Biblioteca dell’Ordine: consegnate una copia delle vostre pubblicazioni.

Il Gruppo Culturale dell’Ordine dei Medici, nel suo intento istituzionale di promuovere la dimensione culturale della nostra professione, invita i colleghi che hanno già pubblicato libri di farne pervenire almeno una copia alla segreteria dell’Ordine per poter attivare una sorta di biblioteca interna ad uso e consumo di ognuno di noi.

Dott. Michele Gaudio, Presidente OMCeO FC

Dott. Omero Giorgi, Coordinatore Gruppo Culturale OMCeO FC

Le spese per l’aggiornamento professionale sono integralmente deducibili.

Una conseguenza molto interessante della recente approvazione del DDL lavoro autonomo è la introduzione di importanti novità a sostegno dell’autoimprenditorialità. Tutte le spese sostenute da medici e dentisti per l’aggiornamento professionale, comprese quelle per soggiorno e viaggio, sono deducibili fino ad un massimo di 10 mila euro. Sia che si tratti di corsi di aggiornamento obbligatori o facoltativi, master, convegni, Ecm e Fad.
Stando alla lettura del testo risultano deducibili integralmente vitto ed alloggio (“nonché le spese di iscrizione a convegni e congressi, comprese quelle di viaggio e soggiorno”), ma le spese non dovrebbero poter superare il 2% di tutti i compensi dichiarati nell’anno.

Anche il medico va multato se parla al cellulare in auto

E’ annunciata per questa settimana la comparsa sulle nostre strade di macchine telelaser, sia fisse che portatili, in grado di rilevare a grande distanza se un guidatore sta usando il cellulare, sia se il veicolo è in moto sia se è fermo ad un incrocio. Le sanzioni sono: ritiro immediato della patente e multa da 180 a 680 euro. Chi usa gli auricolari deve tenere un orecchio libero, altrimenti incorre nella medesima sanzione. Nel caso di uso del cellulare con il viva voce, reggendolo con una mano, si subisce la medesima sanzione, aggravata dalla condizione di guida con una mano sola, multa da 161 euro e 5 punti dei detrazione  Ricordiamo a tutti i colleghi che NESSUNA ESENZIONE ALLA MULTA E’ PREVISTA PER I MEDICI, ai sensi della sentenza nr. 21266 del 08/10/2014 della Corte di Cassazione, che sostenne che neanche le “urgenze” scusano l’utilizzo del cellulare al volante, convalidando una multa inflitta ad una dottoressa di Padova per avere usato, alla guida, un telefonino non dotato di auricolare.

A nulla era servito alla professionista, specializzanda in medicina cardiovascolare, chiedere l’esimente dello «stato di necessità» in quanto nell’occasione – è stata la tesi difensiva – avrebbe ricevuto una telefonata urgentissima dal diretto superiore che la contattava per ricevere informazioni su una paziente in pericolo di vita.
E adesso non c’è “solo” una multa, come nel 2014, ma il ritiro immediato della patente…..

Burnout medici, vocazione e impegno come antidoti secondo due studi Usa

(da Doctor33)  Quella che talvolta viene avvertita come vocazione è sempre stata uno degli elementi caratterizzanti la professione medica; altre volte è comunque presente un senso di forte impegno dovuto alla consapevolezza dell’importanza del lavoro svolto. Ora due nuovi studi mostrano come questi aspetti siano in grado di motivare i medici e di proteggerli, almeno in parte, dal burnout, sempre più spesso associato ai pesanti carichi di lavoro e di stress a cui i medici sono sottoposti. Il primo è stato coordinato da Audiey C. Kao, dell’Ethics standards group dell’American medical association, che ha dichiarato: «Se la pratica della medicina non è vista come un lavoro personalmente gratificante e al servizio di un bene superiore, ne possono risentire le sue prestazioni e, cosa ancora più importante, la qualità delle cure che i pazienti ricevono». Kao e colleghi hanno condotto un sondaggio in tutti gli Stati Uniti a cui hanno risposto 2.263 medici e che ha posto in relazione il burnout professionale con il “senso di chiamata”, definito come attitudine a “impegnare la propria vita in un lavoro personalmente significativo che serve ad uno scopo sociale”.   Ebbene, il 28,5% dei partecipanti ha riferito di aver sperimentato qualche grado di burnout, e proprio gli appartenenti a questa fascia hanno dichiarato molto più spesso degli altri di non avvertire una particolare vocazione per la medicina, di non ritenere il proprio lavoro come uno degli aspetti fondamentali della propria vita e di non credere che di rendere il mondo un posto migliore per il fatto di svolgere la professione medica. Il secondo studio, riportato sul Journal of General Internal Medicine, sottolinea ulteriormente l’importanza dei fattori interiori rispetto a quelli esterni, inclusi quelli economici, nel generare un senso di benessere nei medici. Anche in questo caso si è trattato di un sondaggio che ha coinvolto 1.289 medici statunitensi; la convinzione di essere stati chiamati a svolgere il loro lavoro si è fortemente associata alla percezione di una vita significativa e a un maggiore impegno nella relazione personale e diretta con i pazienti.
(1) Jager, Andrew J. et al. Mayo Clinic Proceedings, Volume 92 , Issue 3 , 415 – 422.
(2) Tak, H.J., Curlin, F.A. & Yoon, J.D. J GEN INTERN MED (2017).
Renato Torlaschi

Medici e operatori sanità, il cambio abiti da lavoro va retribuito

(da Dott.Net)  Il cambio degli abiti da lavoro per infermieri, medici e professionisti della Sanità deve essere retribuito, lo stabilisce la Sentenza 583/2015 del Tribunale di Ascoli Piceno dopo la battaglia portata avanti dai professionisti impiegati nella Sanità marchigiana.

