?

(da M.D.Digital)  L’eziopatogenesi della malattia di Parkinson indica come causa l’accumulo di aggregati di alfa-sinucleina che, secondo alcuni dati di recente pubblicazione, potrebbe essere di origine intestinale. L’aberrante accumulo di alfa-sinucleina nel tratto gastrointestinale avviene in risposta alla presenza di tossine e batteri che attivano il sistema immunitario. In altre parole questo potrebbe significare che le regioni del tratto gastroenterico che hanno regolari interazioni con agenti patogeni ambientali hanno un rischio maggiore di generare alfa-sinucleina. In accordo con questa ipotesi, è stato di recente dimostrato che l’appendice vermiforme – o appendice cecale – contiene un’abbondanza di alfa-sinucleina in soggetti che hanno malattia di Parkinson in fase prodromica o conclamata, ma anche in soggetti neurologicamente ancora indenni. Sebbene l’appendice vada a ragione considerata un organo vestigiale, la sua mucosa è ricca di cellule immunocompetenti e la sua funzione primaria è quella di supportare il sistema linfatico nel rilievo e nell’eliminazione dei patogeni, oltre che a contribuire a regolare la composizione della microflora intestinale. Il fatto che questa formazione tubulare sia in grado di accumulare alfa-sinucleina ne sancirebbe il suo coinvolgimento nella comparsa della malattia di Parkinson.  In due serie di dati epidemiologici indipendenti, che hanno coinvolto oltre 1.6 milioni di individui e oltre 91 milioni di anni-persona, è stato osservato che la rimozione dell’appendice decenni prima dell’insorgenza della malattia di Parkinson era associata a un minor rischio di sviluppare la neuropatologia e a un ritardato esordio della malattia. Analizzando i  dati di pazienti  svedesi seguiti per 52 anni, di cui 500 mila operati di appendicectomia,  è risultato che la rimozione della appendice aveva ridotto di quasi il 20%o il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson e tardato l’età della diagnosi in media di 3.6 anni.  È stato anche osservato che l’appendice umana sana conteneva aggregati di alfa-sinucleina e un’abbondante quantità di prodotti di degradazione che si accumulano nei corpi di Lewy, e diventano il tratto caratteristico della malattia di Parkinson. Inoltre i lisati di tessuto di appendice umana sono in grado di indurre la rapida scissione e oligomerizzazione della a-sinucleina ricombinante. Questi fattori fanno dunque ipotizzare che la normale appendice vermiforme contenga forme patogene di alfa-sinucleina che influenzano il rischio di sviluppare malattia di Parkinson.
(Killinger BA, et al. The vermiform appendix impacts the risk of developing Parkinson’s disease. Sci Transl Med 20018; 10: eaar5280.)

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