Infermieri, medici e OSS sono obbligati ad uno specifico abbigliamento da lavoro e malgrado si tratti di pochi minuti anche indossare il camice occupa del tempo, che inevitabilmente crea una forzatura degli orari di lavoro, oggetto di una recente revisione.  Il diritto al conteggio del cambio camice dei lavoratori del SSN delle Marche è però il diritto di ogni infermiere e professionista della Sanità italiana, anche degli operai obbligati ad indossare protezioni per la sicurezza sul luogo di lavoro.

La Sentenza potrebbe assumere un valore aggiunto e fungere da precedente anche non soltanto per i dipendenti del SSN. Vediamo cosa prevede la normativa sul cambio di abiti negli orari di lavoro.

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Salute in rete: il decalogo contro le bufale

(da Doctor33)   Dieci regole d’oro per aiutare gli internauti a districarsi tra le migliaia di informazioni sulla salute in rete. A pensarci sono stati i giornalisti dell’Unamsi (Unione nazionale medico-scientifica di informazione), stimolati all’iniziativa dagli oncologi del Cipomo (Collegio italiano dei Primari oncologi medici ospedalieri), particolarmente sensibili al rischio bufale on line proprio sul tema tumori. Un vero e proprio vademecum utile al lettore per riconoscere rischi, pericoli e trabocchetti, sottoscritto da altre otto società scientifiche (Società italiana di medicina generale (Simg), Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico facciale (Sio e Chcf, Società oftalmologica italiana (Soi), Associazione medici endocrinologi (Ame), Società italiana di psichiatria (Sip), Società italiana di urologia (Siu), Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef).

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Uso alimentare dell’olio di palma. Effetti sulla salute umana

(da Fimmg.org)  E’ stato pubblicato, sotto l’egida di NFI (Nutrition Foundation of Italy), “Uso alimentare dell’olio di palma. Effetti sulla salute umana”, cui hanno contribuito numerose tra Università e Società Scientifiche tra cui S.I.M.P. e S.V. / F.I.M.M.G.  Un modo di fare un po’ di chiarezza, in favore dei cittadini, in mezzo a tanta confusione dovuta anche a commistione tra aspetti socio-ambientali, di salute umana e conflitti economico commerciali.

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Ipertensione, abbassare troppo la pressione con i farmaci aumenta rischi cardiovascolari

Secondo i risultati di una ricerca pubblicata su The Lancet, utilizzare la terapia farmacologica per mirare alla pressione sanguigna più bassa possibile non è sempre la soluzione migliore. «Il raggiungimento di una pressione arteriosa sistolica inferiore a 120 mmHg è stato associato ad un aumento del rischio di alcuni eventi cardiovascolari, esclusi infarto miocardico o ictus» afferma Michael Böhm, della Universität des Saarlandes di Amburgo, Germania, che ha guidato lo studio. «Un modello simile è stato osservato per una pressione diastolica inferiore a 70 mmHg» aggiunge.
I ricercatori hanno condotto un’analisi secondaria dei dati su 30.937 pazienti di almeno 55 anni in 40 paesi, tutti ritenuti ad alto rischio cardiovascolare, degli studi ONTARGET e TRANSCEND, rilevando che una pressione sistolica basale ≥140 mmHg era associata a una maggiore incidenza di tutti gli esiti rispetto a una pressione arteriosa sistolica compresa tra 120 mmHg e 140 mmHg, e anche che una pressione diastolica basale <70 mmHg era correlata a un maggiore rischio di esiti rispetto a una pressione diastolica ≥70 mmHg. Anche i pazienti con una pressione sistolica <120 mmHg dovuta al trattamento hanno presentato, rispetto a quelli con una pressione sistolica tra 120 e 140 mmHg, un aumento del rischio di un esito cardiovascolare composito, di morte cardiovascolare e di mortalità per qualsiasi causa ma non associazione significativa con infarto miocardico, ictus, o in ospedale ricovero per insufficienza cardiaca. I risultati hanno anche mostrato che una pressione diastolica media <70 mmHg durante il trattamento è collegata a un rischio maggiore rispetto a una pressione diastolica da 70 a 80 mmHg di esito primario composito, infarto miocardico, ricovero per insufficienza cardiaca e mortalità da tutte le cause. «Secondo la nostra analisi, il raggiungimento di una pressione sistolica inferiore a 130 mmHg, ma non inferiore a 120 mmHg, dovrebbe essere sicuro per la maggior parte dei pazienti ad alto rischio e avere come effetto un miglioramento dei risultati» dicono gli autori che poi concludono: «I risultati suggeriscono che potrebbe essere necessario ridurre il dosaggio del farmaco per la pressione sanguigna nei pazienti in trattamento che presentano una pressione troppo abbassata al fine di evitare esiti avversi, perché trattare fino al raggiungimento dell’obiettivo non significa trattare fino ad arrivare sotto il target».
(Lancet. 2017. doi: 10.1016/S0140-6736(17)30754-7 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28390695 )

